Taylor Wessing Photographic Portrait Prize 2015 in mostra a Londra

SCRITTO DA
Claudia Colia
© David Stewart. Five Girls 2014
© David Stewart. Five Girls 2014

© David Stewart. Five Girls, 2014

Dal 1993 il Taylor Wessing Photographic Portrait Prize è uno degli appuntamenti fissi dell’autunno londinese e uno dei concorsi più competitivi del mondo. Mescolando i lavori di fotografi affermati alle proposte di artisti emergenti, la rassegna offre una panoramica globale sulla foto-ritrattistica contemporanea. Anche quest’anno la giuria, presieduta dal nuovo direttore della National Portrait Gallery, Nicholas Cullinan, ha avuto il compito di selezionare i lavori di un gran numero di partecipanti (oltre quattromila), da ben settanta paesi. Uno di questi, il fotografo londinese David Stewart, dopo sedici anni di tentativi, non solo è stato scelto per l’edizione di quest’anno, ma ha anche vinto il primo premio. Five Girls ritrae sua figlia e quattro amiche alla fine dell’università, sedute ad un tavolo dove giacciono sparpagliati resti di una cena a base di sushi e caffè e gli immancabili cellulari.
Stewart, che iniziò la sua carriera fotografando gruppi punk come Clash e Ramones, approccia le ragazze come se fossero membri di una giovane band, ma ne mette in risalto la distanza, ognuna assorta in un pensiero lontano, lo sguardo evitante. Il fotografo ha sottolineato il suo interesse per questa mancanza di interazione, anche se le ragazze appaiono fisicamente molto vicinie e unite da uno stile e abbigliamento alla pari.

Il secondo premio è andato a Anoush Abrar per il ritratto di un bambino ispirato al cupido dormiente di Caravaggio. Abrar, fotografo nato in Iran, che ora vive e insegna a Losanna, ritrae Hector, odierno amorino, facendolo emergere dal fondale nero, grazie ad una luce bianca e drammatica, teatralmente barocca. In questo modo, regala ad un soggetto attuale e reale, una valenza iconica, che lo mette al di là del tempo.

Terzo classificato, Peter Zelewski, per il ritratto di una giovane donna incontrata ad Oxford Street. Il volto di Nyaueth, emerge potente da un fondale sfocato, in un sorprendente gioco di chiaroscuri, con il suo ovale perfetto e la bianca corolla del maglione.

© Ivor Prickett. Amira and her Children, 2014. © UNHCR/Panos Pictures

© Ivor Prickett. Amira and her Children, 2014. © UNHCR/Panos Pictures

Altrettanto stuatuaria e pregnante, la fotografia di Ivor Prickett, quarto premio, che ritrae una famiglia di rifugiati iracheni, scampati all’ISIS. Prickett, è un fotografo documentarista londinese, e ha immortalato Amira e i suoi figli in un campo profughi del nord Iraq. La disposizione piramidale, il cui vertice è la giovane donna segnata da stanchezza e dolore, e la base sono i due bambini, teneramente contenuti dall’abbraccio materno, racchiude un momento di bellezza in seno alle difficoltà e all’incertezza, e ricorda la forza e la solidità di certe Madonne rinascimentali.

Infine, il John Kobal Prize, solitamente assegnato ad un fotografo di età inferiore ai 30 anni, è andato quest’anno a Tereza Červeňova, una fotografa slovacca, laureatasi alla Middlesex University e che tuttora vive e lavora a Londra. Yngvild, la sua foto vincente, è il ritratto di un’ amica, immortalata in occasione di un matrimonio, al parco nazionale Veluwe in Olanda. La composizione, dominata dai verdi e costruita sul dualismo esterno/interno, creato dalla vetrata su cui poggia il capo la donna seduta, tradisce un senso di intimità sospesa, enotivamente penetrante.

La mostra alla National Portrait Gallery comprende un insieme di lavori che non può prescindere da un’attualità fatta di conflitti, dislocamenti e disastri umanitari (toccanti le foto di Kai Wiedenhöfer, che ritraggono bambini siriani con arti artificiali), ma c’è spazio anche per gli eroi di tutti i giorni (come la prima donna capo della polizia dell’Afghanistan, ritratta da Justin Sutcliffe), la bellezza quasi glaciale che si cela in una posa di danza (Tom, fotografato da Sophie Harris-Taylor alla Rambert Ballet School) o i personaggi del momento, dal ritratto in bianco e nero di Benedict Cumberbatch alla coloratissima immagine dell’artista giapponese Yayoi Kusama, immortalata da Noriko Takasugi.

Da un punto di vista stilistico, quest’anno sembra che ci si sia allontanati dalla deadpan photography di edizioni precedenti, per privilegiare un approccio più plastico, ispirato vagamente alle luci e alla spazialità dei Grandi Maestri della pittura occidentale o ai pionieri del ritratto fotografico. Comunque il Taylor Wessing Photographic Portrait Prize, non manca di celebrare alcuni degli artisti contemporanei più interessanti e innovativi.

© CultFrame 12/2015

INFORMAZIONI
Taylor Wessing Photographic Portrait Prize 2015
Dal 12 novembre 2015 al 21 febbraio 2016
National Portrait Gallery / St Martin’s Place, Londra / Telefono +44(0)2073122463
Orario: 10.00 – 18.00 / giovedì e venerdì 10.00 – 21.00
Ingresso: £4

SUL WEB
National Portrait Gallery, Londra

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Claudia Colia

Claudia Colia si è laureata in Storia dell’Arte presso l'Università "La Sapienza" di Roma e nel 2003 si è trasferita a Londra, dove ha conseguito un Master in Contemporary Art Theory presso il dipartimento di culture visive della Goldsmiths University. Si occupa di scrittura, critica e didattica dell’arte e collabora con diverse istituzioni museali londinesi. Ha recensito mostre per testate online e cartacee ed è corrispondente di attualità per la trasmissione di Rai Radio2, Caterpillar. Dal 2006 fa parte della redazione di CultFrame - Arti Visive.

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