La solitudine del potere. Designated Survivor (Prima stagione)

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Designated SurvivorChi è il “sopravvissuto designato” (designated survivor)? Quale funzione ha nel sistema politico-istituzionale statunitense? Si tratta del soggetto che in caso di morte, causata da un attentato terroristico, del Presidente USA, del suo Vice Presidente e di tutto il Gabinetto assicuri la continuità della gestione del potere senza alcuna interruzione e senza il pericolo gravissimo di un vuoto istituzionale che potrebbe far precipitare gli USA nel caos. A tal proposito, da alcuni decenni, ogni qual volta il governo americano nella sua interezza si riunisce in eventi pubblici e politici, un membro dello stesso governo viene portato in un luogo protetto separato, in qualità di “sopravvissuto designato”.

Proprio questa figura è al centro della narrazione della serie ideata da Davis Guggenheim, intitolata Designated Survivor, appunto. In programmazione su Netflix, questo nuovo esperimento seriale è impostato su una prima stagione composta addirittura da ventuno episodi (i primi dieci sono stati già trasmessi, mentre gli altri undici lo saranno a partire da marzo 2017). Interprete principale (anche produttore esecutivo) è Kiefer Sutherland, il quale veste i panni del malcapitato Segretario alla Casa e allo Sviluppo Urbano che all’improvviso è costretto a causa di uno spaventoso attentato che ha provocato la morte di tutto il Governo e di tutti i deputati e senatori (tranne due) a diventare, senza alcuna attitudine personale, Presidente degli Stati Uniti d’America. Tom Kirkman, questo il nome del personaggio, si troverà così al centro di un problema gigantesco: ovvero stabilizzare internamente, ma anche per quel che riguarda i rapporti internazionali, un paese sull’orlo del baratro e al centro di una crisi senza precedenti.

Designated Survivor

Davis Guggenheim ha impostato la serie su alcuni elementi fondamentali. In primo luogo, l’idea di catapultare un politico di terza fascia in una dimensione del potere molto al di sopra delle sue capacità. Tom Kirkman, però, non è solo un modesto segretario del governo, è un uomo allo stesso tempo assolutamente retto e normale e un soggetto privo di qualsiasi appeal al punto che prima dell’attentato devastante che avrebbe provocato la sua uscita di scena, il Presidente degli USA aveva deciso di allontanarlo dal governo per dargli un ruolo più marginale di ambasciatore. Tra mille dubbi, insicurezze e paure Kirkman prenderà la guida di una nazione in ginocchio e cercherà di ricostruire l’architettura istituzionale degli USA.

In secondo luogo dobbiamo evidenziare la struttura della narrazione che in Designated Survivor è basata su una scansione del racconto decisamente ritmica. Ogni episodio presenta una sorta di impostazione ad affresco: brevi nuclei narrativi consecutivi, ricchi di fortissime tensioni, che durano alcuni minuti e si chiudono immancabilmente con una dissolvenza al nero, un nero che prende possesso dello schermo per alcuni secondi generando un ulteriore accrescimento dell’emotività del fruitore. Il ritmo è, dunque, la colonna vertebrale della serie, così come una regia secca, puntuale, precisa che sostiene in maniera quasi minimalista (per fortuna) una dimensione narrativa molto articolata e piena di scossoni.

Designated SurvivorKiefer Sutherland interpreta a perfezione il ruolo di Tom Kirkman, una sorta di uomo qualunque, senza particolari qualità, che nel momento dell’assunzione della responsabilità riesce a trovare risorse mentali imprevedibili. Tra crisi spaventose con l’Iran, la Russia e l’Algeria, lotte politiche interne furibonde, feroci tentativi di delegittimizzazione e attacchi di tutti i tipi (fisici e politici), Kirkman riuscirà (almeno fino al decimo episodio) a mantenere il timone ben saldo nelle sue mani, supportato anche da una moglie (Natascha McElhone) attenta, decisa e sempre pronta ad aiutarlo.

La parte debole di tutto il processo di finzione non riguarda la storia del “Presidente per caso”, quanto piuttosto la vicenda parallela dell’indagine che l’agente dell’FBI Hanna Wells conduce sull’incredibile attentato terroristico che ha sterminato la classe politica statunitense. Interpretato da Maggie Q, attrice e modella di indiscutibile bellezza, il personaggio in questione appare di una debolezza estrema sia a livello drammaturgico che per quel che riguarda la parte strettamente visiva. Inquadrata in maniera stucchevole per esaltare costantemente i morbidi lineamenti del suo volto, Meggie Q si muove sulla scena, vestita di abiti che ne esaltano la magrezza, come se calcasse la passarella di un evento di moda, e ciò finisce per generare nello spettatore un senso di straniamento che in qualche caso arriva a compromettere l’atmosfera, giustamente tesa, del racconto.

© CultFrame 01/2017


CREDITI

Serie Tv: Designated Survivor / Ideata da: Davis Guggenheim / Registi: Paul McGuigan (Pilot), Brad Turner (2), Sergio Mimica-Gezzan (3), Paul Edwards (4, 5), Michael Katleman (6), Frederick E. O. Toye (7, 10), Chris Grismer (8), Richard J. Lewis (9) / Sceneggiatura: Davis Guggenheim, Jennifer Johnson, Paul Redford, Dana Ledoux Miller, Jon Harmon Feldman, Sang Kyu Kim, Michael Russell Gunn, Barbie Kligman, Jenna Richman / Fotografia: Adam Suschitzky, Cort Fey, Colin Hoult, M. David Mullen / Montaggio: Ned Bastille, Pamela Malouf, Monty DeGraff, David Beatty, Roy C. Poole / Musiche: Sean Callery, Robert Lydecker / Interpreti principali: Kiefer Sutherland, Natascha McElhone, Adan Canto, Italia Ricci, LaMonica Garrett, Tanner Buchanan, Kal Penn, Maggie Q / Paese: USA / Anno: 2016 (prima stagione) / Piattaforma: Netflix / Durata episodio: 60 minuti

SUL WEB
Filmografia di Paul McGuigan
Filmografia di Brad Turner
Filmografia di Sergio Mimica-Gezzan
Filmografia di Paul Edwards
Filmografia di Michael Katleman
Filmografia di Frederick E.O. Toye
Filmografia di Chris Grismer
Filmografia di Richard J. LewisNetflix

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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