Nel libro della Genesi, Dio interviene in un indistinto universo tenebroso per separare la luce dall’oscurità e conseguentemente i cieli, la terra e le acque che daranno origine alla vita. Il nuovo film di Pablo Larraín si apre con un versetto biblico per introdurci in un mondo in cui la separazione tra luce e tenebre sembra non essere mai avvenuta. Si tratta di un mondo popolato da ombre umane che le bellissime scene iniziali, riprese in controluce, ammantano di un fascino misterioso.
Tutto il film è avvolto in una penombra bluastra che rende tanto l’atmosfera sepolcrale di un presente su cui si allunga l’ombra del passato, tanto la protezione segreta sotto la quale vivono gli enigmatici membri del club, un gruppo di ex sacerdoti spiaggiati sulla costa cilena e raccolti in una sorta di casa-famiglia per penitenti.
Con una secchezza stilistica e drammaturgica che non concede nulla al prevedibile né risparmia quanto necessario a tracciare un quadro preciso della situazione politica e sociale sul cui sfondo si svolge la vicenda narrata, Larraín ci cala in una notte eterna in cui è impossibile distinguere i buoni dai cattivi e in cui la giustizia sembra aver perso per sempre ogni diritto di cittadinanza.
El club è un lavoro di grande bellezza e solidità, che oltre a reggersi su una sceneggiatura e su una regia eleganti, può contare su un gruppo di attori la cui forza si esprime sia nella chimica d’insieme sia nelle singole interpretazioni. Anche questa volta, il regista cileno affida al suo attore di punta Alfredo Castro la parte di un uomo complicato, dalla storia e dalla psiche labirintiche. Insieme a lui ritroviamo anche Antonia Zegers, anch’essa presente in tutti i lavori precedenti di Larraín e Roberto Farías, già apprezzato in No – I giorni dell’arcobaleno, nel ruolo di Sandokan, un vagabondo che scompagina gli equilibri del club destabilizzando allo stesso tempo anche le coordinate interpretative con cui lo spettatore si aspetterebbe di poter interpretare il suo personaggio di vittima di abusi.
Pur tragico per tema e ambientazione, il film diverte lo spettatore con il suo umorismo nero e dissacrante a cui fa da controcanto la colonna sonora con brani originali di Carlos Cabezas associati a passaggi solenni e oscuri di compositori come Benjamin Britten e Arvo Pärt.
© CultFrame 02/2015 – 02/2016
Film presentato alla 72° Berlinale
TRAMA
Quattro uomini, una donna e un cane da corsa vivono insieme in una casa sul mare. La loro è una vita appartata e ben avviata che un giorno si trova destabilizzata in modo drammatico dall’arrivo di un quinto uomo che porta con sé il carico di un passato gravoso.
CREDITI
Titolo: Il club / Titolo originale: El club / Regia: Pablo Larraín / Sceneggiatura: Guillermo Calderón, Daniel Villalobos, Pablo Larraín / Fotografia: Sergio Armstrong / Montaggio: Sebastián Sepúlveda / Scenografia: Estefanía Larraín / Interpreti: Roberto Farías, Antonia Zegers, Alfredo Castro, Alejandro Goic, Alejandro Sieveking, Jaime Vadell, Marcelo Alonso, Francisco Reyes, José Soza / Produzione: Fabula / Distribuzione: Bolero Film / Paese: Chile / Anno: 2015 / Durata: 97 minuti
SUL WEB
Filmografia di Pablo Larraín
Berlinale – Il sito
Bolero Film