Lorenzo Bruni, nel suo contributo critico alla mostra collettiva Anatomy of Restlessness (Anatomia dell’irrequietezza) in corso nella Galleria Mario Iannelli di Roma, mette da subito in chiaro gli aspetti di questa scelta espositiva: il non raffigurabile e l’esperienza diretta. Nell’interessante testo ne delinea le programmatiche condizioni “che il tempo di reazione da parte dell’utente al mondo delle informazioni globalizzate è divenuto nullo”; e specificità di reazione “l’unico modo per creare un gesto reale in senso radicale sia quello di realizzare non delle opere site specific, ma time specific”.
Fulcro di questa riflessione teorica sembra essere, allora, un ritorno di attenzione verso le problematicità dei linguaggi e i loro relativi materiali in uso, compresi quelli digitali, collocandoli in una condizione temporale a cui poi, per ovvi motivi, si va ad aggiungere quella spaziale. Tutto ciò avviene nella consapevolezza che il gesto compiuto non ha una raffigurazione determinata, finita, ma si realizza nei tempi dello sguardo dell’osservatore. Dobbiamo dire, per i tempi strettamente soggettivi del nostro sguardo, che non tutte le opere in mostra hanno forza di imporsi all’interno di questo quadro teorico. Comunque in gran misura l’aspetto collettivo, merito anche dell’allestimento, rafforza questa direzione di ricerca.
Questa mostra, la prima collettiva dal trasferimento delle attività della galleria da Berlino a Roma, si pone come obbiettivo quello di dare una panoramica d’insieme delle vicinanze dialettiche esibite nelle personali sino ad ora realizzate nello spazio di Via Flaminia. Gli autori presenti e che hanno già esposto in galleria: Joe Clark (Inghilterra), Tom Esam (Inghilterra), Claus Philip Lehmann (Germania), David Prytz (Danimarca), Sarah Ancelle Schoenfeld (Germania), Felix Kiessling (Germania). Mentre Philip Topolovac (Germania) e Yorgos Stamkopoulos (Grecia) dopo questa collettiva, realizzeranno la loro personale nei prossimi mesi. Le opere in mostra spaziano dalla pittura alla scultura, dal video alla fotografia, all’installazione.
In questo contesto riteniamo interessante soffermarci su due opere che a nostro avviso sottolineano con le loro dinamiche gli intenti teorico espositivi. Una serie di fotografie di Sarah Ancelle Schoenfeld dal titolo Universal Cleaner: la superfice di uno schermo di iPad viene fotografata mentre su di essa è presente una soluzione liquida per effettuarne la pulizia. Lo schermo in questo caso non è più e solo un veicolo per modalità di rappresentazione ma è la sua stessa superfice ad essere oggetto di ricerca sulla materia delle cose. Un’opera scultorea di Felix Kiessling intitolata Zeitzeichnung (Time drawing); quest’ultima si inoltra in profondità nel territorio del “time specific”. Su di un piano è stato installato un orologio da tavolo alla cui lancetta è legato un pezzetto di grafite, nel suo movimento aggiunge ad ogni passaggio un segno sull’altro: come un tempo circolare che incide e inscrive ogni momento e non si occupa di passato, presente e futuro.
© CultFrame – Punto di Svista 05/2016
INFORMAZIONI
Anatomy of Restlessness (Anatomia dell’irrequietezza) / Contributo critico di Lorenzo Bruni
Dall’11 maggio all’1 giugno 2016
Galleria Mario Iannelli / Via Flaminia 380, Roma / Tel. 06.89026885 / info@marioiannelli.it
Orario: martedì – sabato 14.00 – 19.00 / Ingresso libero
SUL WEB
Galleria mario Iannelli, Roma