Gli invisibili. Un film di Oren Moverman

SCRITTO DA
Eleonora Saracino

Giorni vuoti nella vita di un uomo fatti di solitudine, abbandono, rimpianto… George Hammond ha perso tutto –  il lavoro, la casa, la famiglia – ed ora è alla deriva di se stesso spinto dalla “corrente” di una città come New York che, matrigna metropolitana, rifiuta i suoi figli meno fortunati, ammantandoli della più crudele invisibilità.

Oren Moverman (già regista del notevole The Messenger) si cimenta con una storia di emarginazione e, con coraggio, osa. Osa perché per 117 minuti sta addosso al suo protagonista, pedinandolo – letteralmente – per le strade ostili della Grande Mela. Lo filma, infatti, attraverso i “filtri” che l’ambiente offre: vetri, persiane, porte, spiragli… Seguendone i passi sempre più incerti, il regista israeliano fa di George il fulcro di una non-storia che si dispiega, appunto, nel suo doloroso quotidiano.

Dalle panchine esposte al gelo agli interni squallidi dei centri per senza tetto, l’uomo trascina la sua esistenza esprimendo il suo progressivo sconforto in quasi totale silenzio. A parlare, infatti, è la città intorno a lui, il movimento frenetico delle automobili, i suoni che si sovrappongono, le voci della gente, la musica dalla radio… Rumori sopra altri rumori che sembrano rendere più assordante il mutismo di Hammond.  Di lui non sappiamo quasi nulla se non da qualche parola che scambia con un suo occasionale compagno di corsia dell’ennesimo rifugio per gli homeless. L’incontro con altri che, come lui, hanno smarrito la strada e il senso stesso di una vita non fa che implodere la disperazione di George, trascinato sempre più a fondo in quella spirale di privazione che pare volergli sottrarre anche l’ultima stilla di dignità.

La sfida di Moverman sta quindi nell’aver scelto di narrare in una quasi totale sottrazione, affidando a Richard Gere il compito di dare vigore e densità a Gli invisibili. Notevole il lavoro che il regista e l’attore hanno fatto sui centri di accoglienza newyorkesi per senza tetto e questo forte senso di verità è certamente il maggior pregio dell’opera che, tuttavia, nel suo dipanarsi sembra girare in tondo, avvitarsi in una spirale, sì, di sofferenza ma, nel contempo, non riuscire mai a librarsi un po’ più su di una gradazione monocorde che finisce per risultare sfibrante.

© CultFrame 10/2014 – 06/2016

TRAMA
George Hammond si aggira per le strade di New York in cerca di un riparo. Dopo aver perso lavoro, casa e famiglia si ritrova a vagare per i differenti centri per senza tetto della metropoli americana. L’unica speranza che sembra tenerlo in vita è quella di cercare di recuperare il rapporto con sua figlia che non vede da anni.


CREDITI

Titolo: Gli invisibili / Titolo originale: Time Out of Mind / Regia: Oren Moverman / Sceneggiatura: Oren Moverman / Fotografia: Bobby Bukoski / Montaggio: Alex Hall / Interpreti: Richard Gere, Ben Vereen, Jena Malone / Prodotto da Richard Gere, Miranda Bailey, Lawrence Inglee / Distribuzione: Lucky Red / Usa, 2014 / Durata: 117 minuti

SUL WEB
Sito ufficiale del film Time Out of Mind (Gli invisibili) di Oren Moverman
Filmografia di Oren Moverman
Festival Internazionale del Film di Roma – Il sitoLucky Red

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Eleonora Saracino

Eleonora Saracino, giornalista, critico cinematografico e membro del Sindacato Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), si è laureata in Storia e Critica del cinema con una tesi sul rapporto Letteratura & Cinema. Ha collaborato con Cinema.it e, attualmente, fa parte della redazione di CulfFrame Arti Visive e di CineCriticaWeb. Ha lavorato nell’industria cinematografica presso la Columbia Tri Star Pictures ed è stata caporedattore del mensile Matrix e della rivista Vox Roma. Autrice di saggi sul linguaggio cinematografico ha pubblicato, insieme a Daniel Montigiani, il libro “American Horror Story. Mitologia moderna dell'immaginario deforme” (Viola Editrice).

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