Magic in the moonlight ⋅ Un film di Woody Allen

SCRITTO DA
Silvia Nugara
Frame del film Magic in the Moonlight di Woody Allen

Dopo il plumbeo Blue Jasmine (2013), affresco del crollo sociale e psicologico di una donna sullo sfondo dell’attuale crisi economica, Woody Allen torna alla leggerezza delle scorribande nel passato per raccontare una storia di amori e magie nell’epoca d’oro del jazz. A parte un gustosissimo prologo ambientato in un teatro berlinese, con un cameo di Ute Lemper, il film si svolge in una Costa Azzurra fitzgeraldiana dove anglosassoni in vacanza vivono di conversazioni leggiadre e romanticismo al chiaro di luna. In tale cornice, Allen si diverte a mettere in scena uno degli scontri di civiltà a lui più congeniali, ovvero quello tra britannici e statunitensi.

Colin Firth nei panni dell’illusionista ossessivo incarna i primi: retti, flemmatici, verbosi, logici e sensati fino alla pedanteria. Come medium di provincia, invece, Emma Stone è la quintessenza dei secondi: scaltri, incolti, utilitaristi, impetuosi. All’incontro-scontro tra culture e tra sessi si aggiunge anche il confronto tra una visione del mondo più razionalista e un’altra più misterica.

È meglio seguire le coordinate che ci forniscono il buon senso e le evidenze scientifiche oppure lasciare spazio alla possibilità che esista un mondo magico e trascendente di cui la scienza non riesce a comprendere e a codificare le leggi? Quando ci troviamo di fronte a un dilemma di coscienza o a un bivio esistenziale e non sappiamo a cosa ispirare le nostre scelte, seguiamo il desiderio e l’intuito oppure il rigore della logica matematica? C’è più verità e giustezza in una fede che conforta ma forse illude o in un razionalismo che mortifica ma probabilmente non mente?

Questi sono i dilemmi di fronte a cui Woody Allen pone i protagonisti del suo ultimo film riflettendo al contempo sul cinema stesso. Perché in fondo, anche lo spettatore si trova ogni volta più o meno consapevolmente scisso tra lo scetticismo di chi sa bene che la settima arte è una grande macchina congegnata per produrre illusioni e la voglia di abbandonarsi con credulità alla magia dei sogni che si realizzano sulle note di un pezzo di Cole Porter.

© CultFrame 11/2014 – 12/2014

Film presentato al 32° Torino Film Festival

TRAMA
Stanley Crawford è un celebre illusionista che ha fatto dello smascheramento di ciarlatani e spiritisti impostori la missione della sua vita. Un giorno, l’amico Howard fa appello alle sue competenze per verificare quanto di autentico ci sia nella pratica di Sophie Baker, una medium che ha conquistato la forse eccessiva fiducia di alcuni amici di famiglia.


CREDITI

Titolo originale: Magic in the Moonlight / Regia: Woody Allen / Sceneggiatura: Woody Allen/ Fotografia: Darius Khondji/ Montaggio: Alisa Lepselter/ Scenografia: Anne Seibel/ Interpreti: Colin Firth, Emma Stone, Eileen Atkins, Simon McBurney, Marcia Gay Harden, Hamish Linklater / Produzione: Dippermouth/ USA, 2014 / Distribuzione: Warner Bros. Italia / Durata: 97 minuti

SUL WEB
Filmografia di Woody Allen
Torino Film Festival – Il sito

Warner Bros.

Condividi
Silvia Nugara

Silvia Nugara ha un dottorato di Linguistica Francese e i suoi interessi ruotano attorno alle relazioni tra il linguaggio e la costruzione della realtà sociale, con particolare riferimento agli immaginari e ai discorsi relativi alle soggettività di genere. Attualmente è redattrice di Punto di Svista e Cultframe - Arti visive.

Articoli correlati

Previous
Next

1

About

New CULTFRAME – Arti Visive rappresenta la naturale evoluzione della precedente rivista fondata nel 2000. Vuole proporre ai lettori un quadro approfondito della realtà creativa italiana e internazionale. L’intenzione è quella di cogliere ogni nuovo fattore che possa fornire sia agli appassionati che agli addetti ai lavori un affresco puntuale e moderno riguardo gli sviluppi odierni delle Arti Visive.

3

COPYRIGHT © 2024 CULTFRAME – ARTI VISIVE.
TUTTI I DIRITTI RISERVATI. AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI ROMA N. 152 DEL 4 MAGGIO 2009