Jurassic World. Un film di Colin Trevorrow

SCRITTO DA
Giovanni Romani

Jurassic WorldSoffia un’arietta d’antan su Jurassic World, dall’apparire del logo “Amblin Entertainment” nei titoli di testa che fa tanto anni ’90, all’atmosfera “spielberghiana” fatta di prevedibilità, buoni sentimenti e mocciosi petulanti. Unico sequel “autorizzato” dopo il successone del ’93, il film di Trevorrow arriva dopo 20 anni di lucertoloni e mostroni di livello medio/basso, dalle produzioni canadesi Asylum (Supercrock Vs. Megapython), alle versioni farsesche di casa nostra, tra cui spiccano i “demenziali” Boldi e De Sica di A spasso nel tempo con battute indimenticabili come: “Oddio er lucertolone frocio!”, o anche  “Un brontosauro mica è ’n cocker, quando caca je dà giù!”.

Per godersi pienamente l’ottovolante giurassico è però necessario non porsi domande, accettare supinamente uno spunto narrativo inconsistente e francamente irritante: ma è mai possibile che degli scienziati geniali, dopo la catastrofe di Jurassic Park, decidano di stupire il pubblico creando un dinosauro enorme, ferocissimo e intelligentissimo, e rimangano pure sorpresi quando il sangue comincia a scorrere? È quindi necessario abdicare dalla propria intelligenza, tornare bambini a lasciarsi coinvolgere dalla grafica straordinaria, dai paesaggi mozzafiato, da un paio di trovate azzeccate e dall’ottimo ritmo narrativo che, per fortuna, non lascia troppo spazio a domande o ragionamenti.

n tale contesto anche la totale prevedibilità degli avvenimenti e le caratterizzazioni tipizzate contribuiscono a creare una confortevole atmosfera di déja-vu che blandisce i grandi ed entusiasma i piccini. Del tutto ininfluenti gli interpreti umani, semplici figuranti al servizio di star digitali che fagocitano schermo e turisti, è un cinema cannibale che divora se stesso inseguendo nella realtà il medesimo “effetto wow” (espressione ributtante) della finzione: come i turisti caciaroni del parco pretendono attrazioni sempre più stupefacenti, così lo spettatore in questi anni ha ceduto all’assuefazione da immagini e pretende sempre di più, più grande, più forte, più cattivo… Tutto teso a resuscitare il mito di 20 anni orsono, il quasi esordiente Trevorrow adotta la poetica del produttore Spielberg senza però averne la visione fantastica, la concezione di spettacolo come magica parabola morale, e finisce per confezionare una copia funzionale e roboante, spettacolare e puerile, ma la leggenda è ormai lontana nel tempo.

© CultFrame 06/2015

 

TRAMA
Dopo il fallimento del “Jurassic Park” e la morte di John Hammond, l’imprenditore Simon Masrani, proprietario della Masrani Corporation, decide di acquisire la InGen (International Genetic Technologies) con lo scopo di riformare e ristrutturare la compagnia, riportandola ai vecchi fasti, e soprattutto di aprire su Isla Nublar un nuovo parco di dinosauri, chiamato “Jurassic World”. Il nuovo parco a tema giurassico, perfettamente funzionante e realizzato secondo le idee di John Hammond, riscuote subito un grande successo. Tuttavia, col passare del tempo, il numero di visitatori inizia a calare: il pubblico si è abituato all’idea di un posto dove i dinosauri vivono e possono essere ammirati. Per rimediare al calo delle visite e attrarre nuovamente l’attenzione del pubblico, gli scienziati progettano quindi un nuovo esemplare di dinosauro, geneticamente modificato.


CREDITI

Titolo: Jurassic World / Titolo originale: id. / Regìa: Colin Trevorrow / Sceneggiatura: Rick Jaffa, Colin Trevorrow, Amanda Silver, Derek Connolly / Fotografia: John Schwarzman / Montaggio: Kevin Stitt / Scenografia: Ed Verreaux / Musica: Michael Giacchino / Interpreti principali: Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Vincent D’Onofrio, Ty Simpkins, Nick Robinson, Omas Sy, BD Wong / Produzione: Amblin Entertainment, Universal Pictures, Legendary Pictures / Distribuzione: Universal Pictures International Italy / Paese: U.S.A., 2015 / Durata: 124 minuti

SUL WEB
Sito ufficiale del film Jurassic World di Colin Trevorrow
Sito italiano del film Jurassic World di Colin Trevorrow
Filmografia di Colin Trevorrow
Universal Pictures

 

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Giovanni Romani

Nato a Udine, arraffo un diploma di maturità classica. Mi diplomo a Firenze alla Bottega Teatrale di Vittorio Gassmann. Me ne vado a Roma a far teatro, in seguito cinema con Gianni Amelio. Scippo una mediocre laurea in giurisprudenza alla Statale di Milano e nel contempo inizio a scrivere recensioni per il Messaggero Veneto. Abbandono la carta per la rete, prima con Cinema.it, per poi approdare a CultFrame - Arti Visive. Attualmente: avvocato tatuato cinefilo cinofilo.

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