Love. Un film in 3D di Gaspar Noé. Fish&Chips Film Festival – Festival Internazionale del cinema erotico di Torino – 1a edizione

SCRITTO DA
Claudio Panella

Gaspar NoéIl film inizia in medias res con i corpi dei due protagonisti intenti a fare sesso, uno sull’altro, ma la struttura complessiva dell’ultimo lungometraggio del discusso regista argentino Noé sembra rispettare l’assunto seguente: se le immagini in 3D si proiettano in avanti verso gli spettatori, la storia d’amore tra i personaggi di Murphy (Karl Glusman) ed Electra (Aomi Muyock) ci viene invece svelata con flashback progressivi all’indietro fino a farci vedere il loro primo incontro quasi nel finale.

Costruito su continui andirivieni (come un amplesso e seguendo le intermittenze della memoria di un amore), Love è un film programmaticamente alquanto teorico e molto cinefilo più ancora che scandaloso, nonostante le polemiche (cercate) in occasione della presentazione fuori concorso al Festival di Cannes 2015 e la curiosità che ha accompagnato l’anteprima italiana al Fish&Chips, Festival del cinema erotico di Torino, andata esaurita pochi minuti dopo l’apertura delle biglietterie.

A smorzare in parte la monotonia e la cupezza di un film in cui il sesso non è sempre gioioso e su cui pesano presagi mortiferi, Noé si diverte a disseminare la sceneggiatura e la scenografia di giochi di parole e citazioni. Lo si vede fin dalla scelta dei nomi dei suoi personaggi principali: lei promessa sempre differita dell’arte contemporanea incapace di liberarsi del complesso di Elettra che la lega al gallerista Noé (interpretato dal regista stesso), lui studente americano di cinema a Parigi che sogna di fare un film che racconti com’è davvero il sesso ma è vittima della implacabile “legge di Murphy” che ne segna il nome, e che quando gli nasce un figlio lo chiama Gaspar.

Se l’appartamento di Murhpy è disseminato di libri, dvd e poster cinematografici (da Salò, a M, a Frankestein 3D da cui Noé mutua i cartelli di testa del film), anche Love è un pastiche che riporta sullo schermo, per esempio, il modellino dell’hotel di Enter the Void, diretto nel 2009 dallo stesso regista (autocitazione, quindi), i luoghi di Ultimo tango a Parigi e le musiche di Profondo rosso e Distretto 13, riuscendo a incorniciare in una struttura architettata con abilità un’opera formalmente e sostanzialmente fine a se stessa.

Gaspar Noé

Analogamente, la storia di Murphy ed Electra, sedicenti artisti senza nessun talento manifesto, sembra raccontare che non basta giurare di proteggersi l’un l’altro se poi si vive all’insegna della dissipazione un amore creativamente infecondo e finito male al punto da pesare come un lutto irrimediabile sulle ambizioni di gioventù. Lo stesso Murphy, in un momento di relativa lucidità, afferma nel film che “la vita è ciò che ne fai” e Noé sembra qui lasciare ai due personaggi un’ultima chance di liberarsi dall’equazione nichilista tra “amare” ed “essere un perdente” enunciata da una delle amanti occasionali del ragazzo.

Invece, pur riducendo al minimo i cliché pornografici e la smania di dare scandalo (anche se in Love non mancano il sesso e le eiaculazioni in 3D) e al di là della qualità tecnica del lavoro di Noé, delle riflessioni meta-cinematografiche e dei rimandi autobiografici della vicenda che non tutti gli spettatori possono cogliere, l’autore finisce per tratteggiare in modo alquanto superficiale e deterministico le psicologie e i comportamenti dei suoi protagonisti costruendogli intorno un film porno-sentimentale fin troppo convenzionale.

© CultFrame – Punto di Svista 01/2016

TRAMA
La giovane Electra è irreperibile da diversi mesi persino per sua madre e quando la donna cerca di mettersi in contatto col suo ex ragazzo Murphy perché la aiuti a trovarla, questi riprecipita nella storia d’amore che ha segnato la sua vita e che è finita da più di un anno, quando lui ha scoperto di aspettare un figlio da un’altra ragazza

CREDITI
Titolo: Love / Regia: Gaspar Noé / Sceneggiatura: Gaspar Noé / Fotografia: Benoît Debie / Montaggio: Gaspar Noé, Denis Bedlow / Musiche: Pascal Mayer / Interpreti: Karl Glusman, Benoît Debie, Klara Kristin, Juan Saavedra, Gaspar Noé /Produzione: Wild Bunch, Les Cinemas de la Zone, RT Features, Rectangle Productions / Francia, 2015 / Durata: 135 minuti

SUL WEB
Filmografia di Gaspar Noé
Fish&Chips Film Festival, Torino – Il sito

 

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Claudio Panella

Claudio Panella, Dottore di ricerca in Letterature e Culture Comparate, si interessa in modo particolare alle interazioni tra la letteratura e le arti, alle trasfigurazioni letterarie del paesaggio e della città, alle rappresentazioni del lavoro industriale e post-industriale nella letteratura italiana ed europea. Attualmente è redattore di Punto di Svista - Arti Visive in Italia e CultFrame - Arti Visive.

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