La biografia è un’illusione perché la parola imprime sempre all’esperienza direzioni che varcano il territorio già vago dei fatti per immergersi nel labirinto delle interpretazioni e infine spesso sconfinare nel mito, tanto più quando si tratta di raccontare una rockstar. Il documentario prodotto dalla HBO che Brett Morgen ha dedicato alla figura di Kurt Cobain è la narrazione multiforme di una parabola durata soltanto ventisette anni, tutti segnati da una sensibilità emotiva e artistica acutissime manifestatesi sin dall’infanzia e da un’urgenza espressiva che ha trasformato un magnetico bambino dotato per il disegno e la musica nel maledetto cantore punk rock di una generazione disillusa.
Il documentario è multiforme perché compone tra loro materiali disparati: Courtney Love ha infatti aperto gli archivi personali del marito e defunto leader dei Nirvana a Morgen che ha attinto a piene mani da diari, appunti, dischi, fotografie e filmini di famiglia. Tra quei materiali il regista ha trovato anche un’audiocassetta intitolata “Montage of Heck” a cui lo stesso Cobain affidò frammenti disparati di narrazione della propria adolescenza. Quella voce si è imposta come traccia attorno alla quale comporre il resto del mosaico, sorta di binario a cui vincolare l’insieme del percorso. Morgen se n’è servito in modo creativo, scegliendo di illustrare quanto raccontato da Cobain con alcune sequenze animate che per lo stile del tratto e le atmosfere cupe ricordano un po’ A Skanner Darkly di Richard Linklater.
Le più sorprendenti ed efficaci sequenze animate del film sono però quelle che nascono a partire dei disegni e appunti del musicista raccolti in pagine di quaderno che il regista usa e amplifica per ricostruire un immaginario popolato di mostri quotidiani partoriti dalle deviazioni del sogno americano e dal suo progressivo mutamento in un violento incubo reaganiano. Il documentario si dedica quindi soprattutto all’infanzia e all’adolescenza dell’artista per poi raccontarne gli anni del successo, vissuto da Cobain come una violenta invadenza, dalla sua stessa prospettiva privata.
Al contrario di quanto accade spesso nei documentari biografici, qui le interviste ad amici e parenti (genitori e sorella, la prima fidanzata Tracy, Courtney Love e Krist Novoselic ma non Dave Grohl) hanno un ruolo marginale rispetto a materiali audio e video. Questi ultimi sono per lo più filmini autoprodotti dei Cobain (prima i genitori poi la coppia Kurt-Courtney) ma non manca vario repertorio televisivo o cinematografico (soprattutto una lunga sequenza del film Giovani guerrieri di Jonathan Kaplan che colpì il giovane musicista) usato per rendere l’immaginario di un arco temporale che va dalla fine degli anni Sessanta, quando il musicista nacque, fino alla metà degli anni Novanta. Questi due elementi filmici si fondono al punto che non è sempre facile cogliere precisamente l’origine di quanto passa sullo schermo.
Ne risultano sequenze di grande impatto emotivo ed estetico, come quella in cui sulla melodia strumentale di “Something in the way” vediamo scorrere le immagini di un cortometraggio amatoriale girato dal piccolo Kurt che sfumano poi nella corsa di una belva nera. Meno interessanti dal punto di vista estetico e più da quello emotivo sono i video casalinghi degli ultimi anni in cui vediamo prima la vita di coppia di Kurt e Courtney eroinomani, poi l’arrivo della figlia Frances (come l’attrice Farmer, come la “Frances Farmer will have her revenge on Seattle”). Nonostante le circostanze e contro ogni attesa, la coppia mostra verso la creatura una grande sollecitudine e un affetto tenerissimo che infatti permise ai due musicisti di conservare la custodia della bambina, che fu messa in discussione.
Quel che Morgen sembra dirci è che Cobain era di più rispetto a quel fenomeno rock recuperato, impacchettato e vampirizzato dai mezzi di comunicazione di massa che furono i Nirvana; Cobain era incompreso e incomprensibile tanto da chi, come MTV, ne feticizzava il maledettismo grunge da maglione bucato e pigiama, quanto da chi, come “Vanity Fair”, ne fece un fantoccio eroinomane su cui accanirsi. Ipersensibile, romantico e autodistruttivo, è impressionante come Cobain sia riuscito a trovare le energie psichiche e la determinazione per costruirsi una carriera nell’industria musicale e per dare alla luce ad album ormai fondamentali nella storia della musica rock come Nevermind, Incesticide e In Utero.
Per i fan dei Nirvana Cobain: Montage of Heck sarà una miniera d’oro di dettagli, parole e confessioni di prima mano in grado di levare il sipario soprattutto sulla vita di Cobain prima dell’avvento del successo, svelandone il percorso di formazione e di deformazione iniziato nell’infanzia con il doloroso divorzio dei genitori. Per i meno esperti sarà un viaggio alla scoperta di un ragazzo e di un artista che seppe intercettare lo spirito della x-generation, che ai concerti praticava lo stagediving e il croudsurfing immergendo i propri dolori più intimi in un bagno di droghe letali e di schitarrate pesanti. In realtà, benché il lavoro di Brett Morgen parli a chiunque, è alla figlia Frances che questo ritratto affettuoso e appassionato sembra specialmente dedicato, a lei che ebbe appena il tempo di compiere un anno prima che il padre si togliesse la vita.
© CultFrame 02/2015 – 04/2015 – 07/2015
TRAMA
Per la prima volta, un documentario esplora la figura e l’immaginario di Kurt Cobain grazie a materiali privati e inediti attinti dall’archivio personale e intimo dell’artista: filmini autoprodotti, audiocassette, foto, diari, disegni, appunti compongono insieme alle interviste ad alcuni amici e parenti, il ritratto intimo di un ragazzo che con la band Nirvana ha cambiato la storia della musica rock.
CREDITI
Titolo originale: Cobain: Montage of Heck / Regia: Brett Morgen / Sceneggiatura: Brett Morgen / Fotografia: Jim Whitaker, Nicole Hirsch Whitaker / Montaggio: Joe Beshenkovsky, Brett Morgen / Musica: Kurt Cobain, Nirvana / Interpreti: Courtney Love, Krist Novoselic / Produzione: HBO, Universal / Distribuzione: Universal Pictures / USA, 2015 / Durata: 132 minuti
SUL WEB
Sito ufficiale del film Cobain: montage of Heck di Brett Morgen
Filmografia di Brett Morgen
Universal Pictures
Berlinale – Il sito