Photographies d’Italie. Una mostra a Modena e un libro di Robert Rive

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis
Robert Rive Milano. Strada del Duomo, 1870 ca. Stampa all'albumina, cm 19,5 x25
Robert Rive Milano. Strada del Duomo, 1870 ca. Stampa all'albumina, cm 19,5 x25

Robert Rive Milano. Strada del Duomo, 1870 ca. Stampa all’albumina, cm 19,5 x25

Tra i diversi autori che hanno fotografato l’Italia a partire dalla metà del XIX secolo, il prussiano di origini francesi Robert Rive è senza dubbio uno dei più interessanti, ma anche uno dei meno analizzati e studiati (con l’attenzione che merita). E ancora: di questo fotografo non si hanno moltissime informazioni (precise) nonostante abbia vissuto con la famiglia e operato professionalmente a Napoli per alcuni decenni.
Traiamo questi dati dall’interessante testo critico (scritto da Chiara Dall’Olio) del volume, edito da Skira, intitolato: Robert Rive, Photographies d’Italie. Si tratta del catalogo della mostra omonima allestita fino all’8 gennaio 2017 presso il Foro Boario di Modena.

Ma andiamo con ordine. L’Italia è stata e continuerà a essere, senza alcun dubbio, territorio prediletto dai fotografi internazionali. È inutile ribadire in questa occasione come l’immenso patrimonio artistico, paesaggistico e naturalistico del nostro paese possa rappresentare uno stimolo eccezionale, in special modo per chi si occupa di quel tipo di fotografia che potrei definire “vedutistica”. Proprio tale aspetto rappresenta il pericolo più grande: guardare l’Italia, la sua natura e le sue città, significa inoltrarsi in un labirinto in cui luoghi comuni e preesistenze governano l’immaginario collettivo, da secoli, in maniera tirannica. Chi arriva in Italia (ma ciò riguarda anche gli italiani stessi) fotografa, dunque, ciò che già esiste strutturalmente nella sua mente. Diventa, così, quasi impossibile portare alla luce sensazioni soggettive che siano frutto di una visione interiore di tipo evocativo.

Robert Rive Palermo. Porta Felice, 1860-1870. Stampa all'albumina, cm 19,5 x25

Robert Rive Palermo. Porta Felice, 1860-1870. Stampa all’albumina, cm 19,5 x25

Ma se si guardano con attenzione le impressionanti immagini pubblicate nel catalogo della mostra ospitata a Modena, ci si accorge immediatamente della vitalità misteriosa delle inquadrature concepite da Robert Rive.

Gli ampissimi campi visuali, la solida impostazione compositiva, la portentosa profondità di campo, la luminosità degli spazi, la ricerca di equilibri formali e la tendenza a voler “portare l’occhio dell’osservatore… verso il punto ove inserisce l’elemento di chiusura che appare come una rivelazione” (citazione, quest’ultima, di Chiara Dall’Olio – Testo: Robert Rive, un fotografo tedesco a Napoli – Catalogo Skira – Pag.13), catturano lo sguardo del fruitore non tanto grazie a un impianto di tipo spettacolare quanto piuttosto a causa della segreta energia delle immagini che obbliga chi guarda a entrare in una sorta di trance percettiva.

Proprio per questo motivo, non ha molto senso analizzare in modo descrittivo le opere di Robert Rive, meno che mai soffermarsi su questioni che riguardano l’impostazione vedutistica degli scatti in questione. Le immagini del fotografo tedesco possiedono qualcosa in più: una caratteristica linguistica che potremmo considerare di derivazione filosofica.

Robert Rive Torino. Via Po, 1860-1870 ca. Stampa all'albumina, cm 19,5 x25

Robert Rive Torino. Via Po, 1860-1870 ca. Stampa all’albumina, cm 19,5 x25

Ogni inquadratura è rigorosamente incentrata su un’angolazione di ripresa dall’alto verso il basso che non muta di molto da immagine a immagine (solo in qualche caso l’angolo si fa più estremo). Si tratta di una sorta di elemento costante dello sguardo, di punto di vista metafisico, che sembra alludere a quella che potrei identificare come “istanza narrante”.

Non sembra tanto Robert Rive, in sostanza, a narrare visualmente ed esteticamente le bellezze italiane quanto piuttosto uno sguardo “altro”, “onnisciente”, che indirizza la sensibilità visiva dell’artista per mettere in equilibrio la sua eccezionale capacità creativa e il sovrumano splendore di un Paese che proprio nell’unicità che lo contraddistingue trova la sua prodigiosa forza e la sua inesorabile condanna.

© CultFrame – Punto di Svista 11/2016
(pubblicato su L’Huffington Post Italia)

INFORMATIONI MOSTRA
Robert Rive. Photographies d’Italie / A cura di Chiara Dall’Olio
Dal 15 settembre 2016 all’8 gennaio 2017
Fondazione Fotografia Modena / Foro Boario di Modena / Via Bono da Nonantola 2, Modena
Orario: mercoledì – venerdì 15.00 – 19.00 / sabato e domenica 11.00 – 19.00 / chiuso lunedì e martedì / 8, 25, 26 dicembre 2016 e 1 e 6 gennaio 2017: 15.00 – 19.00 / Ingresso libero

CREDITI LIBRO
Libro: Robert Rive: Photographies d’Italie / A cura di Chiara Dall’Olio / Pagine: 112 / Illustrazioni a colori: 90 / Editore: Skira / Collana: Le mostre / Anno: 2016 / ISBN: 885723370 / Prezzo: 28 euro

SUL WEB
Fondazione Fotografia Modena
Skira

 

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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