The Secret Scripture. Un film di Jim Sheridan. 11a Festa del Cinema di Roma. Selezione ufficiale

SCRITTO DA
Eleonora Saracino

Jim Sheridan“Tutti i dolori – scriveva Karen Blixen – sono sopportabili se li si fa entrare in una storia o se si può raccontare una storia su di essi”. Per l’anziana Roseanne McNulty ,da cinquant’anni rinchiusa in un ospedale psichiatrico, l’unica isola felice, nella quale è riuscita a trovare riparo nei giorni tutti uguali della lunga segregazione, è stata la scrittura.

Parole vergate a mano negli spazi bianchi di una vecchia Bibbia e disegni d’inchiostro che coprono i versetti per far emergere paesaggi e volti di un passato lontano. Brandelli di ricordi, strappati alle fitte dell’elettroshock, dalla cui sofferenza Rose è ancora in grado di rammentare quei brevi istanti di felicità condivisi con l’amato Michael. Un sentimento grande ma troppo breve, sbocciato sotto le bombe del conflitto mondiale e vissuto in clandestinità, il cui frutto è stato – almeno così dicono gli altri – strappato alla vita proprio da Rose che, da allora, sconta la sua pena in quello squallido istituto. Ma ha davvero ucciso il bambino?

La donna proclama da sempre la sua innocenza e, nel tempo, pur rassegnandosi a quella misera prigionia, non ha mai smesso di aspettare suo figlio. Nonostante la brutalità dei trattamenti ai quali è stata sottoposta e lo stordimento dell’età, la tenace McNulty conserva dentro di sé l’incrollabile certezza della sua innocenza e, nelle pieghe di quella logora Bibbia, sa di poter sempre ritrovare se stessa, ancorata come non mai a quei ricordi che ancora la tengono in vita.

Jim Sheridan adatta per lo schermo l’omonimo best seller del 2008 (edito in Italia da Bompiani con il titolo Il segreto) di Sebastian Barry, tra i finalisti al prestigioso Booker Prize, realizzando un’opera di chiaro impatto emotivo la cui solida compattezza visiva sopperisce a quelle tentazioni calligrafiche nelle quali talvolta scivola.

Jim SheridanUn percorso di dolore e di ingiustizia, quello battuto da Rose, che ci viene mostrato nei lunghi flashback dove la giovane e bella Rooney Mara attraversa risoluta le difficoltà della vita e i cui ricordi riverberano, oggi, nello sguardo intenso di Vanessa Redgrave. Le due attrici raccontano il passato e il presente della protagonista saldandosi l’una all’altra attraverso le parole di quel “sacro” diario che custodisce non soltanto la profonda intimità di un segreto ma narra gli orrori della guerra e la crudele meschinità umana.

Proprio nelle pagine sovrascritte di quel particolare libro, infatti, si annidano la crudeltà e l’egoismo di chi, protetto dalla credibilità del proprio abito talare, ha condannato Rose a un’esistenza di dolorosa reclusione. Il senso di colpa, lo struggimento e l’iniquità di una punizione sono alla base di un impianto narrativo che, pur mostrando più di una crepa, è sostenuto da un altissimo standard recitativo ma, soprattutto, dalla straordinaria espressività della Redgrave la cui interpretazione illumina la scena ancor più della bella fotografia di Mikahil Krichman (Leviathan, Il ritorno).

Sheridan torna di nuovo nella sua amata Irlanda incastonando i suoi personaggi negli spazi di una natura, suggestiva e distante, sotto il cielo plumbeo del conflitto e si addentra tra le pagine di un romanzo estrapolandone a piene mani lo struggimento e abbandonandovisi un po’ troppo.

Il film allora, pur nella solidità che un regista di mestiere come Sheridan sa infondergli, sembra smarrire, avviandosi all’epilogo, quel senso della misura di cui il cineasta di Dublino ha altrove dato prova, pizzicando enfaticamente le corde emotive che, in luogo di irrobustirla, penalizzano invece la sostanza del dramma.

© CultFrame 10/2016

TRAMA
L’anziana Roseanne McNulty è sola al mondo e da moltissimi anni è rinchiusa in un ospedale psichiatrico che ora sta per essere smantellato. Al Dottor Grene viene affidato il compito di convincere la donna a lasciare l’istituto ma, una volta letto il suo fascicolo, il medico sente la necessità di indagare sul passato di Rose e scoprire le motivazioni del suo internamento. Attraverso il diario della paziente verranno a galla segreti troppo a lungo taciuti. Tratto dall’omonimo best seller di Sebastian Barry.

CREDITI
Titolo: The Secret Scripture / Titolo originale: Id. /Regia: Jim Sheridan /Sceneggiatura: Johnny Ferguson, Jim Sheridan dal romanzo omonimo di Sebastian Barry / Montaggio: Dermot Diskin/Musica: Brian Byrne / Scenografia: Derek Wallace / Interpreti: Vanessa Redgrave, Rooney Mara, Eric Bana, Theo James, Susan Lynch/Fotografia: Mikahil Krichman / Produzione: Ferndale Films Limited / Distribuzione: Lucky Red / Irlanda, 2016 / Durata: 108 minuti

SUL WEB
Filmografia di Jim Sheridan
Festa del Cinema di Roma – Il sito

Condividi
Eleonora Saracino

Eleonora Saracino, giornalista, critico cinematografico e membro del Sindacato Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), si è laureata in Storia e Critica del cinema con una tesi sul rapporto Letteratura & Cinema. Ha collaborato con Cinema.it e, attualmente, fa parte della redazione di CulfFrame Arti Visive e di CineCriticaWeb. Ha lavorato nell’industria cinematografica presso la Columbia Tri Star Pictures ed è stata caporedattore del mensile Matrix e della rivista Vox Roma. Autrice di saggi sul linguaggio cinematografico ha pubblicato, insieme a Daniel Montigiani, il libro “American Horror Story. Mitologia moderna dell'immaginario deforme” (Viola Editrice).

Articoli correlati

Previous
Next

1

About

New CULTFRAME – Arti Visive rappresenta la naturale evoluzione della precedente rivista fondata nel 2000. Vuole proporre ai lettori un quadro approfondito della realtà creativa italiana e internazionale. L’intenzione è quella di cogliere ogni nuovo fattore che possa fornire sia agli appassionati che agli addetti ai lavori un affresco puntuale e moderno riguardo gli sviluppi odierni delle Arti Visive.

3

COPYRIGHT © 2024 CULTFRAME – ARTI VISIVE.
TUTTI I DIRITTI RISERVATI. AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI ROMA N. 152 DEL 4 MAGGIO 2009