“Nella sua grandezza il genio disdegna le strade battute e cerca regioni ancora inesplorate” e la mente del poco più che ventenne Stephen Hawking, come nelle parole di Lincoln, non si limitò ad avventurarsi in territori sconosciuti ma cercò di superare i limiti di quegli stessi territori verso più arditi e incredibili traguardi.
Nel 1963, giovanissimo cosmologo quale era, Hawking si dedicò alla ricerca, non solo di un’equazione, ma “della” equazione unificatrice che potesse spiegare la nascita dell’universo. Un talento fuori dal comune, accompagnato da uno studio convulso, non privo di abnegazione ma, nel contempo, anche in preda ad una sorta di disordinata follia, hanno portato all’espressione di geniali teorie come la “radiazione di Hawking” e la termodinamica dei buchi neri. La mente illuminata di Stephen, nonostante la scoperta della malattia degenerativa che lo porterà all’atrofia muscolare progressiva, reagirà con tanta forza da sconfiggere ogni previsione medica e andare ben oltre i due anni di vita che gli specialisti gli pronosticarono all’inizio del manifestarsi dei sintomi.
La sua storia (oggi ha 73 anni) di scienziato ha lasciato un’impronta nel mondo, non soltanto dell’astrofisica, e qui viene raccontata attraverso gli occhi della prima moglie, Jane Wilde, dal cui romanzo “Verso l’infinito” (Travelling to Infinity: My Life with Stephen) il film è tratto. Il cosmo, i suoi misteri e i suoi affascinanti quanto immensi interrogativi, restano, tuttavia sullo sfondo, poiché più che all’enigma dello spazio siderale James Marsh è, evidentemente, più interessato a quello, non meno complesso, del cuore umano.
Ciò che ne risulta, quindi, è una storia d’amore e sacrificio; il racconto, seppur edificante, di un calvario laico di una coppia che, di fronte alla malattia e al suo inesorabile e doloroso avanzare, vede erodersi, giorno dopo giorno, la sostanza di forza e sentimento che era alla base dello stare insieme.
Alla parabola ascendente della carriera di Hawking si affianca, con una corrispondenza pressoché (e beffardamente) matematica, quella tramontante del matrimonio che aumenta, a velocità costante, la distanza, ogni giorno più ampia, tra Stephen e Jane. Avvolti dai silenzi e dai dubbi e lambiti da una rabbia implosa i due si fanno sempre più estranei e mentre lo scienziato, paralizzato nel movimento e nella parola, ricorre ad un sintetizzatore vocale per esprimersi, la moglie si trincera dietro un dolore silente.
Marsh, regista interessante che, in particolar modo nel documentario (vedi Man on Wire e Project Nim), ha dato prova di una certa originalità, ha scelto con questo lungometraggio di battere il sentiero rassicurante di una narrazione ultra convenzionale in cui alla forma, indubbiamente elegante, non corrisponde una reale profondità della sostanza. Si ha l’impressione, infatti, che lo spirito più autenticamente coinvolgente dell’indagine interiore sia stato sacrificato in favore di un racconto senza guizzo alcuno ma ottimamente confezionato in perfetto “stile Academy”.
La straordinaria performance di Eddie Redmayane (che per questo ruolo ha già, meritatamente, ottenuto un Golden Globe e la candidatura all’Oscar) è, in realtà, l’unica vera luce che illumina il film ma il cui riverbero non basta per riscattarlo dall’opacità di un melò senz’anima.
© CultFrame 01/2015
TRAMA
La grande e complessa storia d’amore tra Stephen Hawking, uno dei più gradi scienziati della nostra epoca, e Jane Wilde, conosciuta quando entrambi erano studenti di Cambridge, negli anni Sessanta. Al brillante cosmologo, poco più che ventenne, gli viene diagnosticata una malattia degenerativa che lo avrebbe tenuto in vita non più di due anni. Sostenuto da una grande forza di volontà e dall’amore della moglie Jane (dalla quale avrà tre figli) Hawking, oggi settantatreenne, non solo affronta il terribile male che, a poco a poco, devasta il suo fisico, ma diventa uno scienziato di fama mondiale. Mentre la sua carriera decolla, però, il matrimonio entra in crisi.
CREDITI
Titolo: La teoria del tutto / Titolo originale: The Theory of Everything / Regia: James Marsh / Sceneggiatura: Anthony McCarten / Fotografia: Benoit Delhomme / Montaggio: Jinx Godfrey / Musica: Johann Johannsson / Interpreti: Eddie Redmayne, Felicity Jones, Emily Watson, David Thewils / Produzione: Working Title Films / Distribuzione: Universal Pictures / Usa, 2014 / Durata: 123 minuti
SUL WEB
Sito ufficiale del film The Theory of Everything di James Marsh
Sito italiano del film La teoria del tutto (The Theory of Everything) di James Marsh
Filmografia di James Marsh
Universal Pictures