Thomas McCarthy, regista e co-sceneggiatore di questo impeccabile docu-drama, ha posto tutta la sua attenzione ad evitare due cliché ricorrenti nelle pellicole sul giornalismo d’inchiesta: la mitizzazione del giornalista/eroe, ed il particolare morboso, il dettaglio scabroso riportato per l’appagamento del pubblico. Il Caso Spotlight (che traduzione inappropriata: Spotlight non è il nome del “caso”, ma del gruppo di lavoro) riecheggia il miglior cinema di taglio giornalistico statunitense, da L’Ultima Minaccia a Tutti gli Uomini del Presidente, anche nell’estetica realistica, l’arredo scarno della redazione, i toni spenti della fotografia, la città grigia e fredda, la narrazione dettagliata e distaccata.
Cinema e giornalismo adottano lo stesso metodo: all’obiettività tenace ed all’orgogliosa indipendenza del pool del Boston Globe corrispondono l’accuratezza, al limite della pignoleria, e la dedizione di regista e cast del film. L’autore descrive con rigore estremo la scoperta di un verminaio nella cattolicissima Boston, un’inchiesta avversata da autorità sia ecclesiali che civili, e la testardaggine di un gruppo di giornalisti, non eroi, ma uomini spaventati dalle loro stesse scoperte, ciononostante animati da un insopprimibile anelito alla Verità, quella oggettiva, fattuale, dimostrabile. Un giornalismo ormai dimenticato nel nostro paese, dove interessi e tifo dettano i titoli di prima pagina. Un cast strepitoso incarna il pool investigativo con partecipato realismo, dal sempre più eclettico Keaton, all’intenso Ruffalo, fino all’ironico Tucci: tutti credibili, tutti perfettamente accordati ed in parte.
McCarthy, dicevamo, narra la vicenda sforzandosi in modo fin troppo evidente di non solleticare la prudérie del pubblico, evita il gossip morboso e riferisce gli avvenimenti soltanto attraverso i racconti della vittime e le risultanze probatorie, senza prestare il fianco a polemiche o accuse di partigianeria: anche in questo sembra voler adottare un’equidistanza di taglio giornalistico, quasi documentario. Se da un lato, però, tale scelta esalta il rigore narrativo, dall’altro “sterilizza” forse eccessivamente il pathos, provocando in alcuni passaggi una freddezza didascalica che rischia di non coinvolgere lo spettatore. Il finale è tanto noto quanto amaro: i pesci piccoli allontanati e lo squalo (l’omertoso cardinale Law) promosso ad una posizione comoda e prestigiosa in Vaticano. Nulla cambia.
© CultFrame 02/2016
TRAMA
Basato su fatti realmente accaduti è la storia del team di reporter del “Boston Globe”, noti con il nome di “Spotlight”, che ha portato alla luce un’inquietante verità: la complicità della Chiesa locale negli abusi sui minori. Da questa inchiesta è nato un caso di portata mondiale. Nell’estate del 2001, il giornalista Marty Baron arriva da Miami per prendere incarico come direttore del quotidiano “Globe” e per prima cosa incarica il team Spotlight di indagare sul caso di un sacerdote locale, accusato di aver abusato sessualmente di decine di giovani parrocchiani nel corso di 30 anni.
CREDITI
Titolo: Il caso Spotlight / Titolo originale: Spotlight / Regìa: Thomas McCarthy / Sceneggiatura: Thomas McCarthy, Josh Singer / Fotografia: Masanobu Takanayagi / Montaggio: Tom McArdle / Scenografia: Stephen Carter/ Musica: Howard Shore / Interpreti principali: Michael Keaton, Mark Ruffalo, Rachel McAdams, Stanley Tucci, Liev Schreiber, John Slattery / Produzione: Rocklin, Faust, Anonymous Content / Distribuzione: BIM / Paese: U.S.A., 2015 / Durata: 128 minuti
SUL WEB
Sito ufficiale del film Spotlight di Thomas McCarthy
Sito italiano del film Il caso Spotlight di Thomas McCarthy
Filmografia di Thomas McCarthy
BIM Distribuzione