Chi segue la scena americana e internazionale della musica d’avanguardia, della perfomance art e dell’arte contemporanea, conosce molto bene la figura emblematica e suggestiva di Laurie Anderson. Moglie di Lou Reed, anche scrittrice e artista figurativa, questa “macchina produttrice” di idee che è Laurie Anderson è stata sempre caratterizzata dalla particolare acutezza e profondità delle opere produceva ( e che produce tuttora).
Il suo lungometraggio Heart of a Dog ne è l’ennesima prova.
Lavoro basato su una straordinaria libertà espressiva, questo film vuole essere contemporaneamente una sorta di flusso interiore, una riflessione a voce, un sogno ad occhi aperti, una specie di libero scorrimento di pensieri di tipo filosofico-poetico.
Il cuore contenutistico del film, che non ha una struttura narrativa tipica e non può essere imbrigliato in una banale analisi linguistico-registica, è il rapporto con la morte, e di conseguenza con il senso dell’esistenza di ogni singolo individuo su questa terra. Tale percorso è effettuato da un’angolazione molto precisa, quella dell’artista stessa e del suo particolare punto di vista sulla realtà.
Il suo rapporto molto forte con la cagnetta Lolabelle (alla quale insegnerà addirittura a suonare il pianoforte), la sua famiglia, le proprie disavventure di ragazzina non banale, la relazione non proprio nitida con la figura materna, la questione della morte, appunto, e quella della possibile transizione da una vita a un’altra.
Heart of a Dog è un testo audiovisivo basato su un’interessante commistione di linguaggi figurativi (brani filmati, video, fotografia, frames fissi, disegni) che vengono sapientemente miscelati alle questioni della parola scritta, del suono della voce e della musica. Proprio “i limiti del linguaggio” sono uno dei territori che Laurie Anderson cerca di studiare con maggiore attenzione e lucidità, ma se si vuole assaporare il senso vero del film è necessario abbandonarsi al suo corso visuale e sonoro senza cercare punti di riferimento di tipo tradizionale. Siamo fuori dal cinema, fortunatamente, ma siamo fuori da ogni possibile catalogazione artistica e/o accademica, così come non è catalogabile Laurie Anderson.
Heart of a Dog è stato commissionato all’artista americana dalla rete televisiva franco-tedesca Arte ed è stato realizzato nell’arco di tre anni circa. Alla fine, arriva anche un ricordo del marito Lou Reed (morto nel 2013), fattore che aggiunge ancor più significato all’opera.
© CultFrame 09/2015 – 09/2016
TRAMA
Libera riflessione esistenziale di Laurie Anderson sul senso dell’esistenza, sul problema della morte e sulle relazioni con gli altri. Protagonista del “racconto” è anche la cagnetta dell’artista: la delicata e divertente Lolabelle.
CREDITI
Titolo: Heart of a Dog / Regia: Laurie Anderson / Fotografia: Laurie Anderson, Toshiaki Ozawa, Joshua Zucker Pluda / Disegni e animazione: Laurie Anderson / Montaggio: Melody London, Katherine Nolfi / Colonna sonora: Lauria Anderson / Produzione: Canal Street Communications Production, ARTE France – La Lucarna, HBO Documentary Films, Field Office Films / Distribuzione: Nexo Digital, Cinema / Paese: USA, 2015 / Durata: 75 minuti
SUL WEB
Il sito di Laurie Anderson
Filmografia di Laurie Anderson
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Il sito
Nexo Digital