Werner Herzog ⋅ Il paesaggio nelle arti visive e le Langhe

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis
Frame del film “Cuore di vetro” di Werner Herzog

Se siete interessati alla rappresentazione del paesaggio nelle arti visive (e non solo) segnatevi questa data: 13 novembre 2014. E se siete liberi in questo giorno recatevi ad Alba (Piemonte), e in special modo al Teatro Sociale. In questo luogo (la sera alle 21.00), troverete niente meno che il grande regista tedesco (ma preferirei definirlo artista visivo) Werner Herzog che terrà, in dialogo con l’ex direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e attuale (ancora per poco, a quanto pare) direttore del Festival del Film di Roma Marco Müller, un incontro-lezione sul tema del paesaggio. Il tutto avverrà nell’ambito delle attività di Collisioni, festival di letteratura e musica (e in collaborazione con regione Piemonte, Film commission Piemonte ed Ente fiera del tartufo bianco).

Il fatto è che nello scorso giugno l’Unesco ha proclamato Langhe-Roero e Monferrato patrimonio mondiale dell’umanità e, dunque, occorreva giustamente rendere ancor più prestigiosa questa proclamazione chiamando in causa un artista visivo che sul paesaggio ha edificato alcune delle prove cinematografiche più significative della sua carriera.

A tal proposito, potremmo semplicemente citare la presenza del tema del paesaggio in capolavori come Cuore di vetro, Aguirre Furore di Dio e Fata Morgana. Ma ciò che appare ancor più importante è evidenziare come il valore che Herzog attribuisce a questo elemento vada al di là del concetto fisico (geografico, potremmo dire) di paesaggio per divenire fattore puramente mentale. Nei film del maestro tedesco le visioni naturalistiche non sono mai estetizzanti e non hanno mai uno scopo banalmente “vedutistico”. Sono, invece, enigmatici contenitori di senso, anzi di sensi plurimi e non sempre decifrabili. È possibile affermare come nel cinema herzoghiano, lo scenario ambientale raffigurato in un’inquadratura assuma la dimensione di “espressione della mente”, come tale molto più vicina all’evanescenza del pensiero umano piuttosto che alla rappresentazione oggettiva della natura.

Frame del film “Cuore di vetro” di Werner Herzog

Frame del film “Cuore di vetro” di Werner Herzog

Il paesaggio, dunque, è considerato enigma esistenziale, elemento filosofico, manifestazione dello straniamento dello sguardo provocato dalla sua ambiguità e dal suo processo di mutazione continua. Nelle immagini di Herzog, il corpo umano è posto in diverse occasioni nello stesso modo utilizzato nelle sue opere dal pittore romantico Kaspar David Friedrich, un modo che non è banalmente contemplativo (e non risponde solo a regole di composizione) quanto piuttosto di tipo simbolico.

Ma se i paesaggi di Herzog possono essere ispirati a quelli di Friedrich, lo stesso Herzog sembra aver influenzato artisti e fotografi della storia più recente dell’arte contemporanea e della fotografia. A tal proposito, mi vengono in mente le immagini fotografiche della finlandese Elina Brotherus, i suoi “territori” freddi e apparentemente immutabili e le figure femminili (la stessa artista ripresa di spalle) avvolte in lunghi cappotti rossi o scuri, figure che mirano verso lo spazio infinito all’interno di un paesaggio alienante e sospeso.

Herzog, dunque, va considerato come un fondamentale punto di passaggio di elaborazione del tema paesaggio nella complessa storia delle arti visive. Non poteva, quindi, che essere l’autore più adatto per celebrare la natura (riconosciuta patrimonio dell’umanità) di Langhe-Roero e del Monferrato.

© CultFrame – Punto di Svista 11/2014
(pubblicato su L’Huffington Post Italia)

SUL WEB
Il sito di Werner Herzog
Filmografia di Werner Herzog
Collisioni – Festival di letteratura e musica in collina – Il sito

Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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