All’inizio di Mommy, primo lungometraggio distribuito in Italia dei cinque già girati dal prodigioso venticinquenne canadese Xavier Dolan, non uscite dalla sala a protestare per il “mascherino” sbagliato: il formato è davvero 1:1, un angusto quadrato di luce nel bel mezzo dello schermo oscuro. Inquieto e talentuoso, Dolan ha vinto il premio per la regia a Cannes ex-aequo con l’ottantacinquenne Godard, una sorta di passaggio di testimone in lingua francese che conferma lo stretto legame tra le due cinematografie, ben rappresentato dalla partecipazione di Dolan in veste di attore ad uno dei più scioccanti horror degli ultimi anni, Martyrs di Pascal Lauger, produzione franco-canadese, appunto.
Indizio altresì dell’amore del giovane autore per la cultura pop, dell’evidente rifiuto dell’intellettualismo deteriore del “cinema d’autore” a scapito del pubblico: Dolan gira il suo mélo disfunzionale come un videoclip, riempiendolo di hits popolarissime e colori saturi, parolacce e sguaiataggini. E se il formato claustrofobico da un lato costringe il terzetto di personaggi ad un continuo contatto “fisico”, dall’altro esclude dal racconto il resto del mondo, i “normali”, le persone ordinarie, noi stessi, visti e trattati con evidente disprezzo. Ma un certo snobismo è privilegio della giovinezza, così come l’ostinata affermazione della propria identità che confina con un esibizionismo di maniera che, ne siamo certi, l’ottimo Dolan saprà mitigare in futuro. Più sorprendente che emozionante, Mommy mette in scena “un amour fou à trois”, legami non convenzionali tra fantastici dropout, sentimenti che travalicano i confini tra amore filiale, affetto, sessualità per indicare un rapporto nuovo, unico, né sessuale né parentale, ma profondamento umano, una comprensione istintiva, quasi animale. Così, in un paio di momenti l’illusione di una felicità possibile scardina fisicamente l’immagine, aprendola al mondo, al cielo, alla strada, alla vita, ma è un attimo prima che l’oscurità riconquisti lo schermo, che l’inquadratura imprigioni nuovamente i protagonisti nelle loro esistenze disturbate e coraggiose, incomprese e sincere.
Ecco, Mommy è un film in cui la confezione iperstrutturata non riesce a schiacciare la sincerità di fondo, che appare dall’evidente affetto di Dolan verso i suoi perdenti e verso i suoi attori, la cui perfetta alchimia interpretativa rischiara le zone più oscure di una storia al contempo semplice ed artificiosa.
© CultFrame 12/2014
TRAMA
Un’esuberante giovane vedova si vede costretta a prendere in custodia a tempo pieno suo figlio, un turbolento quindicenne affetto dalla sindrome da deficit di attenzione. Mentre i due cercano di far quadrare i conti, scontrandosi e discutendo, Kyla, l’originale nuova ragazza del quartiere, offre loro il suo aiuto. Assieme, troveranno un nuovo equilibrio, e tornerà la speranza.
CREDITI
Titolo: Mommy / Titolo originale: id. / Regìa: Xavier Dolan / Sceneggiatura: Xavier Dolan / Fotografia: André Turpin / Montaggio: Xavier Dolan / Scenografia: Colombe Raby/ Musica: Noia / Interpreti principali: Antoine-Olivier Pilon, Anne Dorval, Suzanne Clément, Patrick Huard, Alexandre Goyette / Produzione: Metafilms / Distribuzione: Good Films / Paese: Francia, 2014 / Durata: 139 minuti
SUL WEB
Sito italiano di Mommy di Xavier Dolan
Filmografia di Xavier Dolan
Good Films