Tusk. Un film di Kevin Smith. Festival Internazionale del Film di Roma 2014. Mondo genere

SCRITTO DA
Eleonora Saracino

Wallace Bryton è un podcaster e un cacciatore di storie. Scanzonato, irriverente e un po’ cialtrone va alla ricerca di personaggi e vicende in bilico tra follia e insensatezza (come il ragazzo che si taglia realmente una gamba con una spada mentre gira il video Kill Bill Kid, tanto per dirne una) dei quali parlare nel suo programma The Not-See Party (solitamente scambiato, per la pronuncia, nell’assai più inquietante Nazi-Party).

Partito da Los Angeles per il Canada, e non poco irritato per non aver più trovato in vita il personaggio che doveva intervistare, Wallace si imbatte casualmente, nel gabinetto di un bar, in un messaggio di un tale che offre una stanza e promette narrazioni avvincenti della sua vita. Quello che il protagonista pensa essere un colpo di fortuna si trasformerà ben presto in un incubo a dir poco atroce e traghetterà il film verso un grottesco dissacratorio e oltremodo disturbante.

Kevin Smith, infatti, già autore di Clerks e Dogma, si trastulla con crudele divertimento con un horror sui generis che mescola sangue e risate, gag e barbarie, frattaglie e ironia. In un angolo sperduto di Winnipeg, nella provincia canadese del Manitoba, l’ignaro Wallace finisce nelle grinfie di Howard Howe un anziano dal linguaggio forbito e l’animo nero che vive in solitudine in compagnia dei propri ricordi avventurosi di cui il protagonista assoluto è Mr Tusk. Un amico immaginario? Un nemico giurato? Forse un po’ uno e un po’ l’altro ma, soprattutto, un tricheco. Ossessionato da questo mammifero marino lo spostato Howe si dedicherà, con perizia chirurgica, a trasformare le sue memorie in una nuova, tangibile, realtà.

Smith shakera, così, i costrutti del genere horror con giocosa sfrontatezza. Si prende gioco delle paure, mette alla berlina i personaggi e le situazioni più classiche (dal solito triangolo amoroso fino alla figura del detective strampalato ma acuto) e si fa beffe di un cinema del terrore stemperando le efferatezze in un’atmosfera tragicomica e surreale.

Ci si diverte e ci si (dis)turba nell’assistere allo scempio di un corpo umano che si fa territorio di trasformazione e di devastazione e anche linea – carnale – di confine tra follia e paradosso, indici di una difformità non soltanto fisica ma di pensiero che trova nel freak il suo archetipo. Tra divertissement e ammiccamento, Tusk sembra tuttavia andare ben oltre quel che mostra, affondando i denti – è il caso di dirlo – in una mostruosità che appartiene al mondo per farne brandelli e tirarceli in faccia. Come in un gioco: visionario e un (bel) po’ cattivo.

© CultFrame 10/2014

 

TRAMA
Wallace è un podcaster che parte per il Canada per intervistare un personaggio bizzarro per il suo programma. Rimasto a bocca asciutta, trova casualmente un annuncio di un tipo che promette storie avventurose. Arrivato in una tenuta desolata, il giovane fa la conoscenza di Howard Howe, un ex  marinaio, con un debole per i trichechi.

CREDITI
Titolo: Tusk / Regia: Kevin Smith / Sceneggiatura: Kevin Smith, Scott Mosier / Fotografia: James Laxton / Montaggio: Kevin Smith / Scenografia: John D. Kretschmerk / Musica: Christopher Drake / Interpreti: Justin Long, Michael Parks, Haley Joel Osment, Genesis Rodriguez / Produzione: Demarest Films, SModcast Pictures / Paese: Usa, 2014 / Durata: 102 minuti

LINK
Filmografia di Kevin Smith
Festival Internazionale del Film di Roma – Il sito

 

 

 

 

 

 

 

Condividi
Eleonora Saracino

Eleonora Saracino, giornalista, critico cinematografico e membro del Sindacato Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), si è laureata in Storia e Critica del cinema con una tesi sul rapporto Letteratura & Cinema. Ha collaborato con Cinema.it e, attualmente, fa parte della redazione di CulfFrame Arti Visive e di CineCriticaWeb. Ha lavorato nell’industria cinematografica presso la Columbia Tri Star Pictures ed è stata caporedattore del mensile Matrix e della rivista Vox Roma. Autrice di saggi sul linguaggio cinematografico ha pubblicato, insieme a Daniel Montigiani, il libro “American Horror Story. Mitologia moderna dell'immaginario deforme” (Viola Editrice).

Articoli correlati

Previous
Next

1

About

New CULTFRAME – Arti Visive rappresenta la naturale evoluzione della precedente rivista fondata nel 2000. Vuole proporre ai lettori un quadro approfondito della realtà creativa italiana e internazionale. L’intenzione è quella di cogliere ogni nuovo fattore che possa fornire sia agli appassionati che agli addetti ai lavori un affresco puntuale e moderno riguardo gli sviluppi odierni delle Arti Visive.

3

COPYRIGHT © 2024 CULTFRAME – ARTI VISIVE.
TUTTI I DIRITTI RISERVATI. AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI ROMA N. 152 DEL 4 MAGGIO 2009