Li chiamano “gli invisibili”; sono quegli uomini e quelle donne che oltrepassano illegalmente il confine degli Stati Uniti provenienti dal Messico ma non solo perché in quello che viene chiamato “the corridor of death”, il corridoio della morte, vi transitano anche dall’Honduras o dal Guatemala. Coloro che si cimentano in questo viaggio, lungo e pericoloso, sanno a cosa vanno incontro ma è quel bagaglio di speranza in una vita migliore che gli fa sopportare il peso di una disperazione e che si converte in volontà per superare qualsiasi muro.
Marc Silver, insieme a Gael García Bernal – qui in veste sia di attore, sia di produttore – hanno voluto seguire le dolorose tappe dei migranti partendo dal (vero) ritrovamento di un cadavere nel deserto dell’Arizona: un uomo senza nome il cui unico indizio per trovarne l’identità era un tatuaggio sul petto con la scritta Dayani Cristal.
Tra fiction e documentario Silver si mette sulle tracce di questo sconosciuto ricostruendo, tra le interviste agli investigatori e ai responsabili delle politiche migratorie, le parole dei familiari del defunto e le testimonianze degli altri migranti, uno scampolo di vita di questo sfortunato migrante a cui Bernal, nella finzione scenica, dà volto e sguardo.
Il cinema e la realtà si fondono in questa interessante opera che è, nel contempo, denuncia sociale e riflessione profonda su un fenomeno, quello della migrazione, che travalica i confini degli Usa e la cui portata è drammaticamente mondiale. Il viaggio verso un futuro migliore è scandito dai versi delle canzoni e da quelli della preghiera come se la musica e la fede fossero due alleate preziose, “cibo” per ritemprar lo spirito, fino all’ultimo sforzo di una fuga. Esposti ai pericoli della natura selvaggia ma, soprattutto, a quelli dei criminali in agguato lungo il percorso, i migranti si muovono in gruppi, aiutandosi l’un l’altro, spesso sostenuti dall’esperienza di chi, nonostante il fallimento di tanti altri tentativi, non si arrende e ci riprova un’ennesima volta. Ci si sposta nascosti in camion sgangherati, si salta sui treni in corsa, si attraversa il temibile deserto ma, inevitabilmente, qualcuno resta indietro e, sovente, non torna.
Come lo sconosciuto dal petto tatuato dal cui nome cucito sulla pelle si è riusciti, attraverso un lungo lavoro di ricerca, a risalire alla vera identità come se l’epidermide istoriata avesse permesso, lettera dopo lettera, di svelare la sua storia. Chi è Dayani Cristal? Lo sapremo solo alla fine, in epilogo che emoziona con la fatalità, drammatica, del vero.
© CultFrame 11/2013 – 11/2014
TRAMA
Al confine, nel deserto dell’Arizona, viene ritrovato un corpo. Non ha documenti e per risalire alla sua identità si cerca di decifrare il tatuaggio che ha sul petto con la scritta Dayani Cristal. Da qui si muove un’indagine, tra fiction e documentario, sulle tracce non solo di questo sconosciuto ma di tutti quei migranti che affrontano pericolosissimi viaggi con la speranza di una vita migliore.
CREDITI
Titolo: Chi è Dayani Cristal? / Titolo originale: Who is Dayani Cristal / Regia: Marc Silver, Gael García Bernal / Sceneggiatura: Mark Monroe, Marisa Clifford, Kurban Kassam / Interpreti: Gael García Bernal / Produzione: Pulse Films, Canana Films / Mexico City / Distribuzione: P.F.A. Films / Nazione: Usa, Messico,
2013 / Durata: 85’
SUL WEB
Sito ufficiale del film Who is Dayani Cristal di Marc Silver e Gael Garcia Bernal
Filmografia di Marc Silver
Filmografia di Gael Garcia Bernal
Festival Internazionale del Film di Roma – Il sito
P.F.A. Films