Nel tentativo di porre in dialogo linguaggi differenti accade spesso di andare incontro a non pochi problemi: la ricerca di possibili affinità, un territorio comune d’esplorazione, un piano propedeutico, nel senso di restituire un confronto dialettico possibilmente chiaro e comprensibile. Negli spazi espositivi della galleria Erica Ravenna Fiorentini di Roma ha preso corpo un tentativo in questa direzione grazie al progetto “Galleria in versi”.
Paesaggio con Figura è la prima di una serie di tre mostre all’interno del progetto sopra citato. Quattro gli autori coinvolti in questo primo confronto: Luca Pancrazzi, Laura Pugno, Donatella Spaziani e il poeta Valerio Magrelli.
La partecipazione di Magrelli, per le curatrici Adriana Polveroni e Erica Ravenna Fiorentini, come riportato nel comunicato stampa, ha questo scopo: “…è chiamato ad interagire e a reagire con le immagini proposte dagli artisti, provocando una condizione di dilatata attenzione che possa rigenerare la percezione e rinnovare la facoltà di visione.”
I lavori presentati dagli artisti visivi affrontano il tema del paesaggio in molteplici direzioni. Non vi troviamo alcun accenno descrittivo, ma una positiva e diversificata attenzione alla trasformazione di quello che viene osservato e che, molto probabilmente, attiene alla ricerca e alle riflessioni interiori degli autori stessi.
Nella sala d’ingresso dello spazio espositivo troviamo le opere di Laura Pugno. A destra su due supporti lignei si trovano applicate altrettante stampe fotografiche intitolate Gradi di autonomia. In parte abrase, sulle stesse opere è stato lasciato il materiale levigato trasformato in una sottile polvere che va a sovrapporsi in parte sull’immagine. A sinistra quattro stampe fotografiche dal titolo Memorie remote su cui sono stati posti dei pigmenti colorati (come fossero macchie), più un’acquaforte su gesso poggiata su un piedistallo metallico. Quest’ultimo lavoro, intitolato Morfogenesi (Mantegna) terzo stato, ci colpisce proprio per il suo stato tutto in divenire: i colori e le forme dell’acquaforte si trasformano nel tempo con l’azione delle sostanze chimiche contenute nel gesso.
Tra la prima e la seconda sala, in quello che a noi sembra un finto pilastro, è inserita un’opera di Luca Pancrazzi dal titolo 23% Uri. Tutto in miniatura e posto in un contenitore di plexiglass alto pochissimi centimetri, è stato ricostruito un tratto stradale collocato tra due gallerie. Ai lati opposti e più lunghi dell’opera vi sono due fori corrispondenti alle corsie della strada, dai quali è possibile osservare il paesaggio interno dell’opera da un altro punto di vista. Inoltre, sempre dagli stessi fori sono visibili e messi in connessione i due ambienti della galleria. Sempre di Pancrazzi e posti sulla parete di destra della seconda sala, vi sono due acquarelli su carta di medie dimensioni intitolati Come sempre dove sai: un sottilissimo paesaggio attraversa il bianco di fondo, formando un orizzonte immaginario del quale si possono cogliere gli elementi costitutivi solo a distanza ravvicinata. Ancora sulla destra e dello stesso autore un acrilico su tela dal titolo Fuori registro.
In questo spazio sono posti anche i paesaggi intimi e corporei di Donatella Spaziani: due fotografie dal titolo Autoscatto Parigi 2004, un’opera realizzata con matita e inchiostro su carta da parati intitolata Pianta e un’altra, solo a matita, su carta dal titolo Disegno; poi un lavoro su carta da parati, matita e collage dall’esemplificativo Senza Titolo.
Questo è il contesto in cui va ad inserirsi la partecipazione di Valerio Magrelli: una sua performance di letture di poesie viene registrata in galleria nell’ambito dell’inaugurazione della mostra, e restituita in esposizione con un video. Lo scrittore attraverso i suoi testi, nel tentativo di cogliere un’interazione evocativa con le opere visive, indaga diverse declinazioni del paesaggio: da quello antropologico a quello stradale, sociale e televisivo o pedagogico, solo per citarne alcuni.
A nostro avviso, in questa proposta di dialogo le distanze rimangono tali. L’apporto letterario, pur nel suo valore intrinseco, ci sembra distante dalle opere visive in mostra e non chiaramente comprensibile la sua interazione in questo contesto. Complice anche la collocazione del monitor con il video che rimane isolato in una rientranza della sala.
© CultFrame – Punto di Svista 12/2016
Valerio Magrelli, Roma (1957). Diversi i suoi testi di versi, prosa e saggi pubblicati, tra i quali: Il sangue amaro (Einaudi, 2014); Geologia di un padre (Einaudi, 2013); La lingua restaurata (Manni, 2014); Luca Pancrazzi, Figline Valdarno (1961). Ha esposto in diverse istituzioni museali nazionali e internazionali, ne citiamo alcune: 47° Biennale di Venezia (1997); Museo Cantonale d’Arte di Lugano (2002); Vietnam National Museum of Fine Arts (2007); Spazio C.O.S.M.O. Milano (2016); Laura Pugno, Trivero (1975). Diverse le sue mostre collettive e personali tar le quali ricordiamo: Fondazione Sandretto Re Baudengo, Torino (2012); MART, Rovereto (2014); Museo della Città di Rimini (2016); Donatella Spaziani, Ceprano (1970). Espone suoi lavori in diverse località internazionali: MoCa – Museum of Contemporary Art, Los Angeles (2010); National Centre for Contemporary Arts, Mosca (2011); Museo MACRO, Roma (2016).
INFORMAZIONI
Mostra: Galleria in versi – Paesaggio con Figura / A cura di Adriana Polveroni e Erica Ravenna Fiorentini
Autori: Valerio Magrelli, Luca Pancrazzi, Laura Pugno, Donatella Spaziani
Dall’11 ottobre 2016 al 3 febbraio 2017
Erica Ravenna Fiorentini Arte Contemporanea / Via Margutta 17, Roma / Tel: 06.3219968 / artecontemporanea@ericafiorentini.it
Orari: lunedì – venerdì 10.30 – 19.30 / sabato 10.30 – 13.30 (pomerigio su appuntamento) / Ingresso libero
SUL WEB
Il sito di Laura Pugno
Erica Ravenna Fiorentini Arte Contemporanea, Roma