Sparatorie, omicidi, pedinamenti, combattimenti. E ancora: segreti, rivelazioni, cose non dette, svolte improvvise. The Accountant è un film costruito in maniera sapiente per ottenere grandi risultati al botteghino, all’insegna del cinema di matrice hollywoodiana (e ci riferiamo in primo luogo a meccanismi di tipo comunicativo e linguistico).
A ciò si aggiunge la presenza, come interprete principale, di Ben Affleck, il quale una volta tanto è stato scelto in modo veramente appropriato. Il suo ruolo, infatti, gli imponeva di essere il più possibile asettico e sottotono. E dobbiamo dire che ci è riuscito a perfezione.
La vicenda di Christian Wolff (Ben Affleck, appunto) possiede delle componenti che sfiorano l’assurdo. Si tratta di un personaggio in cui sono state concentrate innumerevoli caratteristiche e attitudini. Nel lungometraggio di Gavin O’Connor Christian Wolff viene, infatti, presentato come bambino con problemi psichici, poi come figlio di un militare che lo addestra a difendersi dagli altri (e ciò lo trasformerà in esperto di qualsiasi arte marziale esistente), quindi come un carcerato, successivamente come uno straordinario matematico, dopo come un triste commercialista di provincia. E ancora: specialista di livello assoluto di contabilità aziendale, militare (a sua volta), collezionista di opere d’arte eccezionali (vedi Pollock), killer provetto, tiratore scelto. E potremmo continuare all’infinito.
Diciamo pure che lo sceneggiatore Bill Dubuque ha leggermente esagerato (seguito in ciò dal regista Gavin O’Connor), trasformando The Accountat e il suo personaggio centrale in autentico festival del “di tutto di più”, che a tratti sfiora il grottesco. E lo script, inoltre, è contraddistinto da passaggi così approssimativi che neanche la finzione filmica è in grado di giustificare. Unico guizzo interessante sotto il profilo narrativo è un’improvvisa virata verso quella che potremmo definire atmosfera da tragedia greca. Tale elemento, però, arriva solo in conclusione, nel tentativo, purtroppo non perfettamente riuscito, di dare un senso plausibile a tutto.
Per quanto riguarda gli aspetti registici, nulla da dire. Tutto è stato orchestrato con professionalità e abilità da O’Connor, il quale ha edificato, semplicemente, una via di mezzo tra il thriller d’azione e la spy story. Ma al di fuori del funzionamento del puro meccanismo di comunicazione audiovisuale (inquadrature, montaggio, fotografia, musica), con tutta sincerità, non riusciamo a trovare null’altro.
The Accountant si manifesta, dunque, come un encomiabile esercizio registico e un discreto prodotto commerciale, senza particolari qualità. Niente di più.
© CultFrame 10/2016
Film presentato alla 11ª Festal del Cinema di Roma
TRAMA
Christian Wolf esercita la professione di commercialista in una sperduta cittadina della provincia americana. In verità, questo lavoro è solo una copertura per altre attività ben più remunerative e pericolose, attività che hanno a che fare con i maggiori criminali presenti sulla faccia della Terra.
CREDITI
Titolo: The Accountant / Regia: Gavin O’Connor / Sceneggiatura: Bill Dubuque / Fotografia: Seamus McGarvey / Montaggio: Richard Pearson / Scenografia: Keith P. Cunningham / Musica: Mark Isham / Intepreti: Ben Affleck, Anna Kendrick, jon Bernthal, J.K. Simmons, John Lithgow / Produzione: Electric City Enetrtainment, Zero Gravity Management / Distribuzione: Warner Bros Italia / Origine: USA / Anno: 2016 / Durata: 128 minuti
SUL WEB
Filmografia di Gavin O’Connor
Festa del Cinema di Roma – Il sito
Warner Bros.