The Lies of The Victors. Un film di Christoph Hochhäusler. Festival Internazionale del Film di Roma 2014. Cinema d’oggi

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Uno degli elementi della poetica di Stanley Kubrick era la rappresentazione dell’ossessione da parte degli esseri umani riguardo il controllo assoluto sulla realtà. Ed ancora: il fulcro narrativo di The Conversation, capolavoro di Francis Ford Coppola, riguardava la beffa subita da un esperto di sistemi di spionaggio che si riteneva in grado di cogliere la verità, carpendo i segreti degli altri, e che improvvisamente si ritrovava al centro di un intrigo di cui non riusciva a comprendere senso e meccanismi.

Ebbene, lasciando da parte questi punti di riferimento importanti, spostiamo la nostra attenzione su un’opera recente che, in modo evidente, intende collocarsi, con esiti non propriamente eccelsi, sulla stessa lunghezza d’onda contenutistica degli autori sopra citati. Stiamo parlando del film tedesco The Lies of the Victors. Il regista Christoph Hochhäusler ha costruito un testo audiovisivo che possiamo collocare nell’alveo del thriller politico, con venature da spy story.

Il personaggio centrale è un giovane arrembante giornalista (Fabian) che grazie al proprio fiuto e all’aiuto di una stagista mette le mani su una bruttissima storia di intrecci melmosi tra politica, industria del riciclaggio dei metalli pesanti e mondo militare. Il processo di edificazione della vicenda è basato sulla contrapposizione narrativa tra ingenuità profonda del giornalista, che pensa di effettuare un grande scoop mediatico scoprendo un’indicibile verità, e gruppi di potere che manipolano astutamente la realtà portando Fabian lungo una strada totalmente sbagliata e, dunque, facendo fallire la sua investigazione giornalistica (e mettendo in oltre in pericolo la sua credibilità professionale).
I temi trattati, dunque, riguardano proprio la divaricazione tra la sensazione di onnipotenza professionale di Fabian e la realtà di un potere che opera a un livello più alto e complesso. Fabian crede di scoprire e padroneggiare il reale mentre è esattamente il contrario.

Non ci sono, in sostanza, in quest’operazione filmica particolari interessi dal punto di vista contenutistico. L’aspetto più significativo riguarda, invece, l’impostazione registico-visuale, sempre estremamente curata e raffinata (a parte qualche evoluzione di troppo della macchina da presa). In particolar modo, risulta degna di nota la modalità con la quale Christoph Hochhäusler inquadra la città di Berlino, i suoi edifici, le sue strade, i suoi spazi. Viene fuori una raffigurazione inquietante della metropoli tedesca, un misto di modernità e trasformazione urbanistica che agli occhi dello spettatore diventa territorio labirintico nel quale il personaggio centrale finisce per perdersi fisicamente e mentalmente.

© CultFrame 10/2014

 

TRAMA
Un bravo giornalista investigativo tedesco inizia a indagare su un caso di morte sospetta relativo al riciclaggio di metalli pesanti. Vuole realizzare un’inchiesta mediatica sconvolgente sulle relazioni poco pulite tra industria del riciclaggio di materiali pericolosi, esercito tedesco e politica. Il giornalista è affiancato nel suo lavoro da un’intraprendente stagista che lo indirizza su una pista promettente. A un certo punto all’uomo sembrerà di aver messo a posto tutte le tessere del mosaico. Ma si tratterà solo di un’illusione.

CREDITI
Titolo: The Lies of the Victors / Titolo originale: Die Lügen der Sieger / Regia: Christoph Hochhäusler / Sceneggiatura: Christoph Hochhäusler, Ulrich Peltzer / Fotografia: Reinhold Vorschneider / Montaggio: Stefan Stabenow / Scenografia: Renate Schmaderer / Interpreti: Florian David Fitz, Lilith Stangenberg, Horst Kotterba, Ursina Lardi / Produzione: Michael andré, Bettina Brokemper, Antoine de Clermont-Tonnerre, Birgit Kamper, Olivier Père, Sacha Verhe / Paese: germania, Francia, 2014 / Durata: 110 minuti

LINK
Filmografia di Christoph Hochhäusler
Festival Internazionale del Film di Roma – Il sito

 

 

 

 

 

 

 

Condividi
Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

Articoli correlati

Previous
Next

1

About

New CULTFRAME – Arti Visive rappresenta la naturale evoluzione della precedente rivista fondata nel 2000. Vuole proporre ai lettori un quadro approfondito della realtà creativa italiana e internazionale. L’intenzione è quella di cogliere ogni nuovo fattore che possa fornire sia agli appassionati che agli addetti ai lavori un affresco puntuale e moderno riguardo gli sviluppi odierni delle Arti Visive.

3

COPYRIGHT © 2024 CULTFRAME – ARTI VISIVE.
TUTTI I DIRITTI RISERVATI. AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI ROMA N. 152 DEL 4 MAGGIO 2009