Storia, come tante, di un’esistenza quotidiana semplice e senza scossoni che all’improvviso viene devastata dall’arrivo del non senso, dell’assurdo. Ambienti essenziali ma dignitosi, palazzi anonimi nel centro di Pechino, androni con i muri scrostati, cortili dove si riuniscono i condomini e giocano i bambini. Tutto sembra essere perfetto nella sua tranquillità, ogni passaggio appare scandito da un fluire del tempo che si manifesta come inesorabile e giusto.
La vedova protagonista di Red Amnesia (Chuangru Zhe) sembra non aver mai fatto del male a nessuno. Si occupa in maniera un po’ maniacale dei figli, gira incessantemente per la metropoli cinese, conversa con le sue vicine. Eppure, qualcuno la perseguita con telefonate anonime. La “presenza” di quello che potremmo definire il fantasma del marito defunto non serve a consolarla, così come l’intervento diretto dei figli che, inizialmente, pensano che la madre inizi ad avere dei “problemi di vecchiaia”.
Red Amnesia incomincia come un film di cronache quotidiane e familiari, si trasforma lentamente in una specie di thriller, poi diviene quasi un lavoro metafisico, quindi conclude il suo percorso ritornando nell’universo del realismo. È, dunque, un’opera che possiede molte facce e proprio per questo motivo finisce per non possederne nessuna.
Il regista Wang Xiaoshuai prova a caratterizzare il suo lungometraggio soprattutto dal punto di vista delle immagini e degli elementi del linguaggio cinematografico che di volta in volta a utilizza. Inquadrature enigmatiche, lenti movimenti di macchina, angolazioni inquietanti, sono tutti elementi usati dall’autore per costruire un’opera sostanziosa dal punto di vista cinematografico. Ciò che ottiene è solo, però, un testo audiovisivo senza una linea espressiva solida che si perde dietro la creazione di atmosfere narrative banali.
In conclusione, la vicenda si chiude in una maniera totalmente prevedibile e senza che il personaggio centrale abbia compiuto una vera evoluzione esistenziale, se non quella inserita nella struttura del racconto in maniera un po’ affrettata nella fase conclusiva. Di questo lungometraggio, resta solo, forse, la sensazione di aver appena intravisto cosa sia la Cina di oggi: un paese che si definisce comunista ma che porta avanti una delle politiche più sfrenatamente capitalistiche del mondo contemporaneo e che ha totalmente svuotato di significato la parola: operaio.
© CultFrame 09/2014
TRAMA
Deng è un’anziana rimasta vedova. La sua vita a Pechino è scandita dalle faccende domestiche e dalla sua ossessione per la vita dei figli. La donna, infatti, tutti i giorni va a casa dei suoi “ragazzi” per mettere a posto e cucinare, ma non si accorge della sua invadenza. Un giorno questa routine inizia a essere sconvolta. A casa dell’anziana arrivano delle telefonate silenziose decisamente inquietanti. E nessuno riesce a capire, neanche la Polizia, come mai ci sia qualcuno che perseguita una signora innocua, ormai in età avanzata.
CREDITI
Titolo: Red Amnesia / Regia: Wang Xiaoshuai / Sceneggiatura: Wang Xiaoshuai, Fang Lei, Li Fei / Fotografia: Wu Di / Montaggio: Yng Hongyu / Scenografia: Lou Pan / Musica: Uneit / Interpreti: Lu Zhong, Shi Liu, Feng Yuanzheng, Qin Hao, Amanda Qin / Produzione: Dongchun Films Production / Paese: Cine, 2014 / Durata: 110 minuti
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Filmografia di Wang Xiaoshuai
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Il sito