Fargo 2, ovvero l’immagine dell’orrore

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Torna Fargo. Torna il gelo della profonda provincia americana. Nord degli USA, tra Minnesota e Nord Dakota, vicino al confine con il Canada (ma la location reale è a Calgary, nello Stato canadese dell’Alberta). Una distesa sterminata di neve, strade buie e isolate, ristoranti persi nel nulla, macchine che sfrecciano verso una direzione sconosciuta, centri abitati che di notte sembrano popolati solo da pacchiane luci al neon e fantasmi evanescenti.

La seconda serie, prodotta da Joel ed Ethan Coen per FX ed ispirata al loro omonimo capolavoro del 1996, riporta indietro il calendario rispetto alla prima. Dal 2006 e dall’indagine della delicata e acuta agente Molly Solverson, si passa al 1979 e all’inchiesta che il padre di Molly, Lou Solverson (anch’egli poliziotto), conduce riguardo un efferato triplice omicidio avvenuto in un punto di ristoro molto isolato.

La scenografia naturale e il paesaggio urbano non mutano. Stesse strade larghe e prive di traffico, stessi negozi con scritte appariscenti, stessa sensazione di alienazione e angoscia repressa. La follia sembra circolare parallelamente alla normalità tra le cittadine di Fargo e Luverne e, di nuovo, persone qualsiasi finiscono per entrare in una realtà molto più grande e complessa di loro.

Nella zona regna una famiglia criminale che esercita il suo controllo sul territorio con durezza e violenza. Ma c’è un mondo banditesco ancor più determinato e spietato che sta loro con il fiato sul collo. Cadillac lunghissime e dal design pieno di angoli, cappottoni di pelle, arredamento da case americane piccolo borghesi. La cura del dettaglio sembra essere uno dei fattori fondamentali della seconda serie di Fargo. Questi elementi non fanno altro che ingigantire all’ennesima potenza lo straniamento di cui sono portatori la storia e i personaggi che la alimentano. Ogni gesto, ogni sguardo è allo stesso tempo ordinario e folle, tranquillizzate e preoccupante, decifrabile e indecifrabile.

Fargo

Ma ciò che rende ancor più complessa l’operazione prodotta magistralmente dai Coen è l’indirizzo estetico/espressivo che con tutta evidenza è stato fornito agli autori delle varie regie al direttore della fotografia. Si avverte, infatti, una chiara inequivocabile aderenza formale, cromatica, compositiva a un settore della fotografia contemporanea (e della videoarte in generale) che fa riferimento ad artisti come Jeff Wall e Gregory Crewdson. Identica atmosfera visiva, cura estrema nella creazione di spazi interni, e simile posizionamento all’interno delle inquadrature delle figure umane, medesima ricerca formale per quel che riguarda i campi lunghi (specie se notturni).

Fargo 2, dunque, è una di quelle serie tv che pur cercando di tenere vivo un filo narrativo che abbia una sua logica precisa punta tutto, o quasi, sulla sfera visuale e sullo stile. Così, il vero orrore, la spaventosa insania che contraddistingue situazioni e vicende dei personaggi finisce per avere un senso e un valore artistico grazie alla potenza delle immagini, al loro sconvolgente equilibrio, tra il possibile e l’impossibile, tra il serio e il grottesco, tra la vita e la morte.

© CultFrame 10/2015
Film presentato alla Festa del Cinema di Roma

CREDITI
Titolo: Fargo (seconda serie) / Emittente: FX / Prima visione USA: ottobre 2015 / Episodi: 10 / Location: Calgary (Alberta – Canada) / Produzione : Noah Hawley, Warren Littlefield, Joel Coen, Ethan Coen, Adam Bernstein, Kim Todd, Chad Oakes, Michale Frislev / Interpreti: Kirsten Dunst, Patrick Wilson, Jesse Plemons, Jean Smart, Ted Danson / Origine: USA / Anno: 2015

SUL WEB
Filmografia di Joel Coen
Filmografia di Ethan Coen
Festa del Cinema di Roma – Il sito

Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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