Udine, Tokyo. In questi giorni il capoluogo friulano vive una sorta di “gemellaggio” artistico con l’Estremo Oriente grazie a due eventi correlati: da un lato la 17° edizione del Far East Film Festival, dall’altro la mostra del fotografo friulano Michele Biasutti intitolata appunto Tokyo Beyond.
Grazie all’impegno dell’associazione Vicino/Lontano la città si è altresì riappropriata, seppur temporanemante, dei magnifici spazi art-déco del cinema Odeon, inaugurato nel 1936 e chiuso da ormai vent’anni, soppiantato da multisala con ampio parcheggio e fast food annesso. Ricco di altorilievi, stucchi e marmi, il vecchio cinema si è dimostrato un set perfetto per le opere di Biasutti, oltre a costituire un’evidente liaison con il festival del cinema orientale in corso. Ed in effetti la scelta dell’allestimento è sfacciatamente cinematografica, laddove alle classiche stampe sono state preferite proiezioni su schermo e light-box.
Organizzata in due sezioni, ritratti e paesaggi, la mostra celebra il trionfo dell’“istantanea” poiché l’autore mette il proprio gusto compositivo al servizio del soggetto, senza intervenire sull’immagine, senza prepararla né manipolarla. Ecco allora scorrere sullo schermo i tagli orizzontali di scorci urbani lontani anni luce dalle folle eleganti di Ginza o dai templi di Kyoto: il reportage è stato realizzato a Sanya, un quartiere ghetto a nord-est di Tokyo la cui stessa esistenza viene negata dai cittadini “normali” per un malinteso senso di decoro formale. Si tratta di scatti in bianco e nero realizzati con una fotocamera mirrorless con ottiche 27mm e 35mm, perfetta per uno stile di ripresa immediato, quasi istintivo.
© Michele Biasutti. Da “Tokyo Beyond”
È il volto nascosto della metropoli, ampi spazi desolati privi di automobili e persone, oppure angusti vicoli in cui si affastellano porte, finestre, tettoie, avviluppati dall’infinito intrico di cavi elettrici, scorci metropolitani che si avvicendano sul grande schermo in una sorta di straniante tour (anti)turistico. Dalla penombra della platea emergono poi i tagli verticali dei light-box, volti ritratti senza alcun filtro, figure ora commoventi ora grottesche, dalla bambina in kimono al gestore di uno shibari club, pratica tradizionale che, a differenza del bondage occidentale, sublima nell’atto estetico della legatura l’ideale erotico di dominio/sottomissione.
L’autore ha avuto accesso a locali underground sconosciuti agli occidentali, perdendosi così nei dettagli di nodi e vinile, esibizione e costrizione, ma sempre restituendo ai propri soggetti identità e profonda umanità. L’empatia del fotografo con i suoi protagonisti è evidente nell’abbandono degli sguardi, nella naturalezza esibita anche nelle situazioni più pruriginose o grottesche: in questo senso l’autore si pone sullo stesso piano dei soggetti, senza giudicare né ricercare il facile effetto, ma con un chiaro atteggiamento di rispettosa ed umana curiosità. Biasutti ci presenta una Tokyo diversa dai clichè occidentali, niente luci, traffico convulso e folle dilaganti, ma istanti attraversati da ombre, in cui anche la ricerca dell’eros assume un sapore quasi disperato e la città stessa diviene protagonista di un racconto di solitudine e mistero.
© CultFrame 05/2015
INFORMAZIONI
Michele Biasutti – Tokyo Beyond / A cura di Sabrina Zannier / Allestimento: Allestimento : Luigi Montalbano, Alessandro Verona, Sabrina Zannier / Iniziative dell’Associazione Vicino/Lontano
Dal 18 aprile al 10 maggio
Cinema Teatro Odeon / Via Gorghi 1, Udine
Orario: martedì – domenica 18.00 – 22.00