Completata la trilogia texana con Stop the Pouding Heart, il marchigiano Minervini prosegue con la sua inchiesta cinematografica sui lati più oscuri della società americana fino nelle acque torbide delle paludi della Louisiana, insinuando la macchina da presa nell’universo dei dropout, dei tossici, dei disperati che non compaiono nelle statistiche ufficiali, persone reali di cui il cinema generalmente non si occupa.
Ciò che colpisce di questa versione aggiornata del cine-verité degli anni ’70 è la vicinanza dell’autore ai personaggi/persone, vicinanza sia fisica, con l’obiettivo sempre appiccicato ai volti, che emotiva, laddove filma in primissimo piano l’iniezione di met o il rapporto sessuale. Minervini non ha paura di sporcarsi, non giudica, non indica, non finge, non si pone su un piano diverso dai suoi protagonisti, ma ne divide la desolante quotidianità con participazione e rispetto.
Louisiana presenta sequenze quasi intollerabili per la potenza della realtà nuda e cruda, specie nel primo capitolo dedicato agli amanti tossici, in cui le inquadrature escludono gli spazi, inseguono i volti ed i corpi in interni di raro squallore per poi allargarsi fino a comprendere scorci urbani deserti e desolati in una sorta di elegia del “white trash”. E la disperazione, lo sporco, il razzismo e perfino un simulacro di tenerezza rimangono attaccati addosso, raccontano una storia che accade davanti all’obiettivo, in diretta, senza filtri, come per i commenti agghiaccianti su Barack Obama.
Finito il girato, l’autore stava rientrando in Texas con la troupe quando sul confine con la Louisiana si è imbattuto in una milizia bianca nel pieno di un’esercitazione a cui, con uno stacco apparentemente privo di continuità drammaturgica, dedica gli ultimi venti minuti di pellicola. In realtà lo sconforto, il senso di vuoto, di abbandono è il medesimo della prima parte, ma dove la coppia tossica si rifugiava nel conforto intimo della droga per fuggire da una realtà crudele, i miliziani riversano all’esterno la propria rabbia, individuando il nemico nel governo federale, nel solito Obama, il quale non solo rappresenta l’istituzione più odiata, ma è pure democratico e “negro” (nigger, dispregiativo). “Loro” stanno per invaderci, “loro” ci toglieranno le armi, “loro” imporranno la legge marziale: paranoia e paura, devastanti quanto la metanfetamina, ma molto più pericolose se unite a fucili d’assalto.
© CultFrame 06/2015
TRAMA
In un territorio invisibile, ai margini della società, sul confine tra illegalità e anarchia, vive una comunità dolente che tenta di reagire a una minaccia: essere dimenticati dalle istituzioni e vedere calpestati i propri diritti di cittadini. Veterani in disarmo, adolescenti taciturni, drogati che cercano nell’amore una via d’uscita dalla dipendenza, ex combattenti delle forze speciali ancora in guerra con il mondo, giovani donne e future mamme allo sbando, vecchi che non hanno perso la voglia di vivere. In questa umanità nascosta si aprono gli abissi dell’America di oggi.
CREDITI
Titolo: Louisiana (The Other Side) / Regìa: Roberto Minervini / Sceneggiatura: Roberto Minervini, Denise Ping Lee / Fotografia: Diego Romero Suarez-Llanos / Montaggio: Marie Hélène Dozo / Interpreti principali: Mark Kelly, Lisa Allen, James Lee Miller / Produzione: Agat Film, Okta Film, Arte France Cinéma, RAI Cinema / Distribuzione: Lucky Red / Paese: Francia, Italia, 2015 / Durata: 92 minuti
SUL WEB
PUNTO DI SVISTA. Low Tide. Un film di Roberto Minervini
Sito ufficiale del film Lousiana (The Other Side) di Roberto Minervini
Filmografia di Roberto Minervini
Lucky Red