La memoria può produrre effetti differenti sul presente: ricordiamo con estrema precisione alcuni accadimenti legati a situazioni pratiche in cui ci districhiamo ogni giorno o fattori che hanno condizionato la nostra esistenza. Al contrario periodi più o meno lunghi di tempo trasformano il passato in situazioni non sempre riconducibili a fatti concreti, precisi. A volte riusciamo a produrre rappresentazioni sotto forma di ricordi che, inconsciamente, ci allontanano dalla realtà degli accadimenti per delinearne dei nuovi. Anche qui i fattori possono essere diversi: dalla volontà di rimozione alla facoltà di immaginare, fino alla pratica dell’evocazione. Quanto la fotografia può affiancare e sostenere la memoria e, nello specifico, permetterci di evocare dei sentimenti profondi attualizzandoli in immagini, nel presente?
“Con questo lavoro mi propongo di mappare le tracce del sé attraverso le configurazioni della memoria, intesa non solo come archivio e bagaglio di esperienze ma come forza creativa vitale, costituita da ricordi e informazioni rievocati a livello cosciente solo in minima parte.”
In questa dichiarazione di Stefano David, riportata nel testo di presentazione della sua mostra fotografica dal titolo Atomi. Paesaggi della memoria in corso presso la galleria Fòndaco di Roma a cura di Francesca Marino e Flora Ricordy, troviamo, oltre a una possibile risposta al nostro quesito, le intenzioni e il personale percorso evocativo con cui l’autore si è misurato.
Nelle fotografie esposte siamo in presenza di vere e proprie apparizioni e non di trasformazioni del ricordo con cui ripescare un suggerimento della memoria. Questo evocare è attualizzare una presenza legata all’esperienza con cui abbiamo attraversato un avvenimento: una rielaborazione, non una sosta o un ritorno nel passato. Una delle qualità intrinseche della fotografia è quella di produrre delle apparizioni più che dei ricordi e pertanto legata all’esperienza più che alla memoria. Le immagini esposte in un’unica e accogliente sala provocano un senso di sano straniamento: boschi, spiagge, villaggi, luoghi di una certa familiarità ma al contempo onirici, sfuggenti.
Un veliero fluttua sospeso sul mare, un villaggio si scompone in tante piccole case fatte di luce, un bosco ondeggia pur in assenza di vento. Una spiaggia con due ombrelloni: in uno scompare, nella grana dell’immagine, l’asta che lo sorregge facendolo rimanere sospeso sul mare. L’uso di pellicola bianco e nero per infrarossi evidenzia la trama della struttura delle fotografie e insieme alle multi esposizioni con diverse sfocature ne aumentano il senso di presente materialità. Da un lato comprendiamo che le tecniche fotografiche analogiche utilizzate da Stefano David sono importanti per il risultato finale delle immagini, ma a nostro avviso sono solo un supporto al cospetto della determinante necessità di rielaborare emozioni e sentimenti del suo vissuto.
© CultFrame – Punto di Svista 04/2015
Stefano David nasce a Roma nel 1970. Si diploma in fotografia presso l’Istituto di Scienza e Tecnica di Roma. Ha preso parte a diverse esposizioni sia collettive che personali. Un suo recente progetto fotografico dal titolo Metropolis ha ottenuto diversi riconoscimenti ed è stato esposto sempre nella galleria Fòndaco nel 2011.
INFORMAZIONI
Mostra: Atomi. Paesaggi della memoria / A cura di Francesca Marino e Flora Ricordy
Dal 26 marzo al 16 aprile 2015
Galleria Fòndaco / Via degli Zingari 37, Roma / Telelono: 06.4873050 / Cell. 339.8438270 / info@fondaco.eu
Orario: martedì – sabato 10.00 – 13.30 e 16.00 – 19.00 / Ingresso libero
SUL WEB
Galleria Fòndaco, Roma