Le lunghe conversazioni tra Hitchcock e Truffaut nelle fotografie di Philippe Halsman

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Maurizio G. De Bonis
© Philippe Halsman. Alfred Hitchcock con François Truffaut. Courtesy Cohen Media Group. Festa del Cinema di Roma 2015

Nel 1962 il giovane, ma già affermato, regista francese François Truffaut riuscì ad ottenere un incontro con quello che riteneva essere non solo uno dei più importanti punti di riferimento in campo filmico ma anche un vero e proprio artista delle immagini: Alfred Hitchcock. Lo scopo era quella di realizzare una lunga e articolata intervista sulla carriera e sull’idea di cinema dell’autore di Psycho che in seguito sarebbe diventata un libro.

Il volume vide la luce quattro anni dopo (Il cinema secondo Hitchcock) e rappresenta tuttora quella che nel mondo della settima arte viene definita la “Bibbia” del cinema.
La vicenda di questo dialogo tra due maestri della cinematografia mondiale e della creazione del libro è stata raccontata in un film di Kent Jones, co-sceneggiato insieme all’ex direttore dei Cahiers du Cinema, Serge Toubiana.

Questo documentario, il cui titolo è proprio Hitchcock/Truffaut, è stato presentato nell’ambito della Festa del Cinema di Roma 2015 e certamente ha rappresentato per il pubblico più giovane (non per gli addetti ai lavori, ovviamente) la riscoperta non solo di un testo fondamentale ma anche di un autore come Hitchcock che non può essere semplicemente considerato un regista, quanto piuttosto un artista visuale, innovativo e moderno, in grado di influenzare in maniera evidente intere generazioni di creativi dell’immagine.

© Philippe Halsman. Alfred Hitchcock con François Truffaut. Courtesy Cohen Media Group. Festa del Cinema di Roma 2015

© Philippe Halsman. Alfred Hitchcock con François Truffaut. Courtesy Cohen Media Group. Festa del Cinema di Roma 2015

Gli otto giorni che portarono alla realizzazione della “Bibbia” del cinema furono decisamente intensi. La conversazione tra Truffaut e Hitchcock iniziava alle 9.00 di mattina e si concludeva alle 18.00 (ma non si interrompeva neanche durante la pausa pranzo). Presente, oltre ai due registi, anche l’interprete di Truffaut che svolgeva un ruolo fondamentale per lo svolgimento dell’intera operazione culturale.

Insieme a queste tre persone, però, agiva anche un quarto soggetto: il fotografo americano, nato in realtà a Riga (Lettonia): Philippe Halsman. Ne sono venute fuori diverse immagini celeberrime che riprendono il duo Hitchcock-Truffaut nel pieno del loro scambio di opinioni. Gesti, espressioni, sguardi, posizioni, ogni immagine (in un intenso bianco e nero) evoca uno degli incontri più significativi della storia del cinema e il libro che ne è divenuto il meraviglioso frutto.

Le fotografie di Halsman, ovviamente, sono ben presenti nel film di Kent Jones (addirittura nel poster del lungometraggio) e insieme all’audio originale dei dialoghi consentono allo spettatore di rendersi conto del clima di stima, e potremmo dire, di affetto che intercorreva tra i due interlocutori.

Hitchcock/Truffaut è, dunque, un documentario basato, oltre che sugli interventi di importanti registi di oggi come Martin Scorsese e David Fincher, su documenti audiovisivi originali che sono, di fatto, una testimonianza fondamentale di otto giorni che rimarranno, senza alcun dubbio, nella storia del cinema e della teoria del linguaggio visuale ma anche in quella delle arti visive del XX secolo.

© CultFrame – Punto di Svista 10/2015
(pubblicato su L’Huffington Post Italia)

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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