Dimensioni variabili. Le opere di Beatrice Pediconi in mostra a Roma

SCRITTO DA
Pietro D Agostino
Beatrice Pediconi. Dimensioni Variabili, 2016. Installation view at z2o Sara Zanin Gallery Room 3. Courtesy z2o Sara Zanin Gallery and the artist. Photo: Dario Lasagni
Beatrice Pediconi. Dimensioni Variabili, 2016. Installation view at z2o Sara Zanin Gallery Room 3. Courtesy z2o Sara Zanin Gallery and the artist. Photo Dario Lasagni

Beatrice Pediconi. Dimensioni Variabili, 2016. Installation view at z2o Sara Zanin Gallery Room 3. Courtesy z2o Sara Zanin Gallery and the artist. Photo: Dario Lasagni

“Un fotografo è uno che freddamente registra in due dimensioni un mondo di memorie, appercezioni, sogni, desideri e profonde incertezze.” Questa frase di Lyle Rexer la estrapoliamo dall’interessante testo critico che accompagna la mostra di Beatrice Pediconi dal titolo Dimensioni Variabili, esposta nella Z2O Sara Zanin Gallery di Roma. L’affermazione di Rexer ci invita a riflettere su come l’uso dello strumento fotografico, in questo caso, vada oltre la registrazione delle apparenze della realtà e che possa diventare, poiché trasformato da una profonda necessità, uno strumento di indagine.

Avviare una ricerca, dunque, può significare indagare la nostra stessa esistenza, le relazioni (a volte insondabili) con quelle variegate e multiformi presenze che danno sostanza alla vita. La finalizzazione di questa prassi attraverso la produzione di immagini non è la questione fondamentale, forse nemmeno il percorso in sé, quanto invece la costante messa in discussione dei risultati, “le incertezze” dei percorsi stessi. La consapevolezza che le immagini siano metafore, concetti, con cui catturiamo la diversità adattandola alla nostra esperienza metafisica, avrà allora un diverso significato: ri-conoscere che le differenze sono la base dell’esistente. E questa tensione esplorativa la ritroviamo nelle opere fotografiche e nei video di Beatrice Pediconi.

© Beatrice Pediconi. Variabile #6, 2016. Lightbox, 31x36x10 cm. Courtesy z2o Sara Zanin Gallery and the artist. Photo Dario Lasagni

© Beatrice Pediconi. Variabile #6, 2016. Lightbox, 31x36x10 cm. Courtesy z2o Sara Zanin Gallery and the artist. Photo: Dario Lasagni

Nei lavori in polaroid della serie Alien o nell’Artist book, esposti nella sala d’ingresso della galleria, come nei sei lightbox intitolati Variabile, allestiti a terra nel secondo spazio espositivo, abbiamo la sensazione di trovarci non di fronte a dei racconti consequenziali di immagini ma davanti alla singolarità di ogni opera, finita in se stessa.

Dimensioni variabili appunto, pur nella loro apparente continuità di forme e colori e a monte della tipologia dei materiali o delle tecniche utilizzate. Non facciamoci trarre in inganno dalla non riconoscibilità degli elementi o dalle forme inusuali: la rappresentazione attraverso la fotografia, in questo caso con delle polaroid, ha una sua affidabilità meccanica, o come ci suggerisce Franco Vaccari un suo inconscio tecnologico. Non identificano, quindi, una realtà certa e immutabile ma una sua diversità: una propulsiva e propositiva incertezza.

© Beatrice Pediconi. Alien, 2016. One Channel video, dimension variable, 5 min 40î (looped) , color, silent. Courtesy z2o Sara Zanin Gallery and the artist. Photo Dario Lasagni

© Beatrice Pediconi. Alien, 2016. One Channel video, dimension variable, 5 min 40î (looped) , color, silent. Courtesy z2o Sara Zanin Gallery and the artist. Photo: Dario Lasagni

Nel video, intitolato anch’esso Alien, la proiezione è suddivisa in due elementi verticali accostati in forma di dittico. Vi scorrono in ambedue le stesse immagini ma in maniera asincrona. Lo spazio della proiezione è immersivo, non vi è alcun suono, solo la continuità delle immagini in loop: vediamo fluire in un liquido corpuscoli, filamenti, bolle d’aria, tra organico e inorganico. Come nei due precedenti, anche in questo terzo e ultimo spazio del percorso espositivo il pavimento è rivestito da una stoffa nera. Oltre alla pertinenza per dare risalto alle opere esposte, la morbidezza e la lieve instabilità del tessuto posato sul pavimento conferiscono al visitatore un senso di leggera incertezza tra un passo e l’altro. Nella casualità di questo elemento avvertiamo un coinvolgimento ulteriore nel mondo di Beatrice Pediconi.

© CultFrame – Punto di Svista 12/2016

INFORMAZIONI
Beatrice Pediconi – Dimensioni Variabili
Dal 19 novembre 2016 al 28 gennaio 2017
Z2O Sara Zanin Gallery / Via della Vetrina 21, Roma / tel. 06.70452261 / info@z2ogalleria.it
Orario: martedì – sabato 13.00 – 19.00 o su appuntamento

SUL WEB
Il sito di Beatrice Pediconi
Z2O Sara Zanin Gallery, Roma

 

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Pietro D Agostino

Pietro D’Agostino è attivo nel campo delle arti visive e nel tempo matura un rapporto intimo e inconscio con la luce usandola, attraverso la fotografia, il video ed altri dispositivi tecnologici, come strumento espressivo e di indagine. Partecipa e collabora a varie iniziative performative con musicisti e poeti di area sperimentale e di ricerca. Dall'ottobre 2016 è Presidente di Punto di Svista - Associazione culturale

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