Junun ⋅ Un film di Paul Thomas Anderson ⋅ Festa del Cinema di Roma 2015

SCRITTO DA
Eleonora Saracino

“Soltanto la musica – scrisse Marguerite Yourcenar – permette il concatenarsi degli accordi”. In tal senso l’“esperimento” visuale di Paul Thomas Anderson è perfettamente riuscito. Tra immagini, parole e suoni ha, infatti, realizzato un’opera che pur nel suo carattere irregolare, nel senso cinematografico del termine, possiede una propria organicità, una peculiare forza, addirittura primitiva.

Nel Rajasthan, all’interno della fortezza di Mehrangarh, antica dimora dei regnanti del luogo, il regista americano si unisce al suo amico di vecchia data Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead e a Nigel Godrich, ingegnere del suono del gruppo, per la registrazione di un album insieme al compositore israeliano Shye Ben Tzur e ad alcuni musicisti locali. Tra le sale di quell’antica magione, dalle ampie finestre affacciate sulle colline indiane, la musica si diffonde come una melodia ipnotica che pare avvolgere l’aria, facendosi linfa dalla quale attingere per convertire il respiro in note dentro la voce e gli strumenti.

E’ cinema? E’ documentario? E’ registrazione di un concerto? Junun è tutto questo, una fusione di suono e di emozione che Anderson ha saputo mescolare con le immagini, talvolta sgranate, di un reale catturato nel suo divenire in questa “follia d’amore” che è il significato della parola del titolo.

Nel gruppo variegato di musicisti e cantanti convergono, allora, non soltanto risonanze differenti e lontane tra loro ma anche linguaggi, spiritualità e poesie. Versi che richiamano l’Islam mistico dei Sufi ma anche i componimenti religiosi in urdu, ebraico ed hindi. La partitura composta da Shye Ben Tzur, che ha vissuto per molti anni in India, si fa quadro multiforme e punto d’incontro ideale tra le sonorità d’oriente e le note vibranti della chitarra di Greenwood.

Il regista di Los Angeles riesce qui a catturare lo spirito primigenio della musica, la sua eco e il suo fondersi con le voci e, nel seguire con la videocamera gli artisti, ci restituisce l’atmosfera autentica del lavoro di registrazione che si realizza giorno dopo giorno, momento dopo momento tra le prove e i momenti di riposo.

Le immagini di Junun, nel loro insieme e come su uno spartito, ricreano un’esperienza sensoriale a proprio modo unica il cui approccio non è meramente documentaristico o cinematografico ma financo etnografico senza, tuttavia, privarsi di quell’afflato emotivo – nella visione e nell’ascolto – che appartiene profondamente all’arte.

© CultFrame 10/2015

TRAMA
All’inizio del 2015 il regista americano Paul Thomas Anderson segue il suo amico e collaboratore Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead, in un viaggio in Rajasthan, nel nord ovest dell’India, dove registrerà un album insieme al compositore israeliano Shye Ben Tzur.

CREDITI
Titolo: Junun / Titolo originale: id. / Regia: Paul Thomas Anderson / Interpreti: Jonny Greenwood, Niger Godrich / Paese: Usa, 2015 / Durata: 95 minuti

SUL WEB
Filmografia di Paul Thomas Anderson
Festa del Cinema di Roma – Il sito

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Eleonora Saracino

Eleonora Saracino, giornalista, critico cinematografico e membro del Sindacato Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), si è laureata in Storia e Critica del cinema con una tesi sul rapporto Letteratura & Cinema. Ha collaborato con Cinema.it e, attualmente, fa parte della redazione di CulfFrame Arti Visive e di CineCriticaWeb. Ha lavorato nell’industria cinematografica presso la Columbia Tri Star Pictures ed è stata caporedattore del mensile Matrix e della rivista Vox Roma. Autrice di saggi sul linguaggio cinematografico ha pubblicato, insieme a Daniel Montigiani, il libro “American Horror Story. Mitologia moderna dell'immaginario deforme” (Viola Editrice).

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