Macbeth. Un film di Justin Kurzel

SCRITTO DA
Valentina Mallamaci

Justin KurzelLa storia travagliata del Macbeth, la tragedia più breve composta da Shakespeare, è ben nota al grande pubblico: la brama di potere di Lady Macbeth e la colpevole accondiscendenza del barone di Glamis sono da sempre archetipi delle oscurità più profonde dell’animo umano, cosciente di fronte all’errore, eppure incapace di evitarlo o porvi rimedio. Confrontarsi con una materia tanto ricca e delicata al tempo stesso, è perciò un’impresa non facile: cosa può raccontarci, oggi, il Macbeth di Justin Kurzel che non sia già stato sottolineato, tra gli altri, da Welles, Kurosawa o Polanski? È possibile osservare la vicenda con uno sguardo diverso, o da altre angolature?

Senza dubbio il regista australiano tenta di raggiungere i suoi protagonisti attraverso una strada alternativa: è forse l’incapacità di costruire una famiglia, generando nuova vita, a macchiare in modo indelebile le sorti di Macbeth e di sua moglie? Questa prospettiva, accennata ma non approfondita dallo stesso Shakespeare, viene solamente sfiorata da Kurzel, che abbandona presto l’intimità dell’introspezione per restare (molto più) in superficie, tra le nebbie delle highlands scozzesi che lasciano intravedere l’opprimente maestosità di un luogo che sembra non poter essere scalfito dal passare del tempo. Questi spazi, magnifici e ingombranti allo stesso tempo, sono il teatro della tragedia, fotografata con brutale freddezza da Adam Arkapaw. La sua visione, che a tratti risulta in contrasto con l’andamento della vicenda, disegna dei riquadri di natura pittorica e li fissa in un’immobilità che frena, quasi completamente, l’azione reale ed interiore dell’uomo Macbeth. E se ciò non bastasse, il ricorso alla slow motion cristallizza il combattente barone di Cawdor e di Glamis, identificandolo unicamente come guerriero. Questa scelta, sostenuta anche dalla sceneggiatura di Jacob Koskoff, Michael Lesslie e Todd Louiso, se da un punto di vista puramente estetico può risultare efficace restituendo il senso di una violenza che si ripete rimanendo eternamente uguale a se stessa nei tempi e nei luoghi, dal punto di vista narrativo imprigiona il personaggio shakespeariano, lasciandolo fluttuare sulla superficie di una dramma che avrebbe molto altro da dire.

Justin Kurzel

La visione, proprio a causa di un’aspettativa che viene completamente disattesa, diventa quindi difficile e lascia l’insoddisfazione della sottrazione di senso. Nonostante l’evidente capacità espressiva di due protagonisti di alto livello come Michael Fassbender e Marillon Cotillard, Kurzel rende impossibile la restituzione della complessità della loro duplice crisi esistenziale. Mentre nel testo shakespeariano risulta evidente il morboso legame che li unisce e che li nutre, avvelenandoli l’un l’altra fino a portarli alla morte, nel film molto si perde. All’archetipica Lady Macbeth sembrano mancare i riferimenti che l’hanno resa tale: la sua ambizione iniziale e il suo successivo pentimento per la scia di sangue che ha segnato la strada verso la corona appaiono appena accennati, bidimensionali e appiattiti. Di riflesso, il barone di Cawdor, prima nutrito da “troppo latte d’umana tenerezza”, subisce un cambiamento morale oltremodo repentino: le sue diverse emozioni si sovrappongono senza che ci sia il tempo di svilupparle e comprenderle, rendendo inverosimile qualsiasi possibilità di catarsi.

Se alcuni degli elementi che compongono il film (fotografia, regia e colonna sonora), analizzati singolarmente, possono risultare innovativi e interessanti, è nella composizione dell’insieme che l’amalgama si sgretola. Una bella prova solo se considerata un esercizio di stile volto a sottolineare tecnica e simbolismo. Molto meno riuscita se si considera la mancanza di spessore per un dramma senza tempo che forse qualcosa da dire lo aveva ancora.

© CultFrame 01/2016

TRAMA
Macbeth, Barone di Glamis, riceve una profezia da un trio di streghe: sarà lui, un giorno non troppo lontano, a diventare re di Scozia. Consumato dall’ambizione e spinto dalla brama di potere della moglie, Lady Macbeth, ucciderà il suo re per prenderne il posto. Ma questa decisione sarà la sua condanna.


CREDITI

Titolo: Macbeth / Regia: Justin Kurzel / Sceneggiatura: Todd Louiso, Jacob Koskoff, Michael Lesslie/ Fotografia: Adam Arkapaw/ Montaggio: Chris Dickens / Scenografia: Fiona Crombie / Interpreti: Michael Fassbender, Marion Cotillard, Paddy Considine, Sean Harris, Jack Reynor, Elizabeth Debicki / Produzione: See-Saw Films, DMC Film/ Paese: Regno Unito, Francia, USA, 2015 / Distribuzione: Videa / Durata: 113 minuti

SUL WEB
Sito ufficiale di Macbeth di Justin Kurzel
Filmografia di Justin Kurzel
Videa

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Valentina Mallamaci

Classe 1984, giornalista e da sempre appassionata di cinema e scrittura. Dopo un’esperienza di due anni come caporedattore presso una webzine piemontese, nel 2013 si trasferisce a Roma per frequentare il Master in Critica Giornalistica presso l’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Scrive di teatro e cinema, ma si interessa anche di sceneggiatura. Attualmente collabora con Il Mucchio Selvaggio e CultFrame - Arti Visive.

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