I testi filmici, la fotografia, le pubblicazioni e le installazioni di Peter Sutherland sono documenti intimi dei suoi lunghi viaggi, un collage di incontri che formano spontaneamente inaspettate narrazioni interconnesse.
Per la sua prima mostra personale alla Galerie Rodolphe Janssen, Sutherland presenta un’installazione composta da due serie di opere che giustappongono una ragnatela di storie e iconografie – da rocce di guarigione e materiali da costruzione a basso costo, a maestosi paesaggi di montagna e roghi nel Colorado. La sua serie di fotografie stampate su vinile perforato incollate a normalissimi pannelli di compensato, si sono rapidamente inserite nel circuito dell’arte a partire dall’inizio del 2014.
Nonostante la semplicità del compensato sia in netto contrasto con la sostanza ultraterrena e spirituale della catena montuosa nepalese, i due elementi sembrano stranamente fondersi l’uno nell’altro, formare una « coppia perfetta » come se fossero protagonisti di una storia i cui percorsi possono e riescono a incrociarsi, incontrarsi. Nel frattempo, una serie di geodi – rocce vulcaniche sezionate che rivelano il loro nucleo di cristallo – indugiano sul terreno nelle vicinanze. I geodi sono piuttosto frequenti nelle case New Age, noti per il loro potere di guarigione. Questi geodi, però, sono vestiti con alcune immagini raffiguranti delle fiamme, tratte da un falò enorme a cui l’artista aveva dato vita in un ranch del Colorado.
Anche in questo caso, Sutherland pone lo spettatore davanti al contrasto : il misticismo e la spontaneità, la spiritualità e la semplicità. É una poesia avvolgente e spiazzante quella che emerge dalle opere di Peter Sutherland. Il suo lavoro è una sorta di road-trip. Un viaggio on the road in cui nulla, o poco, é programmato, dove ti permetti il lusso di perdere il controllo, dove lasci al tempo la responsabilità di creare restando ad osservare la realtà che prende forme sorprendenti, anarchiche.
La mostra personale di Sutherland condivide il titolo con una famosa teoria di Adouls Huxley (scrittore britannico 1894 – 1963), nota come « Legge dello sforzo rovesciato ». Secondo Huxley, infatti, esiste
« una Legge dello Sforzo Rovesciato. Più cerchiamo mediante la volontà cosciente di compiere qualcosa, meno vi riusciamo. L’abilità ed i suoi risultati sopraggiungono solo per coloro che hanno imparato l’arte paradossale del fare e del non fare simultaneamente, del combinare rilassamento e attività, dell’annullarsi in quanto persona affinché l’immanente e trascendente Inconosciuta Quantità possa imporsi. Non siamo capaci da soli di giungere a comprendere; tutto ciò che possiamo fare è favorire una condizione dello spirito, in cui la comprensione possa giungere a noi… ».
Arrivati a questo punto, allora, viene spontaneo chiederci : La chiave per mantenere, realizzare, costruire un progetto risiede nella mancanza di sforzo nel promuoverlo, ovvero “l’arte di fare e non fare?”. Chiaramente Sutherland non dona alcuna risposta a questo interrogativo, ma probabilmente una risposta può essere trovata in quella natura incontaminata e in quella bellezza serena e piacevole che l’artista rappresenta.
© CultFrame 11/2014
INFORMAZIONI
Peter Sutherland. Reversed Effort
Dal 25 ottobre al 22 novembre 2014
Galerie Rodolphe Janssen / Rue de Livourne 35 Livornostraat, Bruxelles
Orario: martedi – venerdi 10.00 – 18.00; sabato 14.00 – 18.00 / Ingresso libero
SUL WEB
Il sito di Peter Sutherland
Galerie Rodolphe Janssen, Bruxelles