Una foto, un nome, un’arma: questo è tutto ciò che occorre a Richie Kuklinski per svolgere il suo lavoro. Killer su commissione, pratica il suo mestiere con la perizia del professionista e la freddezza di chi ha scelto che sia la morte a firmare la busta paga. Non un personaggio di fantasia ma un uomo realmente esistito e che ha avuto al suo attivo un numero imprecisato di omicidi (ben oltre i cento) tra il 1948 e il 1986, guadagnandosi un posto d’onore (se così si può dire) nella storia del crimine americano, con il nome di Iceman, l’uomo di ghiaccio. Un appellativo che gli calzava doppiamente, sia per la sua – apparente – imperturbabilità di fronte alla minaccia o al puro orrore, sia per il “metodo” che ha contraddistinto la sua sanguinaria pratica: congelare le vittime per impedire agli inquirenti di risalire alla data del decesso.
Ciò che ha reso Kuklinski un personaggio da film è proprio la sua duplice esistenza: padre amorevole e spietato assassino. Sposato con una moglie che lo crede un brillante operatore dell’alta finanza, padre di due figlie, per le quali vuole un’educazione cattolica, Richie è il marito modello: amorevole, presente, fedele. Nella tasca della giacca ha la foto dell’amata famiglia e un’arma, a rappresentare il suo destino bifronte, tra amore e atrocità. Quest’ultima esperita fin da bambino, incisa sulla pelle dai pugni del padre, gli stessi che riservava anche al fratello minore del quale Richie tentò di cancellare l’esistenza nella vana speranza che il loro comune destino omicida potesse permettere, almeno a lui, la possibilità di costruire un altro sé, oltre lo spettro di morte che gli camminava accanto.
Ed è lo strenuo sforzo per raggiungere la normalità, o ciò che più le si potesse avvicinare, che Ariel Vromen ha voluto raccontare in questo film (tratto dal romanzo di Anthony Bruno The Iceman: The True Story of a Cold-Blooded Killer) mettendo in campo un uomo che sembra aver polverizzato ogni segno di pietà e di sentimento ma, nel contempo, è capace di raccogliere quell’unica traccia di umanità residuale e concentrarla sulla sua donna e le sue figlie, come se quel microcosmo di affetto puro e incontaminato, potesse permettergli di prendere aria fuori dal respiro tossico del mondo esterno e, soprattutto, di se stesso.
Vromen non fa di Kuklinski un mostro ma l’essere umano che tenta di sconfiggerlo. Ancora una volta è la duplicità a rendere più straziante questa lotta, la dicotomia tra ciò che sa di essere e ciò che vorrebbe diventare sebbene, anche in questo estremo confronto, Richie sia dilaniato ma mai disperato. Di ghiaccio, appunto, anche mentre fagocita se stesso.
“Iceman” ha il volto e il ghigno di uno straordinario Michael Shannon che non è solo il protagonista del film ma “è” il film. Attraversa ogni inquadratura occupandone lo spazio fisico ed emotivo e vi soffia dentro rabbia e orrore, dando ad ogni gesto il peso dell’ineluttabile. Il regista disegna la tragica parabola di Richie attraverso gli anni che passano e, con loro, anche la glaciale impassibilità di Kuklinski sembra venir meno fino a portarlo a quell’errore che si rivelerà fatale.
Plumbeo come il presentimento della fine, il film di Vromen è una fosca ballata di morte in cui eccellenti comprimari fanno da perfetto contrappunto alla “voce sola” di Kuklinski, stridente e agghiacciante come il grido dell’inevitabile.
© CultFrame 08/2012 – 02/2015
TRAMA
Richard Kuklinski è stato un killer professionista, tra i più spietati della storia del crimine americano. Riuscì, tuttavia, a condurre una doppia vita: padre amorevole e assassino su commissione. Per ben quarant’anni fu in grado di mantenere una normale vita familiare, fino all’arresto e alla morte, avvenuta in carcere, nel 2006.
CREDITI
Titolo originale: The Iceman / Regia: Ariel Vromen / Sceneggiatura: Morgan Land, Ariel Vromen dal romanzo The Iceman. The True Story of a Cold Blooded Killer di Anthony Bruno / Fotografia: Bobby Bukowski / Montaggio: Danny Rafic / Scenografia: Nathan Amondson, Teresa Visinare / Musica: Gaun Nazar / Interpreti: Michael Shannon, Winona Ryder, Chris Evans, Ray Liotta, James Franco / Produzione: Millennium Films, Ehud Bleiberg / Distribuzione: Barter Entertainment / Paese: USA, 2012 / Durata: 98′
SUL WEB
Sito ufficiale del film Iceman di Ariel Vromen
Filmografia di Ariel Vromen
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Il sito
Barter Entertainment