L’esperienza che “si rinnova ogni giorno” e che “non ha fine, è inesauribile”. E poi il concetto plurimo di realtà secondo cui fotografandone una sola (di realtà) “se ne possono vedere moltissime”. Ebbene, in queste dichiarazioni che ho tratto dall’intervista che Filippo Maggia ha effettuato con Daido Moriyama (pubblicata in Daido Moriyama – Visioni del Mondo, SKIRA Photography, 2014) è contenuta in modo preciso tutta la poetica espressiva del fotografo giapponese, una poetica che nell’arco di diversi decenni è divenuta via via sempre più solida, evidente e impressionante. Per vedere le immagini di questo autore, maestro della fotografia nipponica, basta recarsi a Foligno, presso il CIAC – Centro italiano arte contemporanea, fino al 25 gennaio 2015 (Visioni del Mondo è, appunto, il titolo della mostra).
Nomen omen si potrebbe dire. Sì, perché il vero nome di Moriyama è in verità Hiromichi, composto da due ideogrammi: hiro, che vuol dire ampio, e michi, che significa strada. Il destino di questo artista è stato dunque prefigurato fin dalla nascita e il suo mondo creativo, già sintetizzato nel suo nome, ha seguito un’evoluzione che ha finito per determinare un complesso impianto di stile e di contenuti che è divenuto un vero e proprio marchio di fabbrica. Lo sguardo di Moriyama è letteralmente abbandonato alla percezione libera del mondo e della realtà, ma questa realtà è ricca di stratificazioni, di sfumature, di zone impenetrabili. È intensa, drammatica, in alcuni casi scioccante, mai consolatoria. Il fotografo giapponese guarda ogni cosa, ogni angolo della città, coglie aspetti nascosti, si imbatte in altri sguardi, a volte disperati, a volte densi di eros, in altri casi quasi senza espressione. Ma questa “coscienza estrema” per il disordinato tumulto della vita che guida l’azione creativa di Moriyama non gli impedisce di cogliere con lucidità la morte, l’angoscia, il dolore ma anche il non senso e quanto di incongruente gli si presenta davanti. Forti contrasti, violente sgranature, inquadrature mai convenzionali e per nulla ripetitive, campi molti ristretti e dettagli si alternano a ritratti di grande forza comunicativa. Daido Moriyama è un pirotecnico e gigantesco costruttore di un mondo che non sembra controllabile con il linguaggio fotografico. I suoi scatti intercettano realtà misteriose e tragiche, il suo ritmo visuale ci trasporta in una dimensione letteraria in cui non esistono periodi e punteggiatura, ma solo un flusso incontrollato di sensazioni e percezioni, quasi automatiche.
La città nelle sue visioni si trasforma in una sorta di girone infernale, nel quale la sostanza umana diviene parte di un sistema esistenziale in cui tutto sembra imprevedibile, cangiante, improvviso e indecifrabile. Una ragazza che corre in vicolo scuro, l’alienazione metropolitana colta dentro un tunnel attraversato da molte persone, l’abbondanza barocca delle merci esposte, soggetti umani di cui non vediamo le fattezze, corpi nudi nel buio. Questa vibrante girandola di impulsi vitali finisce per comunicare però una sensazione di solitudine, che può essere rintracciata nel volto di una donna nella folla o nell’oscura flessuosità di un corpo femminile ritratto in quella che sembra essere un’anonima camera d’albergo.
Abbandonandosi alla frenetica alternanza degli impulsi visivi generati dallo stile del fotografo giapponese è dunque possibile comprendere come il lavoro di questo artista sia, in verità, un caleidoscopico romanzo visuale, un suggestivo vortice poetico che si evolve senza un attimo di respiro.
© CultFrame – Punto di Svista 11/2014
(Pubblicato su Huffington Post)
INFORMAZIONI
Daido Moriyama – Visioni del mondo
Dal 22 novembre al 25 gennaio 2015
CIAC – Centro italiano d’arte contemporanea / Via del Campanile 13, Foligno / telefono: 0742.357035; 340.4040625
Orario: venerdì 16.00 – 19.00 / sabato e domenica 10.00 – 13.00 e 15.30 – 19.00
Biglietto: intero € 5,00 / ridotto € 3,00
Catalogo: € 40,00
SUL WEB
Il sito di Daido Moriyama
CIAC – Centro italiano d’arte contemporanea di Foligno
SKIRA