Beasts of No Nation. Un film di Cary Fukunaga. Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore emergente alla 72° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Cary Joji FukunagaCosa significa per un bambino vedere uccidere il padre e il fratello maggiore davanti ai propri occhi? Che vuol dire vedere scomparire, forse per sempre, la propria madre? Cosa si prova a dieci o a undici anni a imbracciare un mitra e a sparare a degli sconosciuti? Domande terribili a cui si possono dare solo risposte terribili.
Ebbene, questi sono i quesiti che vengono posti dal film di Cary Fukunaga tratto dal romanzo dello scrittore nigeriano Uzodinma Iweala: Beasts of No Nation.

Si tratta di un’opera di rara durezza che racconta in modo, a tratti crudo e fortemente realistico a tratti visionario, la storia di Agu, un soldato-bambino che combatte una guerra di cui non sa nulla. L’unico scopo della sua giovane vita è partecipare alle battaglie e difendere la vita del suo Comandante, un ambiguo guerrigliero santone in grado di forgiare combattenti coraggiosi e crudeli semplicemente con la forza delle parole.

Il racconto si evolve proprio grazie al punto di vista del personaggio principale, il quale vede svolgersi un’autentica tragedia umana senza che lui possa cambiare nulla. Agu può solo riflettere sul proprio destino, può cercare di ricordare la sua infanzia felice, di rintracciare nella sua memoria il volto della madre, ma troverà sempre un abisso di dolore e di orrore inenarrabile.

Temi di portata enorme, quello sviluppati dall’ex regista di True Detective Cary Fukunaga, che situano il suo film nel territorio del cinema di impegno civile. Ovviamente, lo spettatore è sconvolto dalle vicende di Agu (che molti bambini-soldato africani hanno realmente vissuto) ma ciò non è sufficiente a far sì che Beasts of No Nation possa essere considerato un lungometraggio che possa lasciare un segno. Come spesso affermiamo, la storia del cinema è lastricata di opere modeste basate su argomenti di estrema importanza.

Il film è girato con assoluta maestria ma proprio gli aspetti linguistici sono quelli che rendono l’opera di Fukunaga problematica. Tutto è tremendamente ridondante, finanche i primissimi piani del giovanissimo protagonista. L’impianto formale è pesante, sovraccarico, così come l’uso di un commento sonoro, sempre uguale, arriva ad assordare il fruitore ogni qual volta Agu si trova in una situazione drammatica. Non parliamo poi di alcuni passaggi narrativi, molto sbrigativi e superficiali, specie nella fase conclusiva della sceneggiatura.

Rimangono nello sguardo dello spettatore oltre che le numerose scene di violenza indicibile, e i fiumi di sangue che corrono sul grande schermo, le immagini di una natura africana solenne, misteriosa e distante che assiste impassibile al libero fluire della follia umana.

© CultFrame 09/2015

 

TRAMA
Agu vive felicemente con i genitori, il fratello maggiore e una sorella molto piccola. Un giorno arriva l’esercito governativo e stermina la sua famiglia. Agu rimane da solo, scappa nella boscaglia. Verrà preso da un gruppo di guerriglieri ribelli, i quali lo faranno diventare un soldato-bambino.


CREDITI

Titolo: Beasts of No Nation / Regia: Cary Fukunaga / Soggetto: Cary Fukunaga, tratto dall’omonimo romanzo di Uzodinma Iweala / Sceneggiatura: Cary Fukunaga / Montaggio: Mikkel E.G. Nielsen, Pete Beaudreau / Fotografia: Cary Fukunaga / Musiche: Dan Romer / Interpreti: Abraham Atah, Ama K. Abebrese, Kobina Amissah Sam, Francis Weddey, Idris Elba / Produzione: Red Crown Productions / Durata: 136 Minutes

SUL WEB
Filmografia di Cary Fukunaga
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Il sito

 

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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