Rinascimento elettronico. Mostra di Bill Viola a Firenze

SCRITTO DA
Daniel Montigiani
© Bill Viola. Martyrs series (Serie dei martiri), 2014. Water Martyr (Martire dell’acqua), 7’10’’. Interprete: John Hay. Courtesy Bill Viola Studio
© Bill Viola. Martyrs series (Serie dei martiri), 2014. Water Martyr (Martire dell’acqua), 7’10’’. Interprete: John Hay. Courtesy Bill Viola Studio

© Bill Viola. Martyrs series (Serie dei martiri), 2014. Water Martyr (Martire dell’acqua), 7’10’’. Interprete: John Hay. Courtesy Bill Viola Studio

Prendere spunto dalle grandi “scene madri” della vita come la nascita e la morte, riflettere sull’inestricabile e spesso doloroso mistero dell’esistenza, ispirarsi al rapporto tra uomo e natura, esplorare con sguardo atipico le coordinate di spazio e tempo, facendo così emergere tutta la portata enigmatica e spirituale del quotidiano: sono questi i principali obiettivi che Bill Viola, il maestro indiscusso della videoarte, si è sempre posto con successo nella creazione delle proprie opere, la cui riconoscibilissima impronta visionaria ha fatto scuola ormai da anni in tutto il mondo.

La carriera dell’artista americano viene celebrata con la mostra fiorentina di Palazzo Strozzi, Bill Viola. Rinascimento elettronico, comprendente ben ventisei lavori, che, dai primi esperimenti con gli “archeologici” monitor degli anni Settanta, giungono alle grandi videoinstallazioni simili a veri e propri set cinematografici con tanto di attori, inaugurate nel 1995 con The Greeting – Il saluto. In più, per l’occasione, quattro opere di Bill Viola sono ospitate anche al Museo dell’Opera del Duomo, agli Uffizi, al Museo di Santa Maria Novella e a quello della Collegiata di Sant’Andrea, e messe qui a confronto con celebri capolavori (da menzionare almeno Acceptance – Accettazione, del 2008, posto a fianco della sconvolgente espressività della Maria Maddalena penitente di Donatello, risalente al 1455).

© Bill Viola. The Greeting (Il saluto), 1995, 10’22’’. Installazione video-audio. Interpreti: Angela Black, Suzanne Peters, Bonnie Snyder. Courtesy Bill Viola Studio

© Bill Viola. The Greeting (Il saluto), 1995, 10’22’’. Installazione video-audio. Interpreti: Angela Black, Suzanne Peters, Bonnie Snyder. Courtesy Bill Viola Studio

La scelta di Firenze non è stata casuale: qui Viola ha dato inizio al proprio percorso artistico, collaborando dal 1974 al 1976 con la galleria art/tapes/22, uno dei primi centri di produzione video nel mondo. Durante il suo soggiorno fiorentino, inoltre, l’artista è rimasto profondamente colpito dai capolavori di Pontormo, Masolino da Panicale, Paolo Uccello e Lucas Cranach, ai quali dagli anni Novanta in poi si ispirerà per alcune videoinstallazioni. La mostra celebra infatti la speciale relazione fra Viola e il capoluogo toscano facendo dialogare alcune opere di questi maestri del Rinascimento con i lavori dell’artista americano (del resto, lo stesso nome della mostra, Rinascimento elettronico, unisce quel periodo di formidabile creatività artistica così amato da Viola e l’elemento principale della videoarte). Nella seconda sala, ad esempio, il già citato The Greeting è affiancato dalla Visitazione di Pontormo (1528-1529). In questa videoinstallazione, in cui vediamo tre donne incontrarsi casualmente per strada, sono presenti molti elementi stilistici tipici della poetica di Viola: i suggestivi contrasti cromatici (i colori accesi delle vesti, infatti, stridono con l’ambiente, avvolto nella semioscurità); l’uso dello slow motion, che magnifica una porzione di realtà apparentemente banale, evidenziandone le complesse dinamiche; il rifiuto del montaggio, affinché, attraverso una ripresa unica, lo spettatore possa assistere a ogni minima sfumatura dei gesti. Altrettanto curata è la scelta della dimensione sonora. In The Greeting – e in molte altre opere di Viola – non sentiamo difatti mai parlare i personaggi. La parola viene sostituita da una serie di suoni dai tratti sontuosi e vagamente inquietanti, quasi provenienti da un misterioso mondo altro, come se l’artista, in quella inesauribile ricerca della spiritualità che da sempre è alla base del suo lavoro, fosse riuscito a intercettare enigmatiche tracce di una qualche entità divina, improvvisamente manifestatasi perché attratta dalla solennità sacrale della scena. Del resto visitare questa mostra costituisce quasi una sorta di rito: le grandi sale di Palazzo Strozzi sono completamente immerse nel buio e le poche luci provengono unicamente dagli schermi delle opere, una scelta questa che porta lo spettatore ad affinare ulteriormente la propria percezione, a farsi cullare dalle visioni dell’artista, il cui ritmo solenne e contemplativo, opposto a qualsiasi frenesia della vita di tutti i giorni, può costituire uno strumento per provare a conoscere meglio se stessi, per tentare di avvicinarsi all’idea di sacro. Per Viola, difatti, l’arte ha il compito di risvegliare le coscienze.

© Bill Viola. The Crossing (La traversata), 1996, 10’57’’. Installazione video-audio. Interprete: Phil Esposito. Courtesy Bill Viola Studio

© Bill Viola. The Crossing (La traversata), 1996, 10’57’’. Installazione video-audio. Interprete: Phil Esposito. Courtesy Bill Viola Studio

La solida aura spirituale in cui sono immerse queste videoinstallazioni fa sì che anche le “scene” più toccanti o persino drammatiche non vengano realmente concepite come tali. Alla fine, l’aspetto meditativo, dai contorni quasi religiosi, sembra prevalere su qualsiasi situazione estrema mostrata nelle varie opere, attenuando l’adesione emotiva alle vicende. Qualcosa di simile avviene anche con la rappresentazione degli elementi naturali: le fiamme che in The Crossing – La traversata (1996) bruciano il corpo di un uomo hanno una valenza tutt’altro che tragica. Il fuoco, infatti, si fa qui simbolo catartico di eliminazione, preludio di una rinascita.

Al massimo, il visitatore potrà provare un vago, piacevole senso di struggimento per i gesti di alcune presenze: in Man Searching for Immortality/Woman Searching for Eternity – Uomo alla ricerca dell’immortalità/Donna alla ricerca dell’eternità (2013), che si ispira ai dipinti Adamo ed Eva di Cranach (1528), vediamo in due schermi separati un uomo e una donna completamente nudi, ormai vecchi, i quali, con lieve apprensione, ispezionano elegantemente i propri corpi con una piccola torcia nella speranza di non scovare alcuna traccia di malattia. In seguito, i due, pacatamente soddisfatti per non aver riscontrato segnali preoccupanti sulla propria pelle, si dissolvono nell’oscurità come commoventi spettri.

Molte delle opere di Bill Viola sono dunque vere e proprie rappresentazioni del mistero della vita, che, attraverso una serie di simbologie e metafore, pongono al centro l’enigmatica maraviglia dell’uomo, pulsante macchinario straordinariamente contraddittorio, visto sia come fucina di limiti che come tempio di forza, in perenne dialogo con la natura e continuamente circondato da misteriosi segnali. Tutti aspetti questi che la mostra fa ben percepire al visitatore.

© CultFrame 03/2017

INFORMAZIONI
Mostra: Bill Viola. Rinascimento Elettronico / a cura di Arturo Galansino e Kira Perov.
Dal 10 marzo al 23 luglio 2017
Palazzo Strozzi / Piazza Strozzi, Firenze / Tel. 055 2645155; 055 3917122/ l.rinaldi@palazzostrozzi.org
Orari: tutti i giorni 10.00 – 20.00 / giovedì 10.00 – 23.00 / Dalle ore 9.00 solo su prenotazione.
Ingresso: 12 euro

SUL WEB
Il sito di Bill Viola
Palazzo Strozzi, Firenze

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Daniel Montigiani

Laureato in Scienze dello Spettacolo e diplomato al Master di Critica Giornalistica presso l'Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, è critico cinematografico e membro del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI). Ha collaborato con le riviste online Recensito e Paper Street. Fra le sue pubblicazioni: Non solo paura: ironia e black humour, saggio contenuto in Cuore di tenebra: il cinema di Dario Argento (Edizioni Ets) e il libro American Horror Story. Mitologia moderna dell'immaginario deforme (Viola Editrice) scritto con Eleonora Saracino.

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