Il lungometraggio d’esordio del fiorentino Duccio Chiarini, sviluppato nell’ambito del Biennale College Cinema, è un racconto di formazione d’ambiente e di lingua toscana che ha il pregio di non essere riducibile ai soli luoghi comuni della commedia adolescenziale, pur accogliendo consapevolmente molti elementi portanti del genere: le schermaglie in famiglia, l’amico erotomane, l’amore per l’amica d’infanzia, la difficoltà di crescere e di fare i conti col proprio corpo.
Nel caso di Short Skin quest’ultimo tema assume rilevanza centrale, poiché il giovane protagonista è afflitto sin dall’infanzia da una fastidiosa fimosi che gli impedisce di avere un rapporto sereno con tutto ciò che riguarda la sessualità. Così, mentre i coetanei sembrano non pensare ad altro che alla perdita della verginità, il diciassettenne Edoardo deve affrontare l’inevitabile superamento delle proprie paure con un aggravio in più: il suo problema non è solo fare sesso, ma il fatto che per poterlo fare deve prima confrontarsi con un dottore e con una probabile operazione. Inoltre, deve rivelare le sue reali condizioni ai genitori a lungo rassicurati a scapito della propria stessa salute. Si ritroverà a non poter più tenere per sé il suo segreto proprio mentre questi sembrano rompere tra di loro…
Per Edoardo la svolta arriva per la spinta del desiderio che gli impone di affrontare tutti i riti di passaggio necessari a recidere quel cordone ombelicale (il prepuzio) che ne frenava la crescita e a diventare così un ragazzo ‘normale’: nessun rimpianto per l’infanzia e la diversità perduta? Pare di no, eppure la cifra del film non è quella della commedia greve bensì quella di una leggerezza venata di malinconia, come si conviene alla chiusura di una fase della vita che ne apre un’altra, ancora per lo più ignota.
Visivamente, il film è molto curato, dai costumi che consentono di caratterizzare ciascun personaggio alla colonna sonora minimalista di stile anglosassone. Chiarini e i suoi sceneggiatori riescono così a farci aderire in modo particolare al microcosmo in cui vive il protagonista, la cui spontaneità linguistica e recitativa è resa ancora più credibile da una fisicità che incarna con disinvoltura un ragazzo apparentemente fragile ma sempre più determinato a entrare nel mondo dei grandi. Tutti gli interpreti sono peraltro capaci di dare corpo a personaggi di giovani alle prese con i primi incontri intimi, tra pudori e trepidazioni che talvolta si rivelano sproporzionati rispetto alla naturalezza del loro desiderio. Il fatto che Short Skin sia stato selezionato tra i film presentati nella sezione Generation 14plus del Festival di Berlino 2015 conferma quanto la sua realizzazione possa dirsi felice.
© CultFrame – Punto di Svista 02/2015 – 04/2015
Film presentato alla 65° Berlinale
TRAMA
Edoardo ha diciassette anni e secondo il suo amico Arturo deve assolutamente perdere la verginità entro la fine dell’estate. Persino il suo cane ha costantemente bisogno di fare sesso, e in famiglia l’argomento è oggetto di continue conversazioni, anche a tavola. Edoardo conserva però un segreto che gli impedisce a sentirsi a suo agio in ogni pratica sessuale.
CREDITI
Titolo: Short Skin / Regia: Duccio Chiarini / Sceneggiatura: Duccio Chiarini, Ottavia Maddeddu, Marco Pettenello con la collaborazione di Miroslav Mandic / Fotografia: Baris Ozbicer / Montaggio: Roberto Di Tanna / Musica: Woodpigeon / Scenografia: Ilaria Fallacara / Interpreti: Matteo Creatini, Francesca Agostini, Nicola Nocchi, Miriana Raschillà, Bianca Ceravolo, Bianca Nappi, Michele Crestacci / Produttori: Babak Jalali, Duccio Chiarini / Distribuzione: Good Films / Italia, 2014 / Durata: 86 minuti
SUL WEB
Sito ufficiale del film Short Skin – I dolori del giovani Edo di Duccio Chiarini
Filmografia di Duccio Chiarini
Good Films
Berlinale – Il sito