“Esplodere o implodere” – sottolineava Calvino – “questo è il problema”. Un interrogativo che il detective Alec Hardy, affilato di mente e debole di cuore, sembra porsi nel momento esatto in cui mette piede a Broadchurch, microcosmo misterico che, dietro la struggente bellezza del paesaggio, pare celare inquietanti segreti che uniscono, invisibilmente, tutti gli abitanti in una arcana e minacciosa cerimonia collettiva dalla quale gli estranei, e lui per primo, restano inesorabilmente esclusi
Crime drama inglese di straordinario successo nel 2014, trionfatore ai BAFTA Television Film Award con tre premi (miglior drama, miglior attrice protagonista, Olivia Colman e miglior attore non protagonista, David Bradley) Broadchurch è andato in onda sulla rete britannica ITV (Indipendent Television) con la prima stagione trasmessa nel marzo 2014 ed è arrivato nel nostro paese sul canale Giallo il 28 aprile dello stesso anno, registrando un picco di ascolti che ha collocato la serie tra le più viste di sempre sulla rete crime del gruppo Discovery Italia che, il 6 aprile del 2015, ha trasmesso il primo episodio della seconda, attesissima, stagione dopo il debutto in patria, sempre su ITV, del mese di gennaio.
Un sequel che, in realtà, potrebbe essere considerato (anche) un prequel poiché porterà alla luce i motivi che hanno spinto l’inquieto detective Hardy, (interpretato da un intenso e tormentato David Tennant) in forza alla Omicidi di Sandbrook, ad arrivare, quasi suo malgrado, nella cittadina di Broadchurch. Due stagioni, di 8 puntate l’una, ideate da Chris Chibnall, sceneggiatore e produttore del Lancashire, con una lunga esperienza da autore televisivo maturata in altre serie di successo made in England come Life on Mars, Law and Order UK e Doctor Who del quale ha prodotto lo spin off Torchwood, Broadchurch si colloca in una posizione di tutto rilievo nel panorama delle serie contemporanee di matrice europea.
Pur muovendo dal più classico meccanismo del giallo – omicidio, indagini e cattura dell’assassino – questa serie si distingue non soltanto per la straordinaria bravura dei suoi protagonisti (Olivia Colman su tutti, il cui viso rivela quella strabiliante tavolozza espressiva che appartiene solo ai grandi attori) ma per la qualità della sceneggiatura e, in particolar modo, per la plumbea raffinatezza di una regia che gli conferisce un’atmosfera fortemente drammatica, in un crescendo di tensione che avvince e, al tempo stesso, toglie il fiato allo spettatore.
La prima stagione inizia con la tragica morte di un ragazzino, Danny Latimer, ritrovato ai piedi della scogliera. L’inspiegabile delitto, consumato in una piccola comunità operosa ed apparentemente affiatata, sconvolgerà gli equilibri della cittadina che, via via, mostrerà il suo volto più oscuro come i segreti che quasi ogni abitante sembra celare dietro una parvenza di cristallina normalità.
Già l’incipit, di stile più propriamente cinematografico, sottolinea da subito la peculiarità del serial. Le inquadrature dei differenti momenti della notte del delitto, che culminano con il ragazzo in piedi sulla scogliera, luogo totemico dell’intero schema narrativo/visivo, ci conducono nel cuore della trama.
Al mattino, quando ancora il cadavere deve essere scoperto, la tranquilla quotidianità del paese – che come una sottile pellicola si andrà lacerando sempre più nel corso di ogni puntata – ci viene mostrata in un lungo (per la tv) piano sequenza in cui Mark Latimer, il padre di Danny, attraversa le strade di Broadchurch incontrando tutti i protagonisti che, con differenti gradi di coinvolgimento, saranno implicati nella storia. E’ l’inizio di tutto, dove tutto, da quel momento in poi, non sarà più lo stesso. Chibnall, infatti, costruisce l’intero racconto partendo da quel momento topico che segna una linea di demarcazione netta tra un “prima” e un “dopo”.
Nel pilot all’irrompere della tragedia corrisponde anche l’arrivo di un nuovo detective in città, Alec Hardy, estraneo e “straniero”, venuto da Sandbrook dove ha lasciato una famiglia e un caso irrisolto (che, nella prima stagione, emerge in filigrana nei suoi ricordi) strappando la promozione all’autoctono sergente Ellie Miller con la quale formerà una male assortita squadra di lavoro, nata non proprio sotto i migliori auspici ma destinata a rivelarsi formidabile.
Hardy e Miller sono, infatti, agli antipodi. Alec, aspetto emaciato di chi ha dormito poco e pensato troppo, è cupo, scontroso e diffidente; Ellie, schietta donna di provincia, è disponibile, aperta e fiduciosa. Laddove lui sospetta di chiunque, lei non riesce ad immaginare nessuno colpevole. Insieme sembrano una improbabile coppia di colleghi ma, proprio come in ogni rapporto tra personalità opposte, il metodo di uno finisce per confluire in quello, contrario ma funzionale, dell’altra. Diversissimi, eppure speculari, ai due investigatori occorrerà tempo e dolore prima di riuscire a battere, insieme, il sentiero tortuoso delle indagini e nel corso della seconda stagione, rinsalderanno il loro sodalizio professionale, tuttavia mai privo di asprissimi contrasti.
E’ la fragilità umana a costituire il punto di forza di Broadchurch, cittadina immaginaria del Dorset immersa in un paesaggio naturale di straordinaria bellezza sul quale campeggia una ripida scogliera, luogo-simbolo del dramma nonché confine reale-ideale oltre il quale precipitano gli eventi. Girata nelle zone più suggestive del sudovest del Regno Unito, la serie, contrariamente ai grigi cromatismi che spesso vengono associati al British Drama, è realizzata prevalentemente en plein air, illuminata dagli accecanti riverberi del sole, la cui nitidezza sembra tagliare in due, come una lama affilata, la verità, lacerandone gli strati. E mai giorni assolati diventarono più foschi, avvolti dalle ipnotiche e bellissime sonorità del musicista islandese Ólafur Arnalds.
Gli episodi, diretti per la maggior parte da James Strong e alcuni da Euros Lyn (entrambi facenti parte del team di Doctor Who e provenienti da blasonate esperienze tv come Downton Abbey per Strong e Black Mirror per Lyn), mantengono l’equilibrio e l’atmosfera del pilot sviluppando la linea narrativa in un crescendo di tensione, alternando alle asperità del rapporto tra i due investigatori, la forza emotiva dei legami familiari che, di fronte al tragico, cercano di ricomporre i pezzi che esso a frantumato. La famiglia, infatti, intesa come moto centripeto è alla base della vicenda. Tutto tende ad essere assorbito, filtrato e quand’anche negato all’interno di essa e alla quiete domestica viene così strappata la sua copertura più rassicurante, quella della “normalità” e, puntata dopo puntata, è proprio negli armadi di famiglia che spuntano i più atroci degli scheletri.
Il “sole nero” alto su Broadchurch definisce i contorni di un’umanità tragica, illuminata da una fotografia che accentua i toni del realismo. Non vi è traccia di ironia come se allo strazio non sia permessa requie affinché il racconto non si allontani mai da quell’umore lacerante e intimo che lo pervade. Asciutta e durissima questa serie non concede nulla al mero spettacolo, nonostante l’accuratezza della messa in scena, e si muove nei confini del crime drama più rigoroso. L’epilogo della prima stagione, che raggiunge picchi di straziante intensità, è tutt’altro che “aperto” ma, malgrado questo, lascia intravedere, sul finale, la possibilità che le strade di Hardy e Miller si possano incontrare di nuovo. Come avverrà, appunto, nella seconda stagione.
Impresa non facile quella di riaprire un nuovo scenario sulla scogliera di Broadchurch eppure Chibnall ha saputo riannodare i fili di un discorso solo appena accennato nei primi otto episodi, quello del passato di Hardy. Cosa lo ha spinto a lasciare Sandbrook? Un torbido duplice delitto nella cui indagine fallì clamorosamente. Non un semplice caso ma una vera e propria ossessione che si è ormai conficcata come una spina nella sua anima, portandogli via un pezzo di vita e di salute. Senza mutare i fattori Chibnall, nella seconda stagione, pare invertire il risultato o meglio, metterlo in discussione. L’assassino assicurato alla giustizia sembra non essere più la soluzione o, almeno, non l’unica. Mentre il colpevole torna sulla scena con un iniziale coup de théâtre, Alec è costretto a guardarsi (e a tornare) indietro, ai delitti di Sandbrook, alle prove scomparse, al mistero mai svelato, ad un omicida senza volto… Ecco perché il sequel diventa anche un prequel a comporre un’opera unica dove, nel finale, ogni tassello tornerà al suo posto.
Se nella prima stagione era la parola (espressa o sottesa) a cadenzare il ritmo degli episodi, in un meccanismo di svelamento progressivo, nella seconda è lo sguardo la cifra stilistica che lo contraddistingue. La traiettoria degli occhi dei protagonisti percorre tutte le puntate come a tracciare un invisibile reticolo in cui la verità viene nascosta, filtrata, solo parzialmente rivelata… Ai vecchi protagonisti se ne aggiungono degli altri e, le special guest Charlotte Rampling (l’avvocato Jocelyn Knight) e Marianne Jean-Baptiste (l’avvocato Sharon Bishop), fanno cambiare di segno all’intero progetto: da crime drama a legal drama. Al giallo si aggiunge l’impianto processuale, la frenesia del dibattimento, lo scontro, spesso aspro e scorrettissimo, tra i legali eppure quel fosco presentimento che, fin dall’inizio pervade la vicenda, non viene mai meno e lo sguardo, dicevamo, si fa più cupo e affilato come pronto a vedere altro e oltre.
Tra Sandbrook e Broadchurch, tra passato e presente, Alec ed Ellie risolveranno il mistero che non separa le due stagioni in due racconti diversi ma ne fa, abilmente, un unico, raffinato e complesso giallo dalle multiple sfaccettature umane.
Il remake americano, Gracepoint, (stesso autore, stesso protagonista) è andato in onda sul canale Fox in Usa ma ha chiuso i battenti dopo i primi 10 apisodi, per Broadchurch, invece, già si parla di una terza stagione. Intanto la seconda prosegue su Giallo la domenica in prima serata.
© CultFrame 04/2015
CREDITI
Serie Tv: Broadchurch / Regia: James Strong, Euros Lyn, Mike Barker (2 episodi), Jessica Hobbs (due episodi), Jonathan Teplitzky (1 episodio) / Ideatore e sceneggiatore: Chris Chibnall / Musiche: Olafur Arnalds / Interpreti: David Tennant, Olivia Colman, Jodie Whittaker, Andrew Buchan, Arthur Darvill, Charlotte Rampling (seconda stagione), Marianne Jean Baptiste (seconda stagione) / Produzione: Kudos Film and Television / Paese: UK / Episodi: 8 (prima stagione) 8 (seconda stagione) / Durata: 45 minuti / Programmazione UK: marzo 2013 su ITV (prima stagione), gennaio 2015 (seconda stagione) / Programmazione Italia: su Giallo dal 28 aprile 2014 (prima stagione), dal 6 aprile 2015 (seconda stagione).