Bernd e Hilla Becher – Haüser

SCRITTO DA
Orith Youdovich
© Bernd e Hilla Becher
© Bernd e Hilla Becher

© Bernd e Hilla Becher

Per ricordare la figura di Hilla Becher, scomparsa recentemente, ripubblichiamo un articolo scritto in occasione di una mostra allestita a Parigi.


Il cielo è sempre grigio-bianco e l’ambiente deserto intorno alle case riprese tra il 1959 e il 1994 da Bernd e Hilla Becher. La galleria Renn di Parigi ne presenta sessantacinque, abbastanza per rendersi conto del lavoro preciso e dell’approccio obiettivo adottato dalla coppia tedesca.


Tra fotografia documentaria e arte concettuale, il lavoro dei Becher è teso a salvare un patrimonio architettonico banale e anonimo. L’abitazione, ridotta ad una mera forma geometrica bidimensionale (una sorta di quinta) è inserita in composizioni prive di fantasia e sentimentalismi. La luce, neutra e senza ombre, isola l’edificio, ripreso sempre frontalmente e senza distorsioni, dal suo contesto più ampio. Sono case che spiccano per la loro modesta struttura, abitazioni create da uomini sconosciuti, il cui lavoro sarebbe stato destinato all’oblio se non fosse stato fotografato e catalogato da Bernd e Hilla con meticolosa metodicità. I due hanno così costruito una vera e propria enciclopedia di strutture ripetitive e senza autore, scoperte nelle campagne e nei piccoli villaggi.


Prima ancora di concentrarsi sulle abitazioni, i Becher hanno attraversato le zone industriali della Ruhr, dell’Olanda, del Belgio, della Francia, dell’Inghilterra e degli Stati Uniti, fotografando fabbriche in disuso, macchine arrugginite, gazometri, silos, riserve d’acqua, e dando vita ad un vero e proprio inventario di “sculture” (non a caso hanno ricevuto, nel 1990 alla Biennale di Venezia, il premio della scultura).


Fanno parte del bagaglio artistico della coppia le fotografie di Ranger-Patzsch e la “Nuova Oggettività”, le immagini di Atget, di Walker Evans, di Karl Blossfeldt e in particolar modo quelle di August Sander, anche lui testimone della sua epoca e archivista della società tedesca.

Apprezzati dai minimalisti, i due capiscuola e promotori del realismo documentaristico, hanno formato, all’accademia delle belle arti di Düsseldorf, una generazione di fotografi, della quale fanno parte autori come Andreas Gursky, Thomas Struth, Thomas Ruff e Axel Hütte.

© CultFrame 07/2001 – 10/2015


INFORMAZIONI

Bernd e Hilla Becher Haüser
Dal 27 aprile al 13 luglio 2001
Galerie Renn 14/16 / 14/16 rue de Verneuil, Parigi

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Orith Youdovich

Orith Youdovich, fotografa, ha abbandonato il reportage sociale per dedicarsi alla fotografia concettuale e da allora dirige il proprio sguardo sul mondo in un continuo processo di analisi del rapporto tra sguardo soggettivo e paesaggio. Svolge attività di ricerca artistica sulla connessione tra fotografia e cinema. Ha esposto in mostre personali e collettive e ha curato esposizioni per Festival di fotografia italiani. E' co-autrice del volume "Il vento e il melograno - Fotografia Israeliana Contemporanea", del saggio "Cosa devo guardare – Riflessioni critiche e fotografiche sui paesaggi di Michelangelo Antonioni" (Postcart, 2012). Curatrice e giornalista, ha curato mostre di fotografia e dal 2009 al 2018 è stata Direttore responsabile della testata giornalistica Punto di Svista – Arti Visive in Italia.

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