La Tokyo intima ed estrema del fotografo Daido Moriyama. Mostra a Modena

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis
© Daido Moriyama. Untitled 1970s. Courtesy of the Artist
© Daido Moriyama. Untitled 1970s. Courtesy of the Artist

© Daido Moriyama. Untitled 1970s. Courtesy of the Artist

Uno dei metodi fondamentali per poter rappresentare visivamente la complessa struttura di una metropoli è quello dell’attraversamento. Lo spostamento fisico tra luoghi, strade, viali, locali, negozi, giardini si configura come una sorta di procedimento estetico.

Il vagabondaggio mette in comunicazione i sensi di un artista visivo con la labirintica ed enigmatica natura della città generando attraverso l’esperienza corporea sentimenti totalmente soggettivi. In tal senso, uno dei fotografi internazionali maggiormente capaci di attivare questo “meccanismo della sensibilità percettiva” è senza dubbio il giapponese Daido Moriyama, il quale è conosciuto universalmente per la sua produzione in bianco e nero, attraverso la quale ha sempre comunicato un’idea della città intima ed estrema, personale e ricca di contrasti.

Una mostra (Daido Moriyama in Color, allestita presso il Foro Boario di Modena, a cura di Filippo Maggia) e un ampio e ricchissimo (oltre 250 immagini) catalogo pubblicato da SKIRA (Daido Moriyama in Color – Now, and Never Again), presentano un’ulteriore articolazione espressiva del percorso creativo dell’artista nipponico puntando l’attenzione sulla sua imponente apertura verso l’uso del colore.

© Daido Moriyama. Untitled 1970s. Courtesy of the Artist

© Daido Moriyama. Untitled 1970s. Courtesy of the Artist

I temi affrontati da Moriyama sono sostanzialmente quelli che compongono la sua poetica da sempre: la raffigurazione vibrante ed estremamente vitale dell’esistenza pulsante di una società che trova la sua naturale collocazione nel caos della città.

© Daido Moriyama. Untitled 1970s. Courtesy of the Artist

© Daido Moriyama. Untitled 1970s. Courtesy of the Artist

L’affastellarsi barocco e bulimico di elementi della realtà trova sempre delle improvvise sospensioni nella raffigurazione dell’eros femminile. Corpi delicati ed eterei si manifestano come isole di rarefazione; si incuneano nella sovrapposizione frenetica dei segni che contraddistinguono ogni metropoli e posizionano l’idea stessa del “femminile” in una dimensione “altra”. L’eros diviene, così, strumento salvifico e il corpo femminile apertura verso l’armonia, il sogno e l’immaginazione.

I colori si configurano, in questo caso, come aspetti di una narrazione visiva apparentemente molto confusa e dilatata ma in verità basata su concetti filosofici precisi (fondamentali per la rappresentazione della metropoli): interstizio e piega.

Grazie al suo sguardo curioso e non convenzionale, l’artista indaga alcune realtà della città (talune decisamente appartate) che nascondono al fruitore, sempre e comunque, qualcosa. Il profluvio di segni visuali e cromatici proposti da Moriyama diviene, così, un intreccio ossessivo, quasi parossistico, di pieghe del mondo che celano sviluppi ulteriori e aree imprevedibili.

© Daido Moriyama. Untitled 1970s. Courtesy of the Artist

© Daido Moriyama. Untitled 1970s. Courtesy of the Artist

Spazi notturni, vie isolate, luoghi caratterizzati da valanghe di impulsi visivi erotizzanti, persone, oggetti, macchine, incroci, palazzi, insegne pubblicitarie. La superficie disorganica della città (nel caso specifico Tokyo) si trasforma nella creatività di Daido Moriyama in una sorta di ordine espressivo interiore, di catalogo profondo della sua sensibilità, di percorso estetico (non estetizzante) che diviene grazie alle immagini fotografiche discorso puramente poetico.

A Moriyama, fortunatamente, non interessa il vacuo concetto di bellezza quanto piuttosto gli effetti, sulla sua mente, generati dall’esperienza sensoriale individuale. Ed è proprio per questo motivo che la Tokyo che emerge dai suoi scatti è una città impossibile, forse solo immaginata, una città sopportabile solo grazie alla delicatezza lirica del femminile e dell’erotismo che ne deriva, unico vero aspetto in grado, probabilmente, di salvare il mondo dall’angoscia, dal non senso e dall’orrore.

© CultFrame – Punto di Svista 03/2016
(pubblicato su L’Huffington Post Italia)

INFORMAZIONI MOSTRA
Daido Moriyama in Color / A cura di Filippo Maggia
Dal 6 marzo all’8 maggio 2016
Foro Boario / Via Bono da Nonantola 2, Modena
Orario: mercoledì – venerdì 15.00 – 19.00 / sabato e domenica 11.00 – 19.00 / chiuso lunedì e martedì
Ingresso: 5,00 euro / mercoledì ingresso libero
Info: Fondazione Fotografia Modena / Tel: 059.224418 / press@fondazionefotografia..org

CREDITI CATALOGO
Daido Moriyama in Color – Now, and Never Again / A cura di Filippo Maggia / Pagine: 480 / Fotografie: 257 / Editore: Skira, 2015 / Collana: Fotografia / ISBN: 885722966 / Prezzo: 59,00 euro

SUL WEB
Il sito di Daido Moriyama
Fondazione Fotografia Modena
Skira

 

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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