Wolfen ⋅ Un film di Michael Wadleigh

SCRITTO DA
Nikola Roumeliotis

Film sui licantropi ne sono stati fatti un’enormità. E non tutti belli! Sicuramente da quando Lon Chaney jr ha impersonato Lawrence Talbot, alias Wolf Man, i lupi mannari hanno popolato gli incubi degli spettatori (fino ad oggi) nelle maniere più possibili e inimmaginabili. Ma Wolfen è sicuramente il film di licantropi più atipico della storia del cinema. Anzi, vi dirò di più: non si tratta di un film dell’orrore. Esattamente come Dancing in the Dark di Lars Von Trier non è un film di Fred Astaire, allo stesso modo la pellicola di Michael Wadleigh presenta apparentemente tutti gli elementi del genere con l’aggiunta di altri, e ciò cambia assolutamente la prospettiva. Non dimentichiamo che il suo regista è l’autore del celeberrimo Woodstock, in questo caso nel suo unico film di finzione.

E che cosa poteva fare un ex hippy cresciuto con la cultura dei figli dei fiori con un genere come l’horror urbano se non denunciare sia i peccati dell’urbanizzazione che quelli della arte ad essa relativa? Ebbene, il film ha deluso sia il pubblico, quando uscì nel 1980, che i critici, i quali ovviamente non hanno capito la sua forza eversiva, preferendogli i contemporanei, eccellenti (non c’è che dire) ma più strutturati, come L’ululato di Joe Dante e Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis. Ed è così che Wolfen è finito nel dimenticatoio delle videoteche e poi dei dvd, passando come un horror di serie B (per non dire C).

Ma per Wadleigh, la storia degli strani licantropi “Wolfen” che uccidono in maniera cruenta (le scene choc non mancano) per riguadagnare il territorio che gli è stato rubato dai bianchi (infatti i Wolfen convivevano con gli indiani) per urbanizzarlo, distruggendo la “loro” natura, diventa un’allegoria ecologica contro l’uomo la cui rapacità distrugge qualsiasi cosa sia puro e vergine.

E le innovazioni, per l’epoca, non finisco qui: grandangoli, uso della steady-cam pre Raimi, una fotografia, del glorioso Gerry Fischer, cupa e piena di ombre danno la sensazione di trovarsi in un mondo maledetto e oscuro. Tutto ciò in una pellicola in cui i lupi mannari sono i “buoni” e sui quali aleggia un messaggio non troppo coperto di attivismo politico. Albert Finney è il poliziotto che segue (impotente) un mistero più grande di lui rimanendo attonito davanti a tanta forza della natura. Il resto del cast è formato dagli eccellenti Diane Venora, Edward James Olmos e un incredibile Gregory Hines, cameo di Tom Waits (chi sa perché!)

Il dvd è uscito già nel 2002 ma non ha avuto migliore sorte del film nelle sale e in vhs. La Warner che lo ha pubblicato mirava a qualcosa di diverso. Perciò questa volta non si tratta di una rarità ma di un film estremamente sfortunato.

© CultFrame 12/2015


CREDITI

Titolo: Wolfen / Regia: Michael Wadleigh / Sceneggiatura: Michael Wadleigh, David Eyre / Fotografia: Gerry Fischer / Montaggio: Chris Lebenzon, Dennis Dolan / Muisca: James Horner / Interpreti: Albert Finney, Diane Venora, Edward James Olmos, Gregory Hines, Tom Noonan / Produzione: Rupert Hitzig / Anno: 1980 / Durata (originale): 114 minuti / Edizione dvd: Region 2 Pubblicato dalla Warner Bros.

SUL WEB
Filmografia di Michael Wadleigh

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Nikola Roumeliotis

Nicola Roumeliotis, giornalista, critico cinematografico, si occupa da anni dei generi cinematografici ma anche esperto musicale privilegiando la musica jazz e il lounge. Voce storica di Radio Città Futura per la quale ha creato format e condotto trasmissioni dal 1992 al 2006. Dopo aver contribuito a creare la web radio della Fandango insieme a Johnny Palomba e trasmesso su LifeGate Radio dal 2011 ha una propria agenzia giornalistica dedicata al cinema come NRCinema News.

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