Selezionato dal Sundance Film Festival e nella sezione dedicata al cinema per i ragazzi della Berlinale 2015, il primo lungometraggio del romano Lamberto Sanfelice ha già saputo farsi apprezzare da un pubblico internazionale per l’universalità del racconto di formazione che mette in scena con stile compatto e calibrato.
Girando quasi sempre con la macchina a mano che segue da vicino i suoi protagonisti, alla maniera dei fratelli Dardenne, Sanfelice ci mostra nelle prime sequenze più la nuca che il volto del personaggio di Jennifer (detta Jenny), una diciassettenne praticante il nuoto sincronizzato che vediamo allontanarsi dalla piscina e costretta a vivere con il padre catatonico e il fratellino in una baita sui monti abruzzesi della Majella.
Tale dramma familiare è raccontato dal regista in modo realistico ma con forti opposizioni simboliche, prima fra tutte quella tra il litorale romano e la confusione gioiosa delle compagne di nuoto (lo spettatore scoprirà che si trattava di Ostia) da cui la ragazza è sradicata e l’aspra montagna dove si ritrova isolata in seguito alla morte della madre. Un lutto che come altri dettagli della trama viene svelato a poco a poco attraverso i dialoghi tra i vari personaggi che interagiscono nel corso del film.
Anche le sequenze realizzate in piscina raffigurano con evidenza visuale e forza simbolica la peculiarità del nuoto sincronizzato che, analogamente all’elaborazione di un lutto, richiede una fatica enorme sotto l’acqua per ottenere armonia e leggerezza sopra la superficie. Jenny ha un sogno, partecipare agli imminenti campionati italiani della sua disciplina, e su questo obiettivo si struttura la suspense del film; ma gli anni di allenamenti che ha sostenuto non si riveleranno tanto utili per la sua carriera agonistica quanto per quella vita da adulta che si trova a dover affrontare prematuramente.
Dopo avere tentato di trovare una vera nuotatrice di sincro, Sanfelice ha felicemente scelto per il ruolo della protagonista la giovane attrice Sara Serraiocco, che ha messo a frutto le sue esperienze di danza classica ed è riuscita anche a svolgere in prima persona alcune delle scene in piscina. Il film si regge in buona parte sulla sua recitazione asciutta e sulla forza fisica con cui dà corpo al suo personaggio. Rivelatasi due anni fa in Salvo di Grassadonia e Piazza, poi nel cast del Francesco televisivo di Liliana Cavani nel ruolo di Santa Chiara, la rivedremo presto ne L’Accabadora di Enrico Pau.
A tenere a battesimo questo film d’esordio, si segnalano nel cast anche Giorgio Colangeli, che interpreta lo zio della protagonista, Piera Degli Esposti, preside della scuola locale, e Ivan Franek, uno slavo fuggito in Italia dalla guerra.
© CultFrame – Punto di Svista 02/2015
TRAMA
Costretta a lasciare la sua città e gli allenamenti di nuoto sincronizzato dopo la morte della madre, la diciassettenne Jennifer si ritrova a vivere con il padre catatonico e il fratellino sulle montagne abruzzesi. Occuparsi di loro e proseguire la sua disciplina agonistica sembrano due attività inconciliabili.
CREDITI
Titolo: Cloro / Regia: Lamberto Sanfelice / Sceneggiatura: Lamberto Sanfelice, Elisa Amoruso / Fotografia: Michele Paradisi / Montaggio: Andrea Maguolo / Scenografia: Daniele Frabetti / Interpreti: Sara Serraiocco, Ivan Franek, Giorgio Colangeli, Piera Degli Esposti, Anatol Sassi, Andrea Vergoni / Produzione: Damiano Ticconi, Ginevra Elkann / Italia, 2015 / Distribuzione internazionale: Rai Com / Durata: 94 minuti
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