La memoria del rock nelle fotografie di New York nel libro “New York Serenade” di Ciro Frank Schiappa

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis
© Ciro Frank Schiappa. Da “New York Serenade”. Courtesy SKIRA Editore Milano
© Ciro Frank Schiappa. Da "New York Serenade". Courtesy SKIRA Editore Milano

© Ciro Frank Schiappa. Da “New York Serenade”. Courtesy SKIRA Editore Milano

L’intersezione tra Lexington Avenue e la 125th Street, punto reso noto da un brano composto da Lou Reed per i Velvet Underground (I’m Waiting for the Man, 1967), le case popolari di Brooklyn dove è cresciuto il rapper Jay-Z, il club dove si incontrarono per la prima volta Iggy Pop e David Bowie, il confine tra Central Park e Harlem al centro del pezzo di Bobby Womack intitolato Across 100th Street, una zona di Manhattan molto conosciuta come luogo della prostituzione maschile che diede il titolo a un brano dei Ramones.

Scorci della città di New York, angoli della metropoli americana, che verosimilmente a chi li incrocia, oggi, lungo il proprio cammino non dicono nulla ma che, invece, sono luoghi altamente simbolici. Si tratta di spazi legati alla storia del rock e della musica statunitense in generale che evocano periodi storici, ambienti, strati sociali, incontri, situazioni, personaggi, forse addirittura leggende che legano in maniera indissolubile la struttura della città all’immaginario musicale del XX secolo.

              Ciro Frank Schiappa               Ciro Frank Schiappa               Ciro Frank SChiappa

© Ciro Frank Schiappa. Da “New York Serenade”. Courtesy SKIRA Editore Milano

Le aree sopra descritte, insieme a molte altre, vanno a creare l’interessante mosaico visivo che compone il progetto editoriale, pubblicato da Skira, firmato dal fotografo Ciro Frank Schiappa e dal giornalista Michele Primi: New York Serenade. “Benedetto” nientemeno che da Joel Meyerowitz, questo libro presenta quarantanove scatti fotografici, tra ambienti esterni e interni e alcuni ritratti (a figura intera). Sono aperture nello spazio-tempo della musica del Novecento, improvvise apparizioni che celebrano un mondo culturale denso di sfumature e che raffigurano angoli di una città estremamente complessa da fotografare.

© Ciro Frank Schiappa. Da “New York Serenade”. Courtesy SKIRA Editore Milano

© Ciro Frank Schiappa. Da “New York Serenade”. Courtesy SKIRA Editore Milano

New York, Parigi, Roma e ad alcune città dell’estremo oriente (Tokio, Shanghai, Hong Kong) sono ormai irrappresentabili in maniera tradizionale. Sono aree urbane non più in grado di restituire qualcosa di nuovo allo sguardo del fotografo e del cineasta. In sostanza, si autorappresentano all’interno di un meccanismo creativo che è divenuto autonomo e che, semplicemente, impone una dimensione estetica precisa a chi guarda. L’unico modo per sfuggire alla potenza di fuoco degli impulsi erotizzanti che le metropoli del mondo capitalistico scatenano non appena si accende uno sguardo su di esse è quello di rintracciare un indirizzo alternativo che utilizzi il panorama convulso e ossessionante della città per comunicare altro, per “richiamare in vita” qualcosa di non più palpabile.

Ebbene, l’idea creativa che è al centro dell’operazione di Ciro Frank Schiappa e Michele Primi prende avvio proprio da quest’ultima modalità e si configura come l’esito conclusivo (forse) di un percorso di studio su New York basato essenzialmente sul recupero della “memoria musicale” della città. Così, a ogni inquadratura di Schiappa corrisponde un breve testo di Primi che racconta in maniera sintetica e precisa come mai gli spazi di metropoli inquadrati siano connessi a rilevanti passaggi della storia della musica popolare/moderna. Le immagini possiedono la stessa capacità sintetica dei contenuti scritti, appaiono realizzate (fortunatamente) senza elaborazioni stilistiche sovrastrutturali e si manifestano come emersioni visuali di un mondo guardato con rispetto e una sorta di sano distacco estetico che dona equilibrio e pulizia formale agli scatti.

© Ciro Frank Schiappa. Da "New York Serenade". Courtesy SKIRA Editore Milano

© Ciro Frank Schiappa. Da “New York Serenade”. Courtesy SKIRA Editore Milano

Emerge, a mio avviso, la lezione di grandi maestri come Stephen Shore, Joel Sternfeld, Wim Wenders e, probabilmente, lo stesso Mejerowitz. E non importa se tali riferimenti siano stati concepiti razionalmente oppure no. L’aspetto che conta di più in questo caso è la natura semplice, ma non semplicistica, dell’immagine che allude di volta in volta, in modo sottile, a un brano musicale, a un disco, all’incontro tra due musicisti, alla storia del rock. E passare da una fotografia all’altra significa, dunque, edificare un percorso (almeno per chi ha una certa età) della memoria individuale e collettiva, di sensazioni interiori, di sentimenti che sembravano totalmente rimossi e che invece riaffiorano in modo vigoroso e quasi tangibile.

 

© CultFrame – Punto di Svista 01/2017
(pubblicato su L’Huffington Post Italia)

CREDITI
Libro: New York Serenade / Fotografie: Ciro Frank Schiappa / Testi: Michele Primi / Pagine: 160 / Fotografie: 55 / Lingua: Inglese / Editore: Skira / Anno: 2016 / ISBN: 885723250 / Prezzo: 32 euro

SUL WEB
Il sito di Ciro Frank Schiappa
Skira Editore

 

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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