Julieta ⋅ Un film di Pedro Almodóvar

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Julieta, ovvero l’universo femminile raccontato attraverso la rappresentazione del legame indissolubile madre-figlia e l’emersione, potente e destabilizzante, del tema della separazione e del dolore profondo che ne consegue. Pedro Almodóvar continua, instancabile, la sua indagine “affettuosa” nei riguardi di quella che potremmo definire la “differenza muliebre”, quella particolare condizione interiore ed esistenziale che secondo il regista spagnolo gli uomini possono solo guardare da fuori (spesso non capendola fino in fondo), impauriti da tanta profondità e intensità.

Ma se ci fermassimo a ciò, l’analisi contenutistica di Julieta ci consentirebbe semplicemente di entrare per l’ennesima volta in contatto con una poetica, quella almodóvariana, che conosciamo in tutte le sue sfumature. Ciò su cui punta maggiormente in questa occasione l’autore iberico è invece l’indagine, non tanto psicologica quanto piuttosto filosofica, sulla questione dell’assenza.

In un passaggio del film, la protagonista, scrivendo una lettera “impossibile” alla figlia che non vede da oltre dieci anni dice: “la tua assenza riempie totalmente la mia vita e la distrugge”. Il cuore poetico/filosofico di tutto il film risiede in questa semplice e crudele riflessione che ancora una volta si riferisce direttamente alla sensibilità specifica del mondo femminile, capace di avvertire con precisione il dolore dell’assenza e di convertirlo in una presenza devastante e assoluta.

Pedro Almodovar

Pedro Almodóvar dedica a questo passaggio l’inquadratura, forse, più interessante della sua opera. Julieta è seduta a un tavolo, vestita solo di una camicia morbida e sottile, sullo sfondo una finestra aperta sulla città. La macchina da presa arretra lentamente in modo frontale delineando visivamente la sensazione del penoso strappo avvenuto tra madre e figlia, che è divenuto nel tempo un buco nero dal quale non si può uscire.

Julieta è in sostanza un film caratterizzato da una tendenza alla messa a fuoco definitiva di tutti i principali argomenti tipici del cinema di Almodóvar (con un’apertura a questioni ancor più alte); è una sorta di organizzazione del senso di un percorso creativo che mano a mano, dagli eccessi giovanili (che a nostro avviso rappresentavano un valore espressivo), si è spostato dentro un territorio narrativo sempre più nitido.

Pedro Almodovar

Il problema di Julieta e di tutta la parte più recente della filmografia del regista spagnolo risiede nella sfera visiva, e in parte in quella più strettamente registica. Soprattutto, ciò che colpisce lo sguardo (in maniera negativa) è la scelta di insistere fino allo sfinimento nella riproposizione di alcuni “giochini” cromatici che ormai sono diventati elementi un po’ stantii di un marchio di fabbrica a cui lo sguardo dello spettatore si è assuefatto. L’organizzazione dei colori, la luce e la struttura delle inquadrature (specie per quel che riguarda gli interni), l’attenzione spasmodica e ossessiva per il dialogo tra costumi e scenografia, sono fattori che vanno ormai a comporre un’architettura di stilemi visuali divenuta indeformabile e, dunque, totalmente prevedibile.

Possibile che l’evoluzione creativa del cinema di Pedro Almodóvar si sia trasformata in un’involuzione di stile così evidente? Possibile che il cineasta di Donne sull’orlo di una crisi di nervi e Il fiore del mio segreto abbia, di fatto, esaurito la sua spinta propulsiva a livello compositivo? Possibile che il mondo visivo, scoppiettante e imprevedibile, di questo autore si sia definitivamente marmorizzato in una gabbia di eleganti, quanto stucchevoli, cromatismi?

© CultFrame 05/2016

TRAMA
Julieta vive a Madrid e progetta di trasferirsi con il suo compagno in Portogallo. La sua vita però nasconde un grande e doloroso segreto. La donna non vede l’amata figlia Antìa da ben dodici anni. Questa inspiegabile separazione voluta proprio da Antìa distrugge la vita di Julieta impedendole di vivere la propria esistenza con serenità.


CREDITI

Titolo: Julieta / Regia: Pedro Almodóvar / Sceneggiatura: Pedro Almodóvar / Fotografia: Jean-Claude Larrieu / Montaggio: José Salcedo / Scenografia: Antxon Gomez / Musiche: Alberto Iglesias / Produzione: Agustín Almodóvar, Pedro Almodóvar, Esther García / Interpreti: Emma Suarez, Adriana Ugarte, Inma Cuesta, Dario Grandinetti / Distribuzione: Warner Bros. / Origine: Spagna / Anno: 2016 / Durata: 99 min.

SUL WEB
Sito ufficiale del film Julieta di Pedro Almodóvar
Filmografia di Pedro Almodóvar
Warner Bros.

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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