The Search. Un film di Michel Hazanavicius

SCRITTO DA
Giovanni Romani

Michel HazanaviciusHazanavicius, già regista del più sopravvalutato divertissement degli ultimi anni, The Artist, torna alla regìa con un progetto ambizioso e fortemente desiderato, una rilettura di Odissea Tragica (1948) di Zinneman, ambientata durante il conflitto russo-ceceno degli anni ’90. Un film di guerra, dunque, che peraltro presenta un paio di difettucci: non vi è traccia né di guerra, né tantomeno di cinema.

Centocinquanta minuti per rivelarci che la guerra è brutta, i russi sono cattivi, e sua moglie, la protagonista Bejo, è bella e buona. Al di là di questo, The Search è un concentrato di banalità melense e mediocri, privo di qualsiasi idea visiva o narrativa, immerso in un contesto che nega la rappresentazione del conflitto, lasciando in campo soltanto la stolida brutalità delle truppe russe, ridotte a masse di omofobi decerebrati che non combattono (dove sono i “nemici”?), ma si limitano a massacrare civili inermi. La rimozione del conflitto finisce così per privare di tensione narrativa il racconto che si riduce ad una parziale antologia di cliché militareschi e che non giustifica in alcun modo la grottesca trasformazione del giovane studente cannarolo con chitarra in cinica belva di guerra con kalashnikov, perché, udite udite, la guerra uccide l’innocenza: è un dogma, dunque perché argomentare?

Hazanavicius, colpevole pure di sceneggiatura, tratteggia personaggi tagliati con l’accetta, psicologie basiche, intrecci risaputi, e, abbandonato lo scintillante bianco e nero del precedente successo, dimostra una notevole imperizia registica, appiattisce gli sfondi, priva di profondità scenari ed interpreti, badando soltanto a trasmettere un “messaggio” blandamente manicheo che finisce per raggelare qualsiasi emozione. Nulla ci viene raccontato del conflitto ceceno, delle motivazioni delle parti in causa, delle ragioni storiche di una guerra rappresentata dai soli raid punitivi dei terribili russi, ridotti ad inumani cliché, così come gli altri personaggi, inerti statuine che non riescono a staccarsi dallo sfondo, a conquistare uno spessore drammaturgico, limitandosi a ripetere le loro mediocri battute. Bejo pare sempre uscire da un vernissage parigino, Bening interpreta un personaggio incomprensibile afflitto da rictus facciale, mentre il giovane Emelianov non cambia la sua espressione perennemente sbigottita neppure sotto il fuoco nemico. Glissiamo per pietà sull’happy end la cui improbabilità gareggia con la banalità. Un film pretenzioso, profondamente sbagliato e, imperdonabile, interminabile.

© CultFrame 03/2015

TRAMA
Guerra in Cecenia, anno 1999. Carole è un’attivista per i diritti umani che lavora per l’Unione Europea; durante la sua raccolta di prove del terribile conflitto, la donna incontra Hadji, un bambino di 9 anni che si rifiuta di parlare. Hadji è profondamente traumatizzato dagli orrori cui ha assistito ed è convinto di essere l’unico sopravvissuto della sua famiglia; in realtà, sua sorella Raïssa è ancora viva e sta cercando sia lui che l’altro fratello. Kolja è un ragazzo russo di 20 anni, addestrato dai militari e trasformato in un soldato capace di uccidere civili senza rimorsi. Sullo sfondo della guerra, le vite di queste quattro persone saranno unite da un tragico destino.

CREDITI
Titolo originale: The Search / Titolo: Id. / Regìa: Michel Hazanavicius / Sceneggiatura: Michel Hazanavicius / Fotografia: Guillaume Schiffman / Montaggio: Anne-Sophie Bion, Michel Hazanavicius / Scenografia: Emile Ghigo / Interpreti principali: Bérénice Bejo, Annette Bening, Maxim Emelianov, Zukhra Duishvili, Abdul-Kalim Mamatsuiev, Lela Bagakashvili / Produzione: La Petite Reine, Wild Bunch, France 3 Cinema, Orange Studio / Distribuzione: 01 Distribution / Paese: Francia, 2014 / Durata: 159 minuti

SUL WEB
Filmografia di Michel Hazanavicius
01 Distribution

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Giovanni Romani

Nato a Udine, arraffo un diploma di maturità classica. Mi diplomo a Firenze alla Bottega Teatrale di Vittorio Gassmann. Me ne vado a Roma a far teatro, in seguito cinema con Gianni Amelio. Scippo una mediocre laurea in giurisprudenza alla Statale di Milano e nel contempo inizio a scrivere recensioni per il Messaggero Veneto. Abbandono la carta per la rete, prima con Cinema.it, per poi approdare a CultFrame - Arti Visive. Attualmente: avvocato tatuato cinefilo cinofilo.

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