Taxi ⋅ Un film di Jafar Panahi

SCRITTO DA
Claudio Panella

Condannato da una sentenza di un tribunale iraniano a non poter dirigere film, concedere interviste e viaggiare all’estero per venti anni, Jafar Panahi continua nonostante tutto a fare cinema. Due anni dopo Closed curtain, il regista ha presentato alla Berlinale 2015 una nuova opera realizzata ‘autarchicamente’ e di cui non rende noto alcun altro collaboratore e interprete oltre a se stesso.

Come nei suoi due lavori precedenti, anche in questo caso l’autore si mette in scena per narrare la sua condizione ma al contempo sperimentare il linguaggio cinematografico. In Taxi, seguiamo un Panahi oramai libero dagli arresti domiciliari guidare un’auto gialla per le strade di Teheran e costruire con riprese soltanto apparentemente amatoriali e un montaggio sapiente una commedia sofisticata e a tratti irresistibile sulla vita degli iraniani di oggi.
Il film, infatti, fa tanto ridere quanto riflettere. Per esempio, la nipote spassosa e impertinente che deve realizzare un cortometraggio per un concorso scolastico snocciola le norme morali cui deve attenersi secondo la sua maestra, le stesse imposte ai registi dalla censura iraniana. I più irriducibili a tali regole sono proprio i bambini, ma Panahi ci mostra come lo siano la realtà stessa e la verità dei sentimenti umani.

Nelle conversazioni con i suoi passeggieri, l’autore iraniano affronta con leggerezza molti temi delicati (la pena di morte come deterrente, il furto per necessità) e racconta l’etica di chi continua a svolgere il proprio mestiere anche se la legge vorrebbe impedirlo, come l’avvocata sanzionata per le sue posizioni progressiste che continua a esercitare la sua professione in difesa delle donne sottoposte a un trattamento iniquo dalla legge corrente, e come fa il regista stesso.
Tra divagazioni e citazioni esplicite dei suoi film, da Oro rosso (2003) a Offside (2006), nel taxi semiclandestino di Panahi si crea quindi una zona temporaneamente libera in cui la parola, la vita e il cinema possono esprimersi senza subire una censura immediata. Anche se la fine di Taxi ci ricorda i rischi che si possono correre a prendersi questo diritto.

© CultFrame 02/2015 – 08/2015

Film presentato alla 65° Berlinale

TRAMA

Sulle strade di Teheran viaggia un taxi giallo apparentemente uguale agli altri. Alla sua guida c’è però il regista Jafar Panahi con una camera accesa a registrare le conversazioni con i passeggeri, sconosciuti e amici, che prende a bordo.

CREDITI

Titolo originale: Taxi / Regia: Jafar Panahi / Sceneggiatura: Jafar Panahi / Interpreti: Jafar Panahi / Produzione: Jafar Panahi Film Production / Iran, 2015 / Durata: 82 minuti

SUL WEB
Filmografia di Jafar Panahi
Berlinale – Il sito


Condividi
Claudio Panella

Claudio Panella, Dottore di ricerca in Letterature e Culture Comparate, si interessa in modo particolare alle interazioni tra la letteratura e le arti, alle trasfigurazioni letterarie del paesaggio e della città, alle rappresentazioni del lavoro industriale e post-industriale nella letteratura italiana ed europea. Attualmente è redattore di Punto di Svista - Arti Visive in Italia e CultFrame - Arti Visive.

Articoli correlati

Previous
Next

1

About

New CULTFRAME – Arti Visive rappresenta la naturale evoluzione della precedente rivista fondata nel 2000. Vuole proporre ai lettori un quadro approfondito della realtà creativa italiana e internazionale. L’intenzione è quella di cogliere ogni nuovo fattore che possa fornire sia agli appassionati che agli addetti ai lavori un affresco puntuale e moderno riguardo gli sviluppi odierni delle Arti Visive.

3

COPYRIGHT © 2024 CULTFRAME – ARTI VISIVE.
TUTTI I DIRITTI RISERVATI. AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI ROMA N. 152 DEL 4 MAGGIO 2009