I finalisti che partecipano al Taylor Wessing Photographic Portrait Prize di quest’anno sono stati selezionati tra oltre mille e settecento partecipanti da tutto il mondo, per un totale di quattromila immagini. I sessanta ritratti in mostra, sono quelli che meglio hanno saputo convincere la giuria e il direttore uscente della National Portrait Gallery, Sandy Nairne. Si tratta di opere eleganti, ironiche, e, a tratti, vagamente inquietanti, per la maggior parte incentrate sul mondo dell’infanzia.
Il primo premio dell’edizione 2014 è stato vinto da David Titlow per la sua immagine quasi rembrandtiana di un cane e bambino, in cui l’attenzione del fotografo si concentra più sul momento, che sulle persone. Dopo una festa di mezza estate, il bambino (figlio del fotografo) e il gruppo di amici sul divano, con cane al seguito, vengono avvolti dalla luce del mattino, in un momento intimo e cordiale, che ricorda le valenze pittoriche dell’Età d’oro olandese.
Il secondo premio è andato invece a Jessica Fulford-Dobson per “Skate Girl”. Il ritratto fa parte di una serie fotografica che serve a documentare le ragazze afgane che frequentano l’organizzazione non governativa Skateistan, fondata a Kabul nel 2007. Fulford-Dobson vuole sottolineare il clima liberatorio dell’iniziativa, le poche ore di infanzia normale, lontano dalla guerra, lo skateboard come oggetto di speranza e di realizzazione, ma anche di sensibilizzazione culturale.
Il terzo premio è stato vinto da Birgit Püve per “Braian e Ryan”. Il ritratto, anch’esso parte di una serie che ha per tema i gemelli, raffigura due fratelli estoni, accovacciati in una radura di campagna, identici negli sguardi e nei vestiti, mentre uno di loro trattiene una gallina. La Püve ha visitato per nove anni i ragazzi, ritraendoli in vari punti della fattoria della loro nonna, subito fuori Tallin.
Per finire, il quarto premio, è stato assegnato a Blerim Racaj per il ritratto dal titolo “Indecisive Moment”, tratto da una serie recente e inedita di ritratti di giovani kosovari. Il progetto mira a rappresentare la situazione socio-politico del Kosovo e, soprattutto l’alto livello di disoccupazione dei giovani, che qui sono ritratti in tutta la loro incertezza e vulnerabilità, mentre siedono sui gradini della Biblioteca Nazionale.
Il filo conduttore dell’infanzia e della gioventù, si esplica anche in altre opere in mostra.
Interessante il ritratto della figlia di un rabbino, realizzato da Laura Pannack, fotografa che si è aggiudicata il John Kobal New Award. Il suo progetto fotografico dal titolo “Purity”, si concentra sulle donne ebree ortodosse e le ragazze che vivono a Stamford Hill. Pannack, che vive in questa zona a nord di Londra densamente popolata da ebrei haredi, è rimasta incuriosita dalla comunità ortodossa, così chiusa e morigerata ed ha trascorso molti mesi per conoscere le famiglie, lavorando nelle scuole e donne e bambini, entrando lentamente nel loro mondo. “Chayla in Shul”, soggetto della foto vincitrice, è una bambina timida ed introversa, ma anche molto matura, raffigurata, con la stessa compostezza di una dama rinascimentale, nella sinagoga guidata da suo padre, mentre tiene tra le mani un libro di preghiere.
Di sicuro, in questa edizione, si evince una sottile ammirazione per i grandi maestri della pittura. L’obiettivo indugia su corpi nascosti da veli, membra provate dalla malattia o dalle ferite di guerra, torsi sfatti e surreali, fino all’originalissimo e agghiacciante primo piano di Silvio Berlusconi, realizzato da Paul Stuart. Il fotografo del Sunday Times non ha esitato ad immortalare un Cavaliere non più giovane, con il volto terreo, solcato da rughe e stanchezza.
Per il resto, sorvolando altre fotografie che hanno protagonisti cani e bambini, il Taylor Wessing Photographic Portrait Prize di quest’anno sembra discostarsi da precedenti edizioni, spesso tacciate di prevedibilità e scarsa originalità. Questa edizione spazia, tra il serio e l’ironico, tanto dal reportage accurato al ritratto lucido, a tratti, impietoso. Si passa così dalla fissità di una gioventù incappucciata, sinonimo di periferia grigia e senza futuro, a donne di mezza età che sorridono alle beffe della vita o si piegano in un dolore muto, negli interni di una casa spoglia.
© CultFrame 01/2015
INFORMAZIONI
Taylor Wessing Photographic Portrait Prize 2014
Da 13 novembre 2014 a 22 febbraio 2015
National Portrait Gallery / St Martin’s Place / Telefono +44(0)2073122463
Orario: 10.00 – 18.00 / giovedì e venerdì 10.00 – 21.00 / Ingresso libero