La mostra più significativa, complessa e ben orchestrata che io abbia mai visto è stata quella denominata La Subversion des images, esposizione che riguardava la storia visuale del Surrealismo, attraverso un percorso denso di incredibili materiali (alcuni rarissimi). La seconda? Presto detto: Hitchcock et l’Art, uno straordinario studio sulla relazione profonda e solidissima tra la poetica dell’autore de La finestra sul cortile e le forme artistiche del Novecento.
La prima fu allestita nel 2010, la seconda nel 2001. Ma cosa unisce queste esperienze espositive? Il luogo dove sono state ospitate: Il Centro Pompidou di Parigi. Questi sono solo due esempi dell’importantissima opera di divulgazione culturale che svolge da anni l’ente francese, ma l’aspetto che mi colpisce in questi giorni è la notizia che un intero settore del Museo, circa 200 mq, sarà interamente dedicato alla fotografia, dunque alla valorizzazione di una disciplina visuale fondamentale per i nostri tempi. Il tutto grazie alla collezione permanente composta a quanto pare da decine di migliaia di negativi e stampe.
Questo nuovo ambiente dedicato alla fotografia ospiterà tre mostre all’anno e rappresenterà dunque una sorta di centro di aggregazione per appassionati e studiosi di fotografia che intendono approfondire tematiche relative alla fotografia del Novecento, in particolar modo di quel periodo del XX secolo in cui si sviluppò ad esempio un movimento significativo come quello surrealista. Proprio a un esponente meno noto di quest’area espressiva sarà dedicato il primo appuntamento, a partire dal novembre 2014. Sto parlando di Jacques-André Boiffard, autore che affinò la sua poetica fotografica alla corte di Man Ray, per il quale, oltretutto, fu assistente operatore in occasione della realizzazione dei film dello stesso Ray intitolati: L’étoile de mer (1928) e Les Mystères du Château de Dé (1929).
Ebbene, scoprii Jacques-André Boiffard proprio in occasione della straordinaria mostra La subversion des images che visitai al Centro Pompidou con grande interesse. Alcune sue opere erano presentate sia nell’allestimento che nel ponderoso e importantissimo catalogo pubblicato proprio dalle Editions du Centre Pompidou. Dalle immagini che vidi all’epoca capii quanto Boiffard avesse recepito perfettamente la poetica surrealista. Le sue opere erano un mix di incongruenza semantica, visione onirico-erotica dell’esistenza, psicanalisi e slittamenti di senso.
Dal 5 novembre 2014 al 2 febbraio 2015 sarà visitabile al Centro Pompidou la prima ampia retrospettiva dedicata a questo autore ‘appartato’. Questa mostra si configura come un’intelligente iniziativa di divulgazione culturale. Un grande ente museale moderno dovrebbe operare sul piano della ricerca e della scoperta di angoli nascosti della storia dell’arte passata e contemporanea e non solo sulla riproposizione delle solite spettacolari “mostre pacchetto” dei soliti noti che spesso vediamo nei nostri musei.
© CultFrame – Punto di Svista 10/2014
(pubblicato su Huffington Post)
INFORMAZIONI
Jacques-André Boiffard. La parenthèse surréaliste
Dal 5 novembre 2014 al 2 febbraio 2015
Centre Pompidou, Parigi