Partendo da una sceneggiatura che Jean Gruault, a cui il film è dedicato, aveva scritto per François Truffaut, Valérie Donzelli realizza dopo La guerre est déclarée un nuovo omaggio cinefilo agli amori assoluti e maledetti. La maledizione in questo caso sta nell’universale tabù dell’incesto che i due fratelli del titolo (interpretati da Anaïs Demoustier e dal sempre complice della regista Jérémie Elkaïm), infrangono amandosi sin dalla più tenera infanzia.
Tutto rema contro la passione dei protagonisti: la famiglia, la Chiesa, il potere politico. L’amore romantico e fisico tra fratelli contraddice il fondamento più radicale delle strutture sociali, fa saltare i sigilli del senso, sbaraglia tutti i criteri con cui si operano scelte sentimentali, sessuali, sociali. Quella tra Marguerite e Julien è dunque una delle più radicali trasgressioni che si possano mettere in campo. Ma è una trasgressione che concerne la cultura e le istituzioni patriarcali. Altre, invece, sono le vie della natura, per quanto essa sia spesso invocata a fondamento del divieto di accoppiarsi tra consanguinei.
Come accadeva anche nel precedente lavoro, la regista ci racconta una situazione potenzialmente inquietante (qui l’incesto, lì la malattia di un figlio) nel più variopinto e romantico dei modi. Il film dichiara di prendere spunto da una vicenda accaduta nel XVII secolo ma l’ambientazione oscilla tra un passato fiabesco di boschi e castelli e un presente che sembra evocare gli anni Cinquanta. L’orizzonte spaziale e temporale si fa in questo modo astratto e puramente funzionale a creare un incanto narrativo con elementi ironici di anacronismo in stile Jacques Demy.
La storia è narrata, o meglio sussurrata, come una peccaminosa e tragica leggenda, da alcune ragazze nel dormitorio di un collegio alle allieve più piccole. Questo dispositivo narrativo è solo uno dei rimandi a Truffaut e, in generale, a una nouvelle vague che Donzelli omaggia attraverso vari accorgimenti stilistici e visivi d’ogni tipo. Una fiaba di fughe nella notte, di boschi incantati, di alberi che sanguinano, di arcobaleni, castelli, carrozze, matrigne e dichiarazioni d’amore sulle note di un’incantevole colonna sonora che spazia dal beat degli Artwoods, a Vivaldi, dall’electro del dj Yuksek alla dark new wave (altra nouvelle vague cara alla regista) degli Stranglers che con la stupenda Midsummer Night Dream portano al suo culmine sui titoli di coda l’atmosfera nera e trasognata di questa favola maledetta che però perde a tratti quel ritmo e quell’energia che l’autrice ha scelto come sua cifra stilistica e che la vincolano a sorprendere lo spettatore a ogni sequenza.
© CultFrame 06/2016
TRAMA
Marguerite e Julien sono fratelli e sin da bambini si amano. I genitori e il loro direttore spirituale fanno di tutto per separarli ma il legame tra i due amanti incestuosi sembra inscindibile così che non rimane loro altro che seguire fino in fondo un destino tragico.
CREDITI
Titolo: Marguerite e Julien. La leggenda degli amanti impossibili / Titolo originale: Marguerite et Julien / Regia: Valérie Donzelli / Sceneggiatura: Jean Gruault, Jérémie Elakïm, Valérie Donzelli / Fotografia: Céline Bozon / Montaggio: Pauline Gaillard / Scenografia: Manu de Chauvigny / Musica: Yuksek / Interpreti: Alice de Lencquesaing, Anaïs Demoustier, Aurélia Petit, Bastien Bouillon, Catherine Mouchet, Esther Garrel, Frédéric Pierrot, Géraldine Chaplin, Jérémie Elkaïm, Raoul Fernandez, Sami Frey / Produttore: Rectangle Production / Distribuzione: Officine UBU / Paese: Francia / Anno: 2016 / Durata: 103 minuti
SUL WEB
Sito italiano del film Marguerite et Julien. La leggenda degli amanti impossibili (Marguerite et Julien) di Valérie Donzelli
Filmografia di Valérie Donzelli
Officine UBU