The Danish Girl. Un film di Tom Hooper

SCRITTO DA
Valentina Mallamaci

Tom HooperÈ da qui che il regista Tom Hooper fa partire il racconto della storia d’amore e di lotta individuale tra la ritrattista Gerda e suo marito, il paesaggista Einar Wegener. Un paesaggio paludoso, i fiordi di Vejle nello Jutland, un albero riflesso sull’acqua. I contorni frastagliati di un passato, quello di Wegener, che lasciano allo sguardo altrui il beneficio dell’interpretazione in mancanza di una definizione univoca. E poi un presente, quello di una colorata Copenhagen di fine anni ’20, che si riproduce negli stretti canali che come arterie si diramano nel cuore della città. In questa cornice, che di per sé sembra fornire materiale sufficiente per stimolare la mente di un pittore, Einar Wegener appare come un artista e un uomo alienato, strettamente ancorato a una forma emblematica che appartiene al suo Io più profondo e indecifrabile. Nella ripetitività della sua produzione pittorica, sempre perfettibile, è rinchiuso il segreto della sua anima, inaccessibile anche alla sua amatissima compagna e collega Gerda.

Mentre Einar, attraverso la sua arte, sembra scavare senza sosta in cerca di una risposta che già conosce ma che ha paura di accettare, Gerda sembra rimanere più in superficie, sul pelo dell’acqua. I suoi ritratti, che non riescono ad avere il successo sperato, non sono in grado di immortalare l’anima dei soggetti, di raccontare più di ciò che è visibile agli occhi. Ma quando, quasi per gioco, chiede al marito di aiutarla a finire un suo dipinto indossando indumenti femminili, qualcosa cambia, privando di equilibrio entrambi i protagonisti.

Tom Hooper

Einar si trasforma in Lili, o meglio, capisce di esserlo da sempre e di non poter più soffocare la sua vera identità. Una presa di coscienza fondamentale che la sceneggiatura di Lucinda Coxon limita eccessivamente, relegandola a una gestualità di superficie, anche se ben interpretata da Eddie Redmayne. In un processo che si immagina difficile e doloroso, il risultato è una rapida sequenza imitativa (dallo sfioramento degli abiti femminili, alle movenze nel peep show) che confeziona un ottimo involucro ma che lascia la brutta sensazione di essere vuoto.

Molto più interessante e complessa, invece, l’evoluzione e la presa di coscienza di Gerda, colei che più di Lili merita l’appellativo di danish girl. Il suo agire, che segue un movimento dall’interno verso l’esterno, è la realtà che supera l’arte. L’unica chiave di lettura capace di suscitare un profondo senso di empatia, che ben si traduce nella riuscita nuova produzione di ritratti che raffigurano Lili. Nel personaggio di Gerda, molto più che in quello di Lili, la scrittura affonda con efficacia nella palude dei sentimenti, riaffiornando con una limpidezza doverosa e necessaria a mantenere alto il valore di un lungometraggio altrimenti ancorato ai più comuni cliché, che poco aggiungono a un tema più che mai di attualità.

Tom HooperIn parallelo con il processo di comprensione e accettazione costruito sul personaggio di Gerda, sarebbe stato molto più interessante indugiare con più consapevolezza nella psicologia di Lili Elbe, un’artista che ha ridipinto se stessa attraverso una trasformazione esistenziale ben più profonda di quella che si ottiene con il rossetto sulle labbra e la scelta di affascinanti abiti femminili.

La regia di Tom Hooper, in questo senso, insiste troppo sull’immaginario bohemien che, come una brezza leggera (troppo leggera), incornicia l’intera vicenda. Il volto androgino di Eddie Redmayne, che troppo spesso si contrae in sorrisi civettuoli che stridono con il tema del film, non è sufficiente a scandagliare un argomento così complesso e delicato che richiede certamente una certa dose di delicatezza, ma pretende anche, e soprattutto, una volontaria e seria aderenza alla realtà.

© CultFrame 02/2016

TRAMA
Copenhagen, fine anni venti. Gerda Wegener e suo marito Einar Wegener sono una coppia di pittori. Mentre la prima ottiene scarsi successi con i suoi ritratti, Einar sbarca il lunario con i suoi paesaggi. Quando Gerda, quasi per gioco, chiede al marito di aiutarla a finire un dipinto indossando abiti femminili, in Einar scatta qualcosa. Un cambiamento esistenziale che porterà alla luce il suo vero Io, e al quale darà il nome di Lili Elbe.


CREDITI
Titolo: The Danish Girl / Titolo originale: Id. / Regia: Tom Hooper / Sceneggiatura: Lucinda Coxon, basato sul romanzo The Danish Girl di David Ebershoff / Fotografia: Danny Cohen/ Montaggio: Melanie Ann Oliver / Musica: Alexandre Desplat / Scenografia: Eve Stewart / Interpreti: Eddie Redmayne, Alicia Vikander, Ben Whishaw, Sebastian Koch, Amber Heard, Matthias Schoenaerts / Produzione: Working Title, Pretty Pictures, Revision Pictures, Senator Global Production / Paese: Regno Unito, Germania, USA, 2015 / Distribuzione: Universal Pictures / Durata: 120 minuti

SUL WEB
Sito ufficiale del film The Danish Girl di Tom Hooper
Sito italiano del film The Danish Girl di Tom Hooper
Filmografia di Tom Hooper
Universal Pictures

 

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Valentina Mallamaci

Classe 1984, giornalista e da sempre appassionata di cinema e scrittura. Dopo un’esperienza di due anni come caporedattore presso una webzine piemontese, nel 2013 si trasferisce a Roma per frequentare il Master in Critica Giornalistica presso l’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Scrive di teatro e cinema, ma si interessa anche di sceneggiatura. Attualmente collabora con Il Mucchio Selvaggio e CultFrame - Arti Visive.

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