Chissà come deve essere quell’attimo di folgorazione che ti cambia la vita. E, chissà, se è davvero un lampo fugace o una presa di coscienza lenta e sofferta. Biagio Conte potrebbe rispondere che la sua illuminazione è scaturita dal desiderio di avere una risposta ad un interrogativo più grande di lui che ha chiamato in causa – per trasformarla – la sua intera esistenza.
Palermitano, classe 1963, Conte è un ragazzo benestante al quale non manca nulla se non un dettaglio fondante: tutto. Dalla sua infelicità, gravosa come un senso di colpa, trova riparo nella fuga dal mondo. Sui monti siciliani, alla ricerca di una solitudine compassionevole, Biagio si immerge – totalmente, fisicamente – nella Natura e nella sua asprezza. Non vuole mondarsi da qualche peccato ma, da caduco essere umano, cerca soltanto un senso al suo agire, ritornando ad uno stato di primitiva comunione con la terra, lontano da ogni conforto di modernità, come ritorno uterino ad un’origine primigenia che gli è dolorosamente sconosciuta.
Scimeca ha scelto di raccontare il percorso di Biagio fuori da ogni agiografia ma come un (reale) pellegrinaggio di un uomo che percorre a piedi il suo destino, lacerandosi la pelle negli scarponi, correndo il rischio di morire di stenti, avvicinandosi ai suoi simili con le mani alzate pur di fronte a chi, senza pensarci, avrebbe potuto dargli la morte.
Strutturato come una lunga testimonianza raccolta da un uomo di cinema, il film del regista siciliano pone (proprio lui, nell’incipit) anche un interrogativo sul cinema stesso: “Facciamo i film per gli altri o per noi stessi?” Poiché anche le opere hanno il loro fatale cammino e, come ogni forma d’arte, possono irrompere con potenza nell’immaginario altrui o finire nel limbo delle pellicole dimenticate. In questo senso, più universalmente, Biagio potrebbe anche essere un racconto sulla perdita, intesa come smarrimento di senso, di identità e di dignità che affligge gli ultimi in ogni angolo di mondo. Il giovane Conte, fin dall’inizio nel suo cammino, ne ha incontrati tanti ed è a loro che si è dedicato – dopo un lungo, sofferto, errare – e per i quali a tutt’oggi si impegna. Contrario, sulle prime, a divenire protagonista di un film, perché lo riteneva un “atto di orgoglio, si è convinto affidandosi ad una più “alta” casualità. (“Se Dio vuole lo farai” – ha detto al regista – altrimenti vuol dire che non è il momento”)
Né santo, né eremita, né eroe, Biagio è solo un essere umano che ha guardato dentro se stesso prima di tendere una mano agli altri. Scimeca ci restituisce la sua forza e la sua fragilità nel volto intenso di Marcello Mazzarella e nella scrittura, semplice e diretta senza sfoggi di “profondità”, di un diario come taccuino di un’anima girovaga.
In questo risiede la parte più vigorosa, e a momenti, lancinante, del film il cui sguardo “verista” si concentra sia nel dettaglio, con l’indugiare sui volti, sia dell’ambiente, tra la Natura “bella e terribile” e l’anonimo grigiore della città. Tuttavia perde di efficacia in un finale che cede al didascalico per chiudersi, con minore effetto, su una conclusione non all’altezza del resto.
Ciononostante resta l’energia liberatoria e autentica di un personaggio non glorificato in un “santino” cinematografico ma, più concretamente, vicino ad un terreno fervore, tra Francesco e Nietzshe, per amare “coloro che non sanno vivere, anche se sono coloro che cadono, perchè essi sono coloro che attraversano”.
© CultFrame – Punto di Svista 10/2014
TRAMA
La storia vera di Biagio Conte che lascia la famiglia e la sua vita per dedicarsi a lenire la sofferenza altrui. Missionario laico, molto conosciuto in Sicilia, Biagio ha fondato la Missione di Speranza e Carità.
CREDITI
Titolo: Biagio / Regia: Pasquale Scimeca / Soggetto: Marcello Mazzarella / Sceneggiatura: Pasquale Scimeca / Fotografia: Duccio Cimatti / Montaggio: Francesca Bracci / Musica: Marco Biscardini / Scenografia: Fabio Bondì / Interpreti: Marcello Mazzarella, Vincenzo Albanese, Renato Lenzi, Omar Noto / Produzione: Arbash / Paese: Italia, 2014 / Durata: 90 minuti.
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Filmografia di Pasquale Scimeca
Festival Internazionale del Film di Roma – Il sito